Associazioni
“Non siamo secondi a nessuno”, legge su diritto di cittadinanza
Convegno di “Home & Homme" su questione migratoria. Inutile ignorare l'importanza delle "seconde generazioni di immigrati" oggi
Barletta - lunedì 11 giugno 2012
La questione migratoria è ormai una realtà che coinvolge il nostro Paese a livello sociale, politico ed economico. Fingere che non sia così è anacronistico, nascondendosi dietro ad una fantasiosa appartenenza razziale, non curante del mondo che cambia e che la globalizzazione non può essere solo a senso unico. Grande spazio negli ultimi tempi, nel dibattito politico nazionale e non solo, è stato conquistato dal tema del diritto di cittadinanza italiana da attribuire alle cosiddette 'seconde generazioni di immigrati', cioè ai figli degli immigrati, nati e cresciuti su territorio italiano. Di questo si è discusso nel pomeriggio di venerdì 8 alla conferenza "Non siamo secondi a nessuno…", presso la Sala Rossa del Castello di Barletta, organizzata dall'associazione "Home & Homme" ONLUS.
L'incontro è stato moderato da Badr Eddin Fakhouri, coordinatore dello sportello immigrati del Comune di Barletta, che l'associazione gestisce da diversi anni in via A. Bruni, box 13. E' intervenuto l'On. Andrea Sarubbi, deputato del PD, artefice in Parlamento di una proposta di legge -firmata con Fabio Granata, FLI - riguardante la riforma delle norme sulla cittadinanza, per facilitare l'acquisizione della medesima da parte degli immigrati residenti in Italia e di eventuali figli di stranieri nati in territorio italiano, tenendo anche conto degli oltre 572000 nati in Italia da genitori stranieri. Il parlamentare ha tenuto a sottolineare che si tratta di uno ius soli temperato, quello previsto dalla proposta, poiché offrirebbe l'acquisizione del diritto di essere cittadini italiani entro il periodo delle scuole elementari, e non dalla nascita come vorrebbe il 'modello francese'. In Italia, per ora, vige invece lo ius sanguinis: i figli di stranieri restano stranieri, anche se nati in Italia, se hanno frequentato le nostre scuole o se parlano con tipici accenti regionali del bel paese; come la testimonianza di una giovane emiliana, di genitori marocchini, che giorni fa ha parlato alla Camera dei Deputati per la "Conferenza nazionale sulla cittadinanza", mettendo in luce, con il suo chiaro accento settentrionale, l'illogicità di questo sistema di disciplina.
L'incontro è stato patrocinato dal Comune di Barletta, rappresentato dall'Assessore alle Politiche sociali, Lucia Ricatti; hanno partecipato anche Azmi Jerjawi, segretario della CGIL di Bari, che ha sottolineto l'impegno del sindacato per il diritto di voto a elezioni amministrative per gli immigrati, Franco Corcella, coordinatore CGIL di Barletta, Nicola Occhionorelli, dirigente scolastico della scuole media A. Manzoni, centro C.R.I.T. di Barletta.
Non si può immaginare che il mondo dell'immigrazione sia schematizzabile in immagini preconcette di modelli a cui ci hanno abituato, viziandole di pregiudizio e ignoranza, perciò il Parlamento ha il dovere di legiferare in tal senso e i cittadini di accettare e rendere possibile questa compenetrazione culturale che può solo arricchirci. Presenti in sala anche ufficiali dei Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Municipale.
L'incontro è stato moderato da Badr Eddin Fakhouri, coordinatore dello sportello immigrati del Comune di Barletta, che l'associazione gestisce da diversi anni in via A. Bruni, box 13. E' intervenuto l'On. Andrea Sarubbi, deputato del PD, artefice in Parlamento di una proposta di legge -firmata con Fabio Granata, FLI - riguardante la riforma delle norme sulla cittadinanza, per facilitare l'acquisizione della medesima da parte degli immigrati residenti in Italia e di eventuali figli di stranieri nati in territorio italiano, tenendo anche conto degli oltre 572000 nati in Italia da genitori stranieri. Il parlamentare ha tenuto a sottolineare che si tratta di uno ius soli temperato, quello previsto dalla proposta, poiché offrirebbe l'acquisizione del diritto di essere cittadini italiani entro il periodo delle scuole elementari, e non dalla nascita come vorrebbe il 'modello francese'. In Italia, per ora, vige invece lo ius sanguinis: i figli di stranieri restano stranieri, anche se nati in Italia, se hanno frequentato le nostre scuole o se parlano con tipici accenti regionali del bel paese; come la testimonianza di una giovane emiliana, di genitori marocchini, che giorni fa ha parlato alla Camera dei Deputati per la "Conferenza nazionale sulla cittadinanza", mettendo in luce, con il suo chiaro accento settentrionale, l'illogicità di questo sistema di disciplina.
L'incontro è stato patrocinato dal Comune di Barletta, rappresentato dall'Assessore alle Politiche sociali, Lucia Ricatti; hanno partecipato anche Azmi Jerjawi, segretario della CGIL di Bari, che ha sottolineto l'impegno del sindacato per il diritto di voto a elezioni amministrative per gli immigrati, Franco Corcella, coordinatore CGIL di Barletta, Nicola Occhionorelli, dirigente scolastico della scuole media A. Manzoni, centro C.R.I.T. di Barletta.
Non si può immaginare che il mondo dell'immigrazione sia schematizzabile in immagini preconcette di modelli a cui ci hanno abituato, viziandole di pregiudizio e ignoranza, perciò il Parlamento ha il dovere di legiferare in tal senso e i cittadini di accettare e rendere possibile questa compenetrazione culturale che può solo arricchirci. Presenti in sala anche ufficiali dei Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Municipale.