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«Non facciamo calare il silenzio su questo genocidio», la comunità palestinese presente all'iniziativa di Amnesty a Barletta
Le parole del presidente Mohammad Afaneh
Barletta - sabato 5 aprile 2025
15.05
«Noi, come popolo palestinese, siamo presenti in tutte le iniziative che parlano di diritti umani. E oggi siamo qui con Amnesty International, perché non possiamo tacere di fronte a ciò che sta accadendo. Siamo i primi a essere privati dei diritti fondamentali, anche del più elementare: il diritto alla vita». A parlare è Mohammad Afaneh, esponente della comunità palestinese di Puglia e Basilicata, intervenuto a margine dell'iniziativa pubblica svoltasi a Barletta nella chiesa di San Michele.
L'appuntamento, promosso da Amnesty International, è stato l'occasione per riflettere sulla drammatica situazione in Palestina, e in particolare su quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza. «Non si tratta di una guerra – ha spiegato Afaneh – ma di un genocidio. Non ci sono due eserciti a fronteggiarsi: c'è un popolo disarmato che viene massacrato da uno degli eserciti più potenti al mondo, dotato di armamenti avanzatissimi, F-16 e tecnologie di guerra sofisticate».
Dalla Puglia e dalla Basilicata un segnale di solidarietà. «Noi che viviamo in Italia – ha aggiunto – sentiamo forte la vicinanza della gente. In Puglia e Basilicata incontriamo ogni giorno persone che ci dimostrano affetto, empatia, solidarietà autentica. È qualcosa che ci aiuta ad alleggerire, almeno un po', il dolore che stiamo vivendo».
L'appello è, infine, quello di gridare e non tacere. «Non dobbiamo permettere che questo genocidio passi sotto silenzio. Serve una voce collettiva, forte, altissima, per fermare questa violenza. È un dovere morale, umano, civile. Non si può restare a guardare».
L'appuntamento, promosso da Amnesty International, è stato l'occasione per riflettere sulla drammatica situazione in Palestina, e in particolare su quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza. «Non si tratta di una guerra – ha spiegato Afaneh – ma di un genocidio. Non ci sono due eserciti a fronteggiarsi: c'è un popolo disarmato che viene massacrato da uno degli eserciti più potenti al mondo, dotato di armamenti avanzatissimi, F-16 e tecnologie di guerra sofisticate».
Dalla Puglia e dalla Basilicata un segnale di solidarietà. «Noi che viviamo in Italia – ha aggiunto – sentiamo forte la vicinanza della gente. In Puglia e Basilicata incontriamo ogni giorno persone che ci dimostrano affetto, empatia, solidarietà autentica. È qualcosa che ci aiuta ad alleggerire, almeno un po', il dolore che stiamo vivendo».
L'appello è, infine, quello di gridare e non tacere. «Non dobbiamo permettere che questo genocidio passi sotto silenzio. Serve una voce collettiva, forte, altissima, per fermare questa violenza. È un dovere morale, umano, civile. Non si può restare a guardare».