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«Non esiste un limite di salvaguardia della salute»

Il Comitato Aria Pulita replica alla nota della Cementeria di Barletta

Il Comitato Operazione Aria Pulita, in risposta al Comunicato della Cementeria di Barletta, replica così: «Premettiamo che il nostro impegno e quello di altre associazioni ambientaliste non è quello di "suggestionare e allarmare l'opinione pubblica" come vuol farsi credere - scrivono l'avvocato Michele Cianci e l'ingegner Angelo Marzocca - bensì quello di sensibilizzare la popolazione verso quei problemi ambientali che hanno ripercussioni negative sulla salute umana e che persistono nella città di Barletta da ormai troppi anni. Teniamo a precisare che le nostre affermazioni si basano su dati ormai largamente condivisi dalla comunità scientifica e su dati statistici, i quali ci danno la certezza dell'esistenza di un rischio sanitario riconducibile alla scarsa qualità dell'aria.

Oggi, più che mai, alla luce dei più recenti studi in materia e a prescindere dalle indagini eseguite dalla Procura di Trani, non possiamo più ritenere tollerabile la presenza di industrie insalubri nel tessuto urbano e a pochi metri dalle abitazioni, ricordando che non siamo noi a dire che i cementifici comportano dei rischi di natura ambientale e sanitaria. Non per niente questi sono annoverati nell'elenco delle industrie insalubri riportato nel DM 05/09/1994 e, in particolare, risultano classificati come Industrie Insalubri di Prima Classe e solo per questo dovrebbero essere collocate a debita distanza dal centro abitato. I nostri principali timori derivano, principalmente, dalla lettura di alcuni dati statistici che appaiono più che allarmanti, indicando aumenti di patologie legate all'inquinamento atmosferico o aumenti di mortalità superiori alle medie regionali e nazionali. Per noi questi dati non rappresentano semplici numeri, ma sono la testimonianza di drammi familiari e barlettani di chi si trova a dover combattere malattie, non solo tumorali, spesso, incurabili e debilitanti. Riteniamo che sia inappropriato mettere sullo stesso piano la salute dei cittadini con quella dei lavoratori, perché mentre per questi ultimi esistono delle tutele dettate dalla normativa sulla sicurezza sul lavoro, come per esempio le visite mediche periodiche e l'adozione di accorgimenti volti alla riduzione dei rischi, per i cittadini non è prevista alcuna forma di controllo o tutela per evitare le insorgenze di malattie correlate all'inquinamento, nemmeno quando questi abitano praticamente a ridosso degli impianti industriali.

Inoltre, non sembra sia giusto che persone estranee alla produzione e all'economia di un'azienda, debbano subire silentemente gli effetti dannosi delle loro emissioni. E' contraddittorio da parte della Cementeria prima dichiarare che vi sia "assenza di qualsivoglia pericolo sia per l'ambiente in senso stretto, che per la salute pubblica" e successivamente affermare un impegno nel "raggiungere importanti miglioramenti delle proprie performance ambientali" perseguendo valori obiettivo da raggiungere progressivamente. La domanda che a rigor di logica ci viene in mente è la seguente: se non esiste alcun pericolo, che senso avrebbe fare queste migliorie? Dal punto di vista ambientale in senso stretto, sembra alquanto difficile fidarsi di ciò che viene affermato, soprattutto dopo che 195 Paesi si sono riuniti per firmare un accordo sul clima a Parigi e considerato che ogni anno la sola Cementeria di Barletta emette centinaia di migliaia di tonnellate di CO2 nell'atmosfera, con un costo sociale enorme. Apprezziamo l'impegno nell'adottare le migliori tecnologie disponibili e nel rispettare la norma, ma ci teniamo a specificare che questo non è sufficiente a garantirci la salute, perché come asserito da medici esperti, per alcuni tipi di inquinanti emessi dai cementifici non esiste un limite di salvaguardia della salute. Per il particolato, per esempio, l'Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia valori ben al di sotto di quelli normativi, specificando che non esiste una soglia entro cui le concentrazioni sono tollerabili dal punto di vista sanitario. Gli stessi limiti normativi, inoltre, sono stati concepiti facendo riferimento ad adulti sani e non tengono conto di quelle fasce più a rischio come i bambini, gli anziani, le donne in gravidanza e le persone affette da patologie croniche. Che dire poi delle semplificazioni normative che permettono concentrazioni di emissione da 3 a 7 volte maggiori ai cementifici rispetto ai più discussi inceneritori? Riteniamo inoltre che nel Comunicato vi sia una grave omissione, nel citare i soli inquinanti NOx (ossidi di azoto), CO (ossido di carbonio) e COT (carbonio organico totale), senza tener conto dell'inquinante più in discussione che è quello delle micro e nano polveri, difficili se non impossibili da trattenere mediante le più moderne tecniche di filtraggio. Che dire poi di tutti quei microinquinanti quali diossine, metalli pesanti e di quelli per cui non è previsto il monitoraggio (vedi i PCB Policlorobifenili), ma che risultano essere estremamente tossici per l'organismo? Il Comunicato pertanto non è per niente rassicurante per la popolazione, né tanto meno può essere di conforto per tutte quelle famiglie che continuano a subire nel silenzio gli effetti di scelte sbagliate fatte in passato.

Infine, ci teniamo a precisare che la nostra azione non è rivolta contro una particolare industria, quale può essere la Cementeria, e sebbene la nuova normativa, all'art. 452 decies del Codice Penale, preveda una serie di agevolazioni in caso di ravvedimento operoso a coloro i quali viene contestato il reato di disastro ambientale, come è stato fatto dalla Procura di Trani, a conclusione delle indagini, ai rappresentanti della Buzzi Unicem, che comprensibilmente corrono ai ripari, il nostro impegno è rivolto verso ogni possibile fonte che concorra ad aumentare il carico di inquinanti nell'aria e a renderla irrespirabile perché per noi Nulla è più prezioso della Vita! Chiediamo a tutta la cittadinanza di unirsi alla manifestazione di lunedì con partenza alle ore 10.30, dal piazzale antistante il castello».
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