Panchine distrutte
Panchine distrutte
La città

Non dobbiamo arrenderci al vandalismo: cittadini e istituzioni insieme

Continuano i danni ai beni comuni

Ci meritiamo ben poco. È la triste conclusione a cui si addiviene dopo la notizia della settimana scorsa riguardante la demolizione dei tavolini della nuova area verde lungo la Litoranea Mennea, inaugurata pochi giorni prima. E la tristezza e lo sconforto prendono il sopravvento.

Si era augurato che vincesse la civiltà il Sindaco al momento dell'inaugurazione, lo aveva fatto BarlettaViva, ma a nulla è servito. Indipendentemente da come la si pensi su quell'opera, la cosa chiara è che qui c'è chi si diverte a causare danni alla collettività. Questo è solo l'ennesimo esempio di "masochismo" barlettano: le panchine della villa del Castello, le giostrine in piazza Federico di Svevia, i segnalatori della pista ciclabile in via 3 Novembre, il servo scala al sottopasso di via Imbriani incendiato pochi giorni dopo la sua istallazione, le bici del bike sharing rubate o distrutte e le discariche abusive in ogni angolo di periferia… Ciò va inoltre ad ingenerare "la teoria delle finestre rotte": una spirale di emulazione di piccole trasgressioni. E via con i parcheggi selvaggi senza il rispetto di regole e buon senso: il posto in doppia fila diventa un "must"; occupare posti per disabili, danneggiare fioriere e in generale arredo urbano, buttare spazzatura ovunque (anche le carte per terra).

Credo che dobbiamo chiederci dove vogliamo arrivare. Le soluzioni ci sono e le istituzioni devono metterle in campo seriamente. I controlli a tolleranza zero sono una soluzione, ma non per una o due settimane, da parte di vigili urbani e forze dell'ordine per tentare di educare quest'attitudine alla maleducazione e alla distruzione da parte di alcuni barlettani. S'incentivi la sorveglianza nei luoghi pubblici, magari anche con la video sorveglianza. Per educare, anche con le multe, bisogna vigilare. Anche le zone pedonali, di cui si ha sempre più bisogno che vengano allargate a Barletta, richiedono sorveglianza costante: non possiamo dedicarci a loro ogni tanto.

Tutti diciamo di amare questa città che può avere tanti difetti che non dipendono dal cittadino, ma non dobbiamo essere buoni soltanto a lamentarci; additiamo i cattivi comportamenti, e non cerchiamo i servizi se poi li dobbiamo danneggiare.

Il senso di beni comuni deve comportare sforzi, soprattutto culturali da parte di Istituzioni e cittadini insieme, ma nessuno può pensare di trovare schermo addossandosi la colpa a vicenda.
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