Via Pirandello
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Territorio

Quattro passi nel verde...armato di via Pirandello

"No alla cementificazione del verde pubblico attrezzato". La denuncia di Alessandro Zagaria del comitato EXIT

Prima il sogno di un verde pubblico, arrivato anche grazie al contributo dei residenti in zona, oggi l'incubo di diventare un'area di cemento nel grigiore dei dintorni. La vicenda in questione riguarda la zona a ridosso dei fabbricati delle cooperative Lenin-Astra-Divittorio in via Pirandello, angolo via Manzoni, nella quale la tutela dell'ambiente sta pagando dazio al soldo del cemento. La zona in questione per anni è stata praticamente abbandonata, fino a che, quasi un quarto di secolo fa, i residenti in zona hanno cercato di recuperare e riqualificare la zona piantando degli alberi: con la giunta-Salerno, nel 2003, era arrivato il primo tentativo, attraverso il P.R.U. (Piano di Recupero Urbano) di cementificare l'area, posizionata in una zona già "funestata" da chili e chili di colate di cemento, per voler fare un nuovo fabbricato comprendente 36 alloggi. In sostanza la vecchia amministrazione aveva rischiato in un colpo solo di eliminare gli oltre 70 alberi che gli abitanti delle cooperative avevano piantato oltre 25 anni fa. Nel 2005 era arrivato lo stop, attraverso un emendamento sostitutivo alla delibera di c.c. n.34/2005 presentata dall' allora vice Sindaco Fiore, che deliberava di non attuare la costruzione di edifici in ragione dell'interesse pubblico riconosciuto come prevalente e che destinava a verde pubblico l'intera area interessata. Oggi, a sette anni di distanza, l'amministrazione comunale guidata da Nicola Maffei ha dato attuazione alla realizzazione del progetto di recupero di tutta l'area destinata a verde attrezzato: ora l'area appare un autentico cantiere, sul quale campeggia a caratteri cubitali nella mente di chi vi passa la scritta "Lavori in corso".

La curiosa situazione è stata denunciata dal collettivo EXIT, che ha fatto luce sulla questione attraverso foto pubblicate accanto all'intervento dell'ex consigliere Mimmo Dinanni, immagini che ci mostrano una situazione alquanto surreale, dove per implementare l'area già esistente con verde attrezzato, si è ricorso all'uso massiccio di cemento. Sabato 3 marzo, in occasione dell'incontro con la stampa organizzato dal collettivo, si è presentato agli occhi dei giornalisti presenti un brutto spettacolo: alberi tristemente confusi nei cumuli di terra e polvere, plastica che invadeva, insieme a tubi sparsi, carte di giornali e pietre, le aree sovraelevate create nel cantiere invase da terra e cartoni. Della grottesca situazione abbiamo parlato con Alessandro Zagaria, rappresentante del collettivo EXIT:

Alessandro Zagaria, come definire le condizioni di questo cantiere?
"Assolutamente incredibile. Il cemento è uscito dalla porta ed è rientrato dalla finestra. Sembra quasi che ci vogliano "far pagare" il fatto che ci siamo ribellati nel 2003 all'ennesima speculazione edilizia. Volevamo del verde attrezzato, ma ci troviamo un giardino di cemento: il colore della zona è ormai grigio. Mi viene da chiedermi se il sindaco Maffei abbia il polso della situazione sulla città, e la risposta che mi do è un secco no. Noi crediamo che il sindaco non si renda conto di cosa sta accadendo qui. Inoltre la beffa è data dal fatto che il progettista dell'area ha recentemente affermato che non ci sono colate di cemento".

Come vi sentite di replicare a chi ha progettato l'area?
"Semplicemente che secondo me lui non si è mai recato sul posto; ci dicono che ad esempio i muri in cemento che vedete servono per sopraelevare l'area. Ma mi chiedo se abbiano pensato ad esempio a creare dei canali per far defluire le acque in caso di pioggia. Se si sopraeleva tutta la zona gli alberi verranno in parte sommersi, e non potranno sopravvivere certo così. A cosa serve tutto questo?"

Avete avuto modo di confrontarvi con il sindaco Maffei circa il progetto?
"Il progetto non era questo. Si parlava di piccoli interventi di sistemazione dell'area, a completamento degli interventi apportati dai residenti negli anni addietro, in forma di totale autogestione. Quest'area era stata inizialmente concepita come destinata al verde pubblico attrezzato, ma non è mai stato fatto nulla".

Avete anche sottoscritto un documento da consegnare in Comune?
"Abbiamo preparato una nutrita documentazione. Vogliamo però che il sindaco venga a visitare di persona l'area, per rendersi conto di cosa sta succedendo qui. Sono venuti a farci visita alcuni assessori, che però non contano nulla nella procedura sulla zona, come dimostra l'assenza di interventi dopo le loro visite. Se il sindaco non verrà da noi, andremo noi da Maffei, non possiamo fare altrimenti, portando documentazione fotografica".

Volete dunque cogliere lo spazio dato da Barlettalife per concludere questo incontro con un invito?
"Certo, noi vogliamo invitare il progettista dell'area a recarsi qui, alla pari del sindaco Maffei: il primo capirebbe gli errori fatti, il secondo avrebbe polso di cosa avviene nella propria città".

Parole taglienti, trasudanti rabbia. Se via Pirandello non vuole diventare la Via Gluck nella quale "là dove c'era l'erba ora c'è una città", della quale Adriano Celentano cantava, è necessario intervenire, e presto.
20 fotoIl giardino di cemento armato di via Pirandello
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