Attualità
Nino Vinella: «L'inspiegabile silenzio dell'amministrazione su Pietro Mennea»
La nota del giornalista alla vigilia delle Olimpiadi
Barletta - giovedì 25 luglio 2024
13.11
"E' in queste prime ore dei Giochi di Parigi 2024 che si rende conto di quanto sia immenso il debito di riconoscenza verso la figura di Pietro Mennea da parte della sua Città natale ricordando le ben cinque edizioni delle Olimpiadi da Monaco 1972 a Seul 1988 quando il nome di Barletta ha raggiunto e mantenuto i vertici internazionali per fama e notorietà verso l'uomo più veloce del mondo in quegli anni nella storia dello Sport".
Così il giornalista barlettano Nino Vinella sulla "Freccia del Sud" e la sua continuativa partecipazione alle Olimpiadi dovuta al merito sportivo dei risultati costantemente registrati ed alla sua personale storia di atleta e di uomo iniziata per carriera a Barletta senza una pista dove allenarsi.
"Suo modello ed esempio fu sempre il marciatore Cosimino Puttilli, due volte campione italiano sui 50 kilometri, che voleva emulare ed in qualche modo "vendicare" essendo stato Puttilli escluso dalla partecipazione alle Olimpiadi del 1956 a Melbourne… Era il 21 luglio 1972, durante il meeting organizzato dall'Avis, sua primissima società sportiva di tesseramento e di appartenenza, che Pietro Mennea esplose in tutta la potenza facendo registrare ben due record, personale sui 150 metri e di gruppo nella staffetta 4x200 con Ossola, Abeti e Benedetti. Pagine immortali che ho avuto il piacere di restituire alla pubblica attenzione nel mio libro "La Gazzetta del Mezzogiorno racconta Pietro Mennea" dove si coprono giornalisticamente tutti gli anni delle cinque Olimpiadi e che l'Avis Barletta offre a tutti i nuovi donatori per la raccolta estiva di sangue grazie alla disponibilità di Vincenzo Bellino, in un binomio teso a riaffermarne il valore etico e sociale.
Furono quei risultati di luglio 1972 a decretare l'ammissione di Pietro alla squadra dell'Italia e che segnarono la conquista della sua prima medaglia di bronzo nei 200 metri".
Prosegue Vinella: "Dopo la deludente partecipazione a Montreal 1976, dovevano essere le Olimpiadi di Mosca 1980 a suggellare la definitiva consacrazione planetaria di Pietro Mennea, dopo il record mondiale di 19"72 a Mexico City del 12 settembre 1979, con l'oro conquistato nella finale con il suo recupero all'uscita della curva sul rettilineo. Vennero poi Los Angeles 1984 e Seul 1988 in un crescendo unico nel suo genere nell'atletica leggera italiane e mondiale".
Conclude il giornalista Vinella: "Non può bastare l'intitolazione del lungomare dove si allenava. Né può essere ancora sufficiente la targa sulla cosiddetta "salita del vaglio" da Piazza Marina a Via Cialdini dove faceva fiato nelle ripetute. A quando la definitiva menzione istituzionale di "Barletta Città della Disfida e di Pietro Mennea" dipende dalla politica barlettana, come proposto ufficialmente ormai dal 2017 dal nostro Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia ODV quale ente di terzo settore senza nessuno scopo di lucro e nell'esclusivo interesse della comunità che sarebbe così visibilmente riconoscibile ovunque nel mondo... Se la Disfida ha portato Barletta a visibilità tutta italiana, se Giuseppe De Nittis ne ha riconosciuto l'importanza in tutta Europa, è solo grazie a Pietro Mennea che da tutto il mondo la indicano sulla carta geografica come città dov'è nato l'uomo bianco rimasto il più veloce del mondo per ben diciassette anni…"
Così il giornalista barlettano Nino Vinella sulla "Freccia del Sud" e la sua continuativa partecipazione alle Olimpiadi dovuta al merito sportivo dei risultati costantemente registrati ed alla sua personale storia di atleta e di uomo iniziata per carriera a Barletta senza una pista dove allenarsi.
"Suo modello ed esempio fu sempre il marciatore Cosimino Puttilli, due volte campione italiano sui 50 kilometri, che voleva emulare ed in qualche modo "vendicare" essendo stato Puttilli escluso dalla partecipazione alle Olimpiadi del 1956 a Melbourne… Era il 21 luglio 1972, durante il meeting organizzato dall'Avis, sua primissima società sportiva di tesseramento e di appartenenza, che Pietro Mennea esplose in tutta la potenza facendo registrare ben due record, personale sui 150 metri e di gruppo nella staffetta 4x200 con Ossola, Abeti e Benedetti. Pagine immortali che ho avuto il piacere di restituire alla pubblica attenzione nel mio libro "La Gazzetta del Mezzogiorno racconta Pietro Mennea" dove si coprono giornalisticamente tutti gli anni delle cinque Olimpiadi e che l'Avis Barletta offre a tutti i nuovi donatori per la raccolta estiva di sangue grazie alla disponibilità di Vincenzo Bellino, in un binomio teso a riaffermarne il valore etico e sociale.
Furono quei risultati di luglio 1972 a decretare l'ammissione di Pietro alla squadra dell'Italia e che segnarono la conquista della sua prima medaglia di bronzo nei 200 metri".
Prosegue Vinella: "Dopo la deludente partecipazione a Montreal 1976, dovevano essere le Olimpiadi di Mosca 1980 a suggellare la definitiva consacrazione planetaria di Pietro Mennea, dopo il record mondiale di 19"72 a Mexico City del 12 settembre 1979, con l'oro conquistato nella finale con il suo recupero all'uscita della curva sul rettilineo. Vennero poi Los Angeles 1984 e Seul 1988 in un crescendo unico nel suo genere nell'atletica leggera italiane e mondiale".
Conclude il giornalista Vinella: "Non può bastare l'intitolazione del lungomare dove si allenava. Né può essere ancora sufficiente la targa sulla cosiddetta "salita del vaglio" da Piazza Marina a Via Cialdini dove faceva fiato nelle ripetute. A quando la definitiva menzione istituzionale di "Barletta Città della Disfida e di Pietro Mennea" dipende dalla politica barlettana, come proposto ufficialmente ormai dal 2017 dal nostro Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia ODV quale ente di terzo settore senza nessuno scopo di lucro e nell'esclusivo interesse della comunità che sarebbe così visibilmente riconoscibile ovunque nel mondo... Se la Disfida ha portato Barletta a visibilità tutta italiana, se Giuseppe De Nittis ne ha riconosciuto l'importanza in tutta Europa, è solo grazie a Pietro Mennea che da tutto il mondo la indicano sulla carta geografica come città dov'è nato l'uomo bianco rimasto il più veloce del mondo per ben diciassette anni…"