La città
Niente parcheggio a Ponente? Pazienza, c'è il marciapiede
Un esempio di ingegnosa inciviltà si fa largo sul Litorale
Barletta - martedì 24 giugno 2014
11.52
Non c'è nemmeno un parcheggio? Il weekend vi agita? Pazienza, fate come questo gentile utente del Litorale di Ponente. Parcheggiate sulla pista ciclabile e risolverete il problema. Ovviamente la pubblicità-regresso è scherzosa, non imitatela. La foto che un cittadino barlettano ha postato su un frequentato gruppo Facebook, "Cosa non va a Barletta" lascia pochi spazi alle risate: vi è ritratta un'auto posteggiata sullo spazio di marciapiede originariamente destinato alle due ruote. I commenti si sprecano, tesi tra il biasimo per il gesto e ampi discorsi sull'utilizzo "giusto" o meno della pista, nata per ospitare le velleità di corridori amatori e amanti della bicicletta. Resta una cartolina, poco gradevole per Barletta e chi la abita.
Il parcheggio selvaggio è l'ennesima tappa dolorosa nei chilometri di litoranea barlettana: già in passato avevamo menzionato la poco signorile capacità della pista di trasformarsi in estate in un insolito parquet di mateco per tavolate improvvisate, o degli squarci tra aiuole e pista che caratterizzano il cammino di podisti e biciclette, a due o quattro ruote che siano, o ancora dell'inadeguatezza di panchine per le quali lo stanziamento di 120mila euro per un restyling mai arrivato è rimasto un intrigante progetto arrugginito come le assi che le caratterizzano.
Avevamo già stigmatizzato la questione-litoranea, dedicata peraltro a Pietro Mennea, oltre due mesi fa, quando l'estate era solo un timido pensiero e le politiche a favore del celebre "water-front" (incompiuta barlettana) apparivano fervide idee per rivitalizzare quello che dovrebbe essere il fiore all'occhiello di una città che vuole accelerare anche attraverso il turismo. Ad ora, però, insieme ai già ristretti marciapiedi e alle piste "small" anziché "smart", ci si aggiunge anche la carenza di cura da parte del cittadino, allora di mare resterà solo quello di problemi, in cui raramente si governa la corrente.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Il parcheggio selvaggio è l'ennesima tappa dolorosa nei chilometri di litoranea barlettana: già in passato avevamo menzionato la poco signorile capacità della pista di trasformarsi in estate in un insolito parquet di mateco per tavolate improvvisate, o degli squarci tra aiuole e pista che caratterizzano il cammino di podisti e biciclette, a due o quattro ruote che siano, o ancora dell'inadeguatezza di panchine per le quali lo stanziamento di 120mila euro per un restyling mai arrivato è rimasto un intrigante progetto arrugginito come le assi che le caratterizzano.
Avevamo già stigmatizzato la questione-litoranea, dedicata peraltro a Pietro Mennea, oltre due mesi fa, quando l'estate era solo un timido pensiero e le politiche a favore del celebre "water-front" (incompiuta barlettana) apparivano fervide idee per rivitalizzare quello che dovrebbe essere il fiore all'occhiello di una città che vuole accelerare anche attraverso il turismo. Ad ora, però, insieme ai già ristretti marciapiedi e alle piste "small" anziché "smart", ci si aggiunge anche la carenza di cura da parte del cittadino, allora di mare resterà solo quello di problemi, in cui raramente si governa la corrente.
(Twitter: @GuerraLuca88)