La città
Niccolò Fraggianni: un barlettano per Barletta
Un intellettuale contrario alla moda dei sistemi. Vico, Giannone, Leibniz e Montesquieu i suoi formatori
Barletta - giovedì 9 maggio 2013
13.39
Non ha mai dimenticato la sua città natale Niccolò Fraggianni, uomo di legge, di scienza, di cultura; è stato uno dei precursori dell'illuminismo e dell'anticlericalismo napoletano oltre ad aver dominato il mondo giuridico di metà del XVIII secolo. Nato a Barletta, viene chiamato sin da subito dalla corte del Regno di Napoli per il suo spirito filosofico e la sua preziosa lucidità di pensiero. Per l'importanza che questo intellettuale riveste nel panorama della storia cittadina poco nota e troppo negletta, il Rotary club di Barletta ha voluto dedicare una serata speciale presso il Circolo Unione di Barletta in occasione del 250° anniversario dalla sua scomparsa. Evento organizzato dai due relatori: Michelangelo Filannino, dirigente del Liceo "Nuzzi" di Andria e Elia Delcuratolo, studiosa e tesista di Niccolò Fraggianni con approfondimenti sulla politica clericale alla corte di Carlo III di Borbone.
Grazie alla riflessione sull'esemplarità di Niccolò Fraggianni si è potuto rivolgere uno sguardo alle profonde prospettive della cultura in senso etico, economico, giurisdizionale e politico al fine di alimentare il senso di appartenenza ai beni simbolici e reali, patrimoni della comunità. Perno dello scenario preilluministico e prerivoluzionario, il nostro concittadino si è arricchito del contatto con i cervelli più illuminati dell'epoca: Casare Beccaria per il senso critico e la moderatezza, Gianbattista Vico (accanto al quale è sepolto a Napoli) per la riflessione storico-filosofica, l'enciclopedico Leibniz dal quale prende l'ordine formale teoretico, Montesquieu per l' organizzazione statale, Giannone e il suo senso della storia.
"L'uomo crede che il mondo sia stato creato per lui; anche l'asino potrebbe dire lo stesso e credere che l'uomo sia stato creato per servirlo". Con questa frase geniale si può ben intendere quanto Fraggianni sia stato contrario al sistema antropocentrico, avverso alle mode preconfezionate e invece atto all'ampiezza di vedute, al vivace dinamismo di concezione eidetica che rende l'uomo saggio.
Pur frequentando ambienti internazionali, Fraggianni ha sempre avuto un occhio di riguardo per Barletta: acquistò il Palazzo della Marra per 3700 ducati e finanziò la costruzione di Porta Marina perché sempre consapevole del potenziale economico e intercontinentale della nostra città. Della grandezza del suo marchese, magistrato e giureconsulto Barletta conserva lo stemma e il sepolcro di famiglia e il suo altorilievo nella Chiesa di S. Andrea.
"Un sistema in apparenza bello perde con il tempo il suo credito". Riflettiamo profondamente sul messaggio teoretico e pragmatico lasciatoci dal nostro concittadino con l'augurio che le nostre origini possano essere radici da non sradicare ma basi per far fruttare sempre qualcosa di grande e sempre rinnovato.
Grazie alla riflessione sull'esemplarità di Niccolò Fraggianni si è potuto rivolgere uno sguardo alle profonde prospettive della cultura in senso etico, economico, giurisdizionale e politico al fine di alimentare il senso di appartenenza ai beni simbolici e reali, patrimoni della comunità. Perno dello scenario preilluministico e prerivoluzionario, il nostro concittadino si è arricchito del contatto con i cervelli più illuminati dell'epoca: Casare Beccaria per il senso critico e la moderatezza, Gianbattista Vico (accanto al quale è sepolto a Napoli) per la riflessione storico-filosofica, l'enciclopedico Leibniz dal quale prende l'ordine formale teoretico, Montesquieu per l' organizzazione statale, Giannone e il suo senso della storia.
"L'uomo crede che il mondo sia stato creato per lui; anche l'asino potrebbe dire lo stesso e credere che l'uomo sia stato creato per servirlo". Con questa frase geniale si può ben intendere quanto Fraggianni sia stato contrario al sistema antropocentrico, avverso alle mode preconfezionate e invece atto all'ampiezza di vedute, al vivace dinamismo di concezione eidetica che rende l'uomo saggio.
Pur frequentando ambienti internazionali, Fraggianni ha sempre avuto un occhio di riguardo per Barletta: acquistò il Palazzo della Marra per 3700 ducati e finanziò la costruzione di Porta Marina perché sempre consapevole del potenziale economico e intercontinentale della nostra città. Della grandezza del suo marchese, magistrato e giureconsulto Barletta conserva lo stemma e il sepolcro di famiglia e il suo altorilievo nella Chiesa di S. Andrea.
"Un sistema in apparenza bello perde con il tempo il suo credito". Riflettiamo profondamente sul messaggio teoretico e pragmatico lasciatoci dal nostro concittadino con l'augurio che le nostre origini possano essere radici da non sradicare ma basi per far fruttare sempre qualcosa di grande e sempre rinnovato.