Cronaca

Nella sesta provincia scoperto il caporalato dell’edilizia

La Guardia di Finanza debella 'il nero' della compravendita. Inaudito l’arricchimento spropositato ed illecito di molti costruttori edili.

43 milioni di euro sottratti alle casse dello Stato. Oltre 160 appartamenti venduti evadendo sino al 60% del valore effettivo. Tutto era iniziato nel marzo del 2009, quando i sospetti nell'imprenditoria edile avevano messo in moto l'indagine della Guardia di Finanza di Barletta. Il 21 maggio dello scorso anno [come potete rileggere sull'articolo di Barlettalife ndr] ben 130 perquisizioni tra case e sedi delle più importanti imprese edili di Barletta grazie alle estese e capillari indagini eseguite dalle Fiamme gialle coordinate dal capitano Giuseppe Giulio Leo.

Quelle indagini fecero da cassa di risonanza ad un o dei più subdoli crimini fiscali che tutti conoscevano che molti avrebbero voluto e dovuto denunciare , diventato abuso consolidato nel mercato edile barlettano a cui il compratore doveva sottostare se voleva un qualsivoglia tetto sulla testa. Oggi, con la notizia dell'emissione di nove ordinanza di custodia cautelare per amministratori e contabili di società, sembra proprio che nel nostro territorio si possa ricominciare a respirare aria di legalità.

Nel registro degli indagati, precisamente un anno fa, apparivano i nomi di noti protagonisti del mercato immobiliare quali Prascina, Castagnaro, Luigi Scarcelli e altri: dopo le operazioni di questi giorni, gli stessi nomi appaiono fra le persone soggette al provvedimento di custodia cautelare. Si tratta precisamente di Gennaro e Flora Ziri, padre e figlia rispettivamente di 67 e 42 anni, Giuseppe e Alfonso Prascina, padre e figlio di 78 e 41 anni, Carmine Massimiliano Castagnaro di 40 anni, Antonio Chiarazzo di 63 anni e Antonio Maria Di Bari, 51 anni.

Un'indagine che da due anni sta occupando i militari della Guardia di Finanza di Barletta e provinciali il cui lavoro prezioso e di grande perizia ha permesso di smascherare i primi nomi di questa grande macchina del sopruso, denominata dagli inquirenti "Paradisi perduti", che da anni opera nel nord barese. La squadra coordinata con solerte professionalità dal comandante Leo ha circoscritto una prima tappa risolutoria in questa complessa operazione, le cui diramazioni più o meno estese usciranno sempre più allo scoperto, e c'è da essere fiduciosi che gli interessi dello Stato e dei cittadini tutti potranno ritenersi blindati se si accorderà maggior fiducia alle nostre forze dell'ordine che silenziosamente, senza proclami annunciati, con meticoloso lavoro alla fine assicurano la legalità reclamata, convincendoci che l'omertà giammai paga.
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