La città
Nel Principato di Barletta, il verde secca in fretta
Rifletto su un ulivo secco. Propaganda verde, arma elettorale
Barletta - venerdì 8 marzo 2013
Nel Principato di Barletta, le rotonde sono state studiate per evitare che aspiranti "Schumacher e Valentino Rossi " utilizzino le strade come circuiti per "Gran Premi della Morte". In seguito, si è pensato di abbellire le rotonde con alberi o giardini, sebbene non tutti gli alberi siano d'accordo con questa decisione urbanistica. Può capitare, tra via Manzoni e via Dante Alighieri, che un massiccio albero di ulivo, sia seccato per incuria, dimenticanza, o perché le elezioni amministrative sono lontane, per cui è meglio abbandonare la pianta, sarà sostituita un mese prima delle aperture dei seggi elettorali. In quei fatidici giorni, come per magia, arriverà l'ordine di abbellire la piantumazione della città e il decoro urbano.
Ecco il metodo barlettano: si lascia andare un po' le cose alla malora e, poco prima delle elezioni, arriva qualcuno e innesta una pianta, un albero, un giardino, parla del pericolo del punteruolo rosso, rifà il look alle strisce pedonali, strombazza la necessità di una città turistica, per poi presentarsi alle elezioni, di sicuro, gli elettori barlettani si ricorderanno di lui nel seggio elettorale. Questo è il "vademecum dell'aspirante politico - amante - del verde". Intanto, ulivi, palme e pini non aspettano le elezioni, e seccano. In seguito, conclusa la campagna elettorale, meglio lasciare seccare piante e alberi, sarà più redditizio sostituirli. In attesa che qualcuno pianti le violette attorno alla Timac, o che inauguri un giardino portatile, saluto a modo mio quest'albero, che avrebbe dovuto avere una sorte migliore.
Ci sono tanti imprenditori del Nord Italia e stranieri, che vorrebbero abbellire i propri giardini con l'ulivo, simbolo della Puglia, ma a quanto pare Barletta non è la Puglia. A questo albero, non resta che essere estirpato e diventare legna da ardere per le 100 pizzerie della città.
Ecco il metodo barlettano: si lascia andare un po' le cose alla malora e, poco prima delle elezioni, arriva qualcuno e innesta una pianta, un albero, un giardino, parla del pericolo del punteruolo rosso, rifà il look alle strisce pedonali, strombazza la necessità di una città turistica, per poi presentarsi alle elezioni, di sicuro, gli elettori barlettani si ricorderanno di lui nel seggio elettorale. Questo è il "vademecum dell'aspirante politico - amante - del verde". Intanto, ulivi, palme e pini non aspettano le elezioni, e seccano. In seguito, conclusa la campagna elettorale, meglio lasciare seccare piante e alberi, sarà più redditizio sostituirli. In attesa che qualcuno pianti le violette attorno alla Timac, o che inauguri un giardino portatile, saluto a modo mio quest'albero, che avrebbe dovuto avere una sorte migliore.
Ci sono tanti imprenditori del Nord Italia e stranieri, che vorrebbero abbellire i propri giardini con l'ulivo, simbolo della Puglia, ma a quanto pare Barletta non è la Puglia. A questo albero, non resta che essere estirpato e diventare legna da ardere per le 100 pizzerie della città.