Comandante Galasso
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La città

Movida barlettana, intervista al comandante dei Carabinieri: «Serve una sicurezza partecipata»

Il punto con il comandante Galasso: l’appello è a denunciare sempre tutti i comportamenti pericolosi

Allarmanti episodi di aggressione si sono verificati nel corso delle ultime settimane a Barletta specialmente nei weekend: certe sere sembrano essere caratterizzate dalla prepotenza gratuita utilizzata dai ragazzi a danno dei coetanei quasi come passatempo e forma di divertimento. Comportamenti antisociali che si ripercuotono sulla città e che preoccupano i cittadini.

Per approfondire questo delicato tema abbiamo intervistato il Comandante dei Carabinieri della Bat, il Colonnello Massimiliano Galasso.

Alla luce dei recenti episodi di aggressione che hanno coinvolto la movida barlettana sorge una domanda: è ancora possibile un divertimento sicuro?
"Innanzitutto parto con il dire che quest'anno è stata data una grossa regolamentazione alla movida: questa è un'azione mirata a facilitare i controlli e a stabilire degli orari che siano in linea con delle buone prassi di vita. La movida in sé è un fenomeno neutro, l'industria del divertimento c'è e deve essere viva ma bisogna agire con misure preventive per evitare spiacevoli situazioni. Oltre al controllo del territorio stiamo facendo un grosso lavoro di sensibilizzazione nelle scuole e anche con i gestori dei locali per attenzionare le pratiche da adottare in caso di comportamenti pericolosi".

Quali sono le azioni che mettono in campo le forze dell'ordine per arginare il fenomeno?
"Sicuramente c'è dietro un grosso lavoro di tracciamento online per individuare le violenze perché molte volte questi episodi prima vengono filmati e poi, forse, denunciati. I controlli delle autorità devono essere accompagnati quindi da una sicurezza partecipata garantita da tutti i cittadini che devono segnalare al 112 gli atti violenti. Ognuno deve fare la sua parte… ci deve essere una ridondanza informativa. Ma non dimentichiamoci dell'importante ruolo dato dall'educazione nelle famiglie, come genitori, io in primis, abbiamo delle responsabilità nei confronti dei nostri figli."

Grazie per il lavoro che svolgete ogni giorno. Infine, perché la prevaricazione e la prepotenza, che sono il denominatore comune di questi episodi, tendono a concentrarsi tra i più giovani?
"Tra i 16 e i 25 anni i ragazzi hanno minore percezione della pericolosità delle proprie azioni sugli altri; inoltre è quella fascia d'età che usa più la tecnologia e proprio per questo è più soggetta a fenomeni emulativi spesso anche pericolosi verso modelli di vita sbagliati".
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