Chiusura Per Lutto Cittadino
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«Monitoraggio delle aziende barlettane, anche di quelle che non rispettano le regole»

Intervento di Unimpresa Bat. «Bisogna provvedere nel nuovo piano per il commercio»

«Abbiamo già espresso il nostro cordoglio e quello di tutti gli imprenditori della Provincia per il gravissimo dolore che ha colpito la città di Barletta - scrive la direzione di Unimpresa Bat - I commercianti hanno tenuto abbassate le serrande dei negozi, in segno di cordoglio e partecipazione, senza dimenticare che se da queste tragedie non si ha la capacità di imparare nulla, allora non si tratta né di fatalità né di casualità ma di assoluta inadeguatezza. Al centro della cronaca nazionale di questi giorni, oltre al dolore per il dramma delle famiglie che hanno perso nel crollo i loro congiunti, forse sottovalutato dai media, si sta ponendo in primissimo piano le condizioni delle lavoratrici di quello che era un opificio "anomalo", quindi giudichiamo anacronistico, deprimente e umiliante non riconoscere che quella di Barletta è una realtà diffusa sull'intero territorio provinciale. E' già stato detto tanto su quella che era l'economia barlettana e su come questo prezioso gioiello d'impresa sia stato scientificamente, per la quasi totalità, massacrato e distrutto, nell'indifferenza generale di classi politiche e dirigenti di scarsissimo valore e di un mondo sindacale e di rappresentanza anch'esso del tutto impegnato in discussioni private ma per essi "produttive", in tutti i sensi, mentre il dramma si consumava.

Oggi, paradossalmente, dopo anni di inspiegabile ritardo, dopo tanto tempo perso e dopo che la città si è sviluppata in modo disordinato e disorganizzato, si parla di Piano del Commercio, di Distretto Urbano (forse solo per sfruttare i finanziamenti regionali stanziati ad hoc per chissà quale forma di compensazione per i tantissimi vantaggi elargiti alla grande distribuzione organizzata che ha contribuito non poco al fallimento di moltissime micro imprese, anche mediante i vantaggi derivanti dalle aperture straordinarie domenicali e festive concesse a larga manica); un Piano del Commercio la cui redazione è stata affidata, senza bando ad evidenza pubblica, a due Associazioni di Categoria e ai loro Centri regionali (chissà perché non provinciali), non sappiamo ancora a quali costi a carico dell'intera Comunità barlettana.

Una procedura che prevede anche alcuni incontri per i giorni 13 – 20 – 27 ottobre prossimi nei quali non si sa ancora su quale documento discuteranno i fortunati invitati dal momento che di tale Piano non vi è alcuna traccia neppure sul Sito Istituzionale del comune, se non altro per verificare quale e come sia stato realizzato in questi anni il grande e duro lavoro preliminare da parte degli amici che hanno ottenuto l'affidamento diretto. Tralasciando il fatto che sono moltissimi i comuni che hanno deciso di risparmiare con saggezza i denari pubblici redigendo questi Piani tramite uffici interni, con l'ausilio e la collaborazione di tutte le Associazioni di Categoria, datoriali e dei Consumatori, come prevede la legge ignorata, quindi a costo zero, come accaduto a Canosa di Puglia, a Trani ed ora anche ad Andria, mettere in rete quel "lavoro" avrebbe significato verificare se tale bozza di Piano abbia previsto, come per legge, l'elaborazione della esatta fotografia della realtà economica cittadina, compresa quella sommersa che andrebbe aiutata ad emergere, quindi ad essere regolarizzata.

Oggi leggiamo sulla stampa che l'Assessore alle Attività Produttive del Comune di Barletta, Michele Maffione riconosce l'esistenza di troppi lavoratori abusivi e pensa di far scattare un censimento, avendo dato impulso ai suoi validi e costosi dirigenti, di tutti i laboratori di confezionamento operanti in città. L'Assessore, quindi, condividendo quella che è una nostra proposta che ci è stato ingiustificatamente negato di poter esprimere a tempo debito, nelle opportune sedi del comune di Barletta, farebbe questo per non far cadere nel vuoto il monito sulla sicurezza sui luoghi di lavoro lanciato dal Capo dello Stato (per fortuna Giorgio c'è), dopo il crollo di via Roma.

Caro Assessore Maffione, purtroppo nelle Amministrazioni Comunali delle nostre città gli Assessori, soprattutto quelli alle Attività Produttive, si avvicendano come il giorno e la notte, al contrario dei Dirigenti superpagati che rimangono sempre al loro posto, anche oltre i termini o quando non potrebbero più farlo, quindi anche un ragionamento compiuto e duraturo diventa difficile ma notiamo che anche Lei si è immediatamente "allineato" all'andazzo e, convinto e condizionato da chi sa bene come devono andare le cose, ha trascurato di attuare quei minimi principi di democrazia partecipata che garantiscano a tutti di svolgere il proprio compito statutario. Se si fosse avuto il buon senso e si fosse rispettata la legge, consentendo a tutti di partecipare alle riunioni, qualcuno avrebbe potuto ascoltare anche questa nostra proposta di ben tre anni fa quando sin da allora prevedevamo la possibilità che proprio in sede di redazione del Piano del Commercio, si prevedesse la possibilità di un censimento generalizzato delle imprese, anche di quelle sommerse che tutti sanno esistere.
Lo sanno le organizzazioni barlettane così come lo sanno soprattutto i politici che anche nella recente campagna elettorale hanno girato e rivoltato la città palmo a palmo recandosi anche "in quei luoghi" oggi criminalizzati.

Per quanto ci riguarda ci dispiace non aver mai avuto, nonostante la Signora del Commercio di Barletta ci abbia più volte rassicurato che avrebbe rispettato la legge, senza poi realmente farlo, la possibilità di contribuire e portare un poco della nostra esperienza; avremmo voluto dirlo a dicembre 2009, ad esempio, quando proprio il comune di Barletta fu l'unico a promuovere Corsi per la Sicurezza per le Imprese (oggi suona quasi come una beffa), di Primo Soccorso, per i Responsabili dei Lavoratori e del Servizio Prevenzione e Protezione, affidandoli, sempre in modo diretto e senza alcuna evidenza pubblica, alle solite Associazioni amiche con il loro Centri o addirittura a loro Società di servizi private.
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