Politica
«Mennea deve smetterla di gettare fango sull'amministrazione»
Risposta del sindaco Nicola Maffei al consigliere regionale. «Non bisogna dividersi per aree di appartenenza o potentati»
Barletta - sabato 2 luglio 2011
«Dispiace dover leggere le dichiarazioni odierne del consigliere Ruggiero Mennea - dichiarava ieri il sindaco Nicola Maffei - anche perché se la prende con me senza che io personalmente lo abbia chiamato in causa una sola volta». Decisa è la risposta del dimissionario primo cittadino di Barletta, che risponde accoratamente a Mennea, che già aveva rilasciato una dichiarazione sulle problematiche interne al centrosinistra barlettano.
«Viene da pensare che il Consigliere Regionale abbia la coda di paglia oppure, e sarebbe auspicabile, intenda finalmente partecipare attivamente a quei processi di democrazia interna che il PD cittadino chiede a gran voce. Mennea rimanda al mittente le accuse mossegli da alcuni organi di stampa secondo le quali egli sarebbe il burattinaio che si cela dietro le azioni di alcuni consiglieri. Spero non sia così; ma se così fosse sarebbe gravissimo e, in quel caso, avrebbe ragione Michele Emiliano, che ricordo è Presidente Regionale del Partito Democratico e ha tutto il diritto di occuparsi di queste cose, a pretendere una verifica interna al mio Partito per capire al meglio la situazione e prendere provvedimenti. A Mennea ricordo che in questa situazione è auspicabile che egli stesso cerchi di dare una mano nella risoluzione dei problemi del partito e, in questo, la distanza tra Bari e Barletta c'entra molto poco.
A lui voglio inoltre ricordare che la mia elezione a Sindaco di Barletta è passata, negli scorsi mesi, attraverso tutti i processi democratici interni ed esterni al PD e alla coalizione di centrosinistra. Forse il Consigliere dimentica che il 14 gennaio scorso la mia candidatura a Sindaco è stata votata all'unanimità da un affollato Direttivo del Partito Democratico e che l'intero popolo di centrosinistra l'ha ulteriormente legittimata, facendomi vincere le Primarie del 20 febbraio. Mennea dimostra di non aver capito affatto il meccanismo delle primarie. Nel momento in cui si è scelta la strada delle primarie, si è data a tutti la possibilità di candidarsi. Chi non ha usato l'occasione delle primarie per proporsi non può ora censurarne il risultato lamentando il fatto che il PD, in quell'occasione, si sia "ricompattato attorno a Maffei". Se le primarie hanno un senso, allora il loro risultato va accettato e sostenuto da tutti. Proprio in nome del rispetto dei partiti e della politica, inoltre, ho rinunciato alla mia lista civica, rafforzando il Partito Democratico. Al termine di questi processi, sono stato rieletto Sindaco. Scopro dunque che a Mennea questo non va giù: buono a sapersi! O forse qualcuno lo aveva capito quando nel corso delle prime operazioni di spoglio del 16 maggio proprio lui evocava un ballottaggio da governare con la sua mediazione ? Lo dica chiaro e smetta di nascondersi dietro una sterile richiesta di cambiamento.
Mennea, inoltre, manca di rispetto all'intero Consiglio Comunale dividendolo tra consiglieri "che reclamano democrazia" e coloro che, evidentemente, non la riconoscono. Ricordo che 15 consiglieri di maggioranza hanno espresso parere chiarissimo sulla questione della Presidenza del Consiglio, indicando l'apprezzamento per un candidato. Nei processi di democrazia le decisioni sono affidate a una maggioranza codificata. Se la matematica non è un'opinione, dunque, nel Consiglio Comunale del 29 giugno la posizione di alcuni consiglieri del PD sulla Presidenza era ed è minoritaria nella maggioranza consiliare e addirittura minoritaria anche rispetto a quanto indicato dall'opposizione. Se non sono questi, quali sono, in questa situazione, i processi democratici invocati da Mennea? Ce li spieghi meglio, perché è evidente che a me e all'intera coalizione non sono abbastanza chiari.
Piuttosto, a margine di questa querelle, io mi rivolgo ancora una volta al mio Partito e all'intera coalizione, perché si faccia presto e si inizi davvero un nuovo percorso di dialogo serrato, costruttivo, propositivo, che possa portare ad una nuova stagione di partecipazione interna al PD – ce n'è bisogno, è inutile negarlo – e di reale costruzione di una visione nuova insieme a tutti i partiti della coalizione, che ringrazio per l'altissimo senso di responsabilità che hanno mostrato in Consiglio Comunale e nella conferenza stampa di ieri mattina, nella quale tutti hanno ribadito l'appoggio alla mia persona.
Una sola cosa, tuttavia, non posso in alcun modo permettere che passi sotto silenzio. Nella sua lettera alla gazzetta Mennea ha parlato di una città, Barletta, in mano a un "comitato di gestione che vuole maneggiare". Si tratta di dichiarazioni gravissime che io chiedo ufficialmente di motivare e provare presso gli organi competenti. Altrimenti è meglio che taccia e la smetta di gettare fango mediatico sulla nuova Amministrazione e su quella vecchia della quale, lo ricordo quasi abbia dimenticato anche questo, anche lui ha fatto parte sino a pochi giorni fa, peraltro con ruoli politici non marginali.
In questa situazione tutti gli organi politici e istituzionali devono provare a ritrovare l'altissimo ruolo di garanzia che compete loro. I Consiglieri Regionali hanno il dovere di affiancare il Sindaco e la coalizione nel favorire percorsi di sintesi democratica interna ai partiti e esterna, sui tavoli di coalizione. Il mio appello è questo: ritroviamo, in questi giorni, la capacità di discutere senza personalismi dei problemi che dovremo affrontare, provando a dare nuova autorevolezza al ruolo che ciascuno di noi riveste. Non si tratta di dividersi per aree di appartenenza o per potentati, quanto, piuttosto, di dichiarare apertamente se si é con il Sindaco che rappresenta la città o si é strumentalmente con l'opposizione.
Se così non sarà, le mie dimissioni resteranno irrevocate e torneremo a votare tra un anno. La città questo non lo vuole, ma sono sicuro che i barlettani capiranno e ci aiuteranno a riflettere, nel corso di questo anno, sul ruolo che la politica deve rivestire per garantire un reale e responsabile rinnovamento».
«Viene da pensare che il Consigliere Regionale abbia la coda di paglia oppure, e sarebbe auspicabile, intenda finalmente partecipare attivamente a quei processi di democrazia interna che il PD cittadino chiede a gran voce. Mennea rimanda al mittente le accuse mossegli da alcuni organi di stampa secondo le quali egli sarebbe il burattinaio che si cela dietro le azioni di alcuni consiglieri. Spero non sia così; ma se così fosse sarebbe gravissimo e, in quel caso, avrebbe ragione Michele Emiliano, che ricordo è Presidente Regionale del Partito Democratico e ha tutto il diritto di occuparsi di queste cose, a pretendere una verifica interna al mio Partito per capire al meglio la situazione e prendere provvedimenti. A Mennea ricordo che in questa situazione è auspicabile che egli stesso cerchi di dare una mano nella risoluzione dei problemi del partito e, in questo, la distanza tra Bari e Barletta c'entra molto poco.
A lui voglio inoltre ricordare che la mia elezione a Sindaco di Barletta è passata, negli scorsi mesi, attraverso tutti i processi democratici interni ed esterni al PD e alla coalizione di centrosinistra. Forse il Consigliere dimentica che il 14 gennaio scorso la mia candidatura a Sindaco è stata votata all'unanimità da un affollato Direttivo del Partito Democratico e che l'intero popolo di centrosinistra l'ha ulteriormente legittimata, facendomi vincere le Primarie del 20 febbraio. Mennea dimostra di non aver capito affatto il meccanismo delle primarie. Nel momento in cui si è scelta la strada delle primarie, si è data a tutti la possibilità di candidarsi. Chi non ha usato l'occasione delle primarie per proporsi non può ora censurarne il risultato lamentando il fatto che il PD, in quell'occasione, si sia "ricompattato attorno a Maffei". Se le primarie hanno un senso, allora il loro risultato va accettato e sostenuto da tutti. Proprio in nome del rispetto dei partiti e della politica, inoltre, ho rinunciato alla mia lista civica, rafforzando il Partito Democratico. Al termine di questi processi, sono stato rieletto Sindaco. Scopro dunque che a Mennea questo non va giù: buono a sapersi! O forse qualcuno lo aveva capito quando nel corso delle prime operazioni di spoglio del 16 maggio proprio lui evocava un ballottaggio da governare con la sua mediazione ? Lo dica chiaro e smetta di nascondersi dietro una sterile richiesta di cambiamento.
Mennea, inoltre, manca di rispetto all'intero Consiglio Comunale dividendolo tra consiglieri "che reclamano democrazia" e coloro che, evidentemente, non la riconoscono. Ricordo che 15 consiglieri di maggioranza hanno espresso parere chiarissimo sulla questione della Presidenza del Consiglio, indicando l'apprezzamento per un candidato. Nei processi di democrazia le decisioni sono affidate a una maggioranza codificata. Se la matematica non è un'opinione, dunque, nel Consiglio Comunale del 29 giugno la posizione di alcuni consiglieri del PD sulla Presidenza era ed è minoritaria nella maggioranza consiliare e addirittura minoritaria anche rispetto a quanto indicato dall'opposizione. Se non sono questi, quali sono, in questa situazione, i processi democratici invocati da Mennea? Ce li spieghi meglio, perché è evidente che a me e all'intera coalizione non sono abbastanza chiari.
Piuttosto, a margine di questa querelle, io mi rivolgo ancora una volta al mio Partito e all'intera coalizione, perché si faccia presto e si inizi davvero un nuovo percorso di dialogo serrato, costruttivo, propositivo, che possa portare ad una nuova stagione di partecipazione interna al PD – ce n'è bisogno, è inutile negarlo – e di reale costruzione di una visione nuova insieme a tutti i partiti della coalizione, che ringrazio per l'altissimo senso di responsabilità che hanno mostrato in Consiglio Comunale e nella conferenza stampa di ieri mattina, nella quale tutti hanno ribadito l'appoggio alla mia persona.
Una sola cosa, tuttavia, non posso in alcun modo permettere che passi sotto silenzio. Nella sua lettera alla gazzetta Mennea ha parlato di una città, Barletta, in mano a un "comitato di gestione che vuole maneggiare". Si tratta di dichiarazioni gravissime che io chiedo ufficialmente di motivare e provare presso gli organi competenti. Altrimenti è meglio che taccia e la smetta di gettare fango mediatico sulla nuova Amministrazione e su quella vecchia della quale, lo ricordo quasi abbia dimenticato anche questo, anche lui ha fatto parte sino a pochi giorni fa, peraltro con ruoli politici non marginali.
In questa situazione tutti gli organi politici e istituzionali devono provare a ritrovare l'altissimo ruolo di garanzia che compete loro. I Consiglieri Regionali hanno il dovere di affiancare il Sindaco e la coalizione nel favorire percorsi di sintesi democratica interna ai partiti e esterna, sui tavoli di coalizione. Il mio appello è questo: ritroviamo, in questi giorni, la capacità di discutere senza personalismi dei problemi che dovremo affrontare, provando a dare nuova autorevolezza al ruolo che ciascuno di noi riveste. Non si tratta di dividersi per aree di appartenenza o per potentati, quanto, piuttosto, di dichiarare apertamente se si é con il Sindaco che rappresenta la città o si é strumentalmente con l'opposizione.
Se così non sarà, le mie dimissioni resteranno irrevocate e torneremo a votare tra un anno. La città questo non lo vuole, ma sono sicuro che i barlettani capiranno e ci aiuteranno a riflettere, nel corso di questo anno, sul ruolo che la politica deve rivestire per garantire un reale e responsabile rinnovamento».