La città
Mennea Day…after, cosa resta a Barletta
Tante celebrazioni, ora serve perpetuarne la celebrità. L’ennesima sfida per l’uomo della Disfida
Barletta - sabato 14 settembre 2013
Pietro Paolo Mennea da Barletta voleva essere veloce. Prima ha sfidato il vento, poi gli avversari, poi solo se stesso. Così è riuscito a diventare il più grande atleta italiano di tutti i tempi. Ha corso da protagonista sulla scena mondiale per circa 20 anni in oltre 500 gare, ha battuto 2 primati mondiali, 8 primati europei, 33 record nazionali. Una corsa cominciata a 14 anni per guadagnare 500 lire, sfidando di sera le Alfa su viale Giannone, e sempre finendo davanti a loro, e passata attraverso cinque Olimpiadi, quattro lauree e 23 libri. Correva il 12 settembre 1979, a Città del Messico, quando Mennea riscrisse per sempre le regole dello sport, stabilendo il record del mondo dei 200, in 19"72: un record durato 17 anni, che ha legato in eterno il nome della "Freccia del Sud" alla storia dell'atletica leggera italiana. Numeri che sono stati protagonisti su scala nazionale il 12 settembre, quando a Barletta e in altre 60 città italiane si è celebrato il "Mennea-day", una giornata per correre insieme, anche senza cronometro, per interpretare ognuno a modo suo, quei 200 metri legati indissolubilmente alla "Freccia del Sud".
Nell'aria della città di Eraclio riecheggia ancora il profondo spirito di sacrificio che ha condotto Pietro Mennea a una lunga stagione di vittorie attraverso cinque partecipazioni alle Olimpiadi, il record del mondo, numerosi altri successi in Italia e in Europa. Un'infinità di traguardi raggiunti affrontando e superando la difficoltà degli esordi a Barletta, del confronto da meridionale con una realtà da sempre ostica al Mezzogiorno, dalla presenza di figure che lo hanno formato nella vita e nello sport. A Barletta- e non poteva essere altrimenti- la celebrazione del mito è durata più di 24 ore, godendo di un ricco "pre" sin dal pomeriggio dell'11 settembre, quando è stato suggellato il gemellaggio tra Barletta e Formia, laddove- nel centro federale tra i più famosi d'Italia- è cresciuto il fenomeno-Mennea. Presentazioni di libri, annulli filatelici, confronti editoriali, proiezioni di cortometraggi a tema, un gemellaggio con la città di Formia, ricordi di vecchi amici, 400 partecipanti alle gare aperte a tutti, tanti "top sprinters". Numeri e dati da campionissimi, quale Mennea è stato in pista e fuori. Un continuum di emozioni veicolato attraverso i decenni e i luoghi, dalla palestra del "Cassandro" all'Aquacetosa fino al "Luzhniki" di Mosca. Un maxi-evento che si è avvalso anche della presenza del senatore Pietro Grasso, Presidente del Senato, che ha assistito alla posa sulla pista del "Puttilli" della targa celebrativa del record del mondo sui 200 metri sul livello del mare (19'96'') stabilito il 17 agosto 1980. Grasso era in città per le celebrazioni del 70° anniversario della resistenza della città di Barletta e della sua guarnigione militare all'occupazione nazista, che culminò nel barbaro eccidio di 10 vigili urbani e due netturbini.
Oggi, dopo un'euforia perdurata due giorni, travisata da alcuni e travasata in eccessi di entusiasmo da altri. Un immenso coro di voci, un tuffo in un magnificente passato, questo è stato il Mennea-Day per Barletta. Adesso non bisogna perdersi, non bisogna far sì che paura, egoismo e personalismi impediscano di raccogliere il suo percorso e di renderlo pubblico come esempio. Qualcuno chiedeva per la Freccia del Sud una statua simbolicamente alta 19 metri e 72 centimetri, in onore del celebre record. Non si chiede tanto, ma almeno che si operi prontamente per alimentare un ricordo che, paradossalmente, è già presente in altre realtà italiane. Una rotonda, sulla Litoranea di Ponente, è oggi l'idea maturata da amministrazione comunale e Coni per ricordare il nostro orgoglio: un busto che vegli sul mare dove il giovane Pietro si allenava e poneva le basi per i suoi successi sportivi. La scelta soddisferà i barlettani o farà discutere? La sensazione è che potrebbe partorire un dibattito animato, come anticipato dalle voci alternatesi in questi giorni, "capeggiate" dal professor Francesco Mascolo, storico allenatore di Pietro. Sullo sfondo, per ora, restano la promessa della fondazione di un Centro Federale nella nostra città e tante belle parole, ma poco altro: è tempo di fare presto, di dar vita ai fatti, di dare preminenza alla concretezza, ciò che Pietro Mennea ha sempre avuto nel suo Dna.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Nell'aria della città di Eraclio riecheggia ancora il profondo spirito di sacrificio che ha condotto Pietro Mennea a una lunga stagione di vittorie attraverso cinque partecipazioni alle Olimpiadi, il record del mondo, numerosi altri successi in Italia e in Europa. Un'infinità di traguardi raggiunti affrontando e superando la difficoltà degli esordi a Barletta, del confronto da meridionale con una realtà da sempre ostica al Mezzogiorno, dalla presenza di figure che lo hanno formato nella vita e nello sport. A Barletta- e non poteva essere altrimenti- la celebrazione del mito è durata più di 24 ore, godendo di un ricco "pre" sin dal pomeriggio dell'11 settembre, quando è stato suggellato il gemellaggio tra Barletta e Formia, laddove- nel centro federale tra i più famosi d'Italia- è cresciuto il fenomeno-Mennea. Presentazioni di libri, annulli filatelici, confronti editoriali, proiezioni di cortometraggi a tema, un gemellaggio con la città di Formia, ricordi di vecchi amici, 400 partecipanti alle gare aperte a tutti, tanti "top sprinters". Numeri e dati da campionissimi, quale Mennea è stato in pista e fuori. Un continuum di emozioni veicolato attraverso i decenni e i luoghi, dalla palestra del "Cassandro" all'Aquacetosa fino al "Luzhniki" di Mosca. Un maxi-evento che si è avvalso anche della presenza del senatore Pietro Grasso, Presidente del Senato, che ha assistito alla posa sulla pista del "Puttilli" della targa celebrativa del record del mondo sui 200 metri sul livello del mare (19'96'') stabilito il 17 agosto 1980. Grasso era in città per le celebrazioni del 70° anniversario della resistenza della città di Barletta e della sua guarnigione militare all'occupazione nazista, che culminò nel barbaro eccidio di 10 vigili urbani e due netturbini.
Oggi, dopo un'euforia perdurata due giorni, travisata da alcuni e travasata in eccessi di entusiasmo da altri. Un immenso coro di voci, un tuffo in un magnificente passato, questo è stato il Mennea-Day per Barletta. Adesso non bisogna perdersi, non bisogna far sì che paura, egoismo e personalismi impediscano di raccogliere il suo percorso e di renderlo pubblico come esempio. Qualcuno chiedeva per la Freccia del Sud una statua simbolicamente alta 19 metri e 72 centimetri, in onore del celebre record. Non si chiede tanto, ma almeno che si operi prontamente per alimentare un ricordo che, paradossalmente, è già presente in altre realtà italiane. Una rotonda, sulla Litoranea di Ponente, è oggi l'idea maturata da amministrazione comunale e Coni per ricordare il nostro orgoglio: un busto che vegli sul mare dove il giovane Pietro si allenava e poneva le basi per i suoi successi sportivi. La scelta soddisferà i barlettani o farà discutere? La sensazione è che potrebbe partorire un dibattito animato, come anticipato dalle voci alternatesi in questi giorni, "capeggiate" dal professor Francesco Mascolo, storico allenatore di Pietro. Sullo sfondo, per ora, restano la promessa della fondazione di un Centro Federale nella nostra città e tante belle parole, ma poco altro: è tempo di fare presto, di dar vita ai fatti, di dare preminenza alla concretezza, ciò che Pietro Mennea ha sempre avuto nel suo Dna.
(Twitter: @GuerraLuca88)