Politica
Maria Campese: «La sentenza su Montaltino monito severo»
«La Federazione della Sinistra non era nella giunta Maffei». «Basta con nuove costruzioni a Barletta»
Barletta - giovedì 14 febbraio 2013
«La sentenza del Consiglio di Stato inerente il piano di lottizzazione di un insediamento turistico rurale nella zona di Montaltino conferma la bontà delle battaglie fatte all'epoca dal partito della Rifondazione comunista per impedirne la realizzazione» è il commento dell'assessore Maria Campese. «Da subito avevamo denunciato il nostro disappunto, da molto tempo prima che il consiglio comunale, la notte del 4 febbraio del 1999, approvasse la delibera con cui si autorizzava la cementificazione di un'area ricompresa nella zonizzazione del Piano regolatore come zona E, ovvero area agricola».
«Una battaglia, quella di Rifondazione comunista, che si è infranta davanti alla deliberazione di quella parte del Consiglio comunale che, votando a favore, consegnò un altro pezzo di Barletta al partito del mattone. La Federazione della Sinistra – Sinistra per Barletta che ha appoggiato il secondo Governo Maffei non faceva parte di quella maggioranza ma i partiti che la compongono hanno sempre tenuto alta la guardia su diversi provvedimenti urbanistici di dubbia legittimità o palese illegittimità, proprio come quello sulla costruzione di 184 villette a Montaltino.
«Il territorio agricolo di Barletta è stato fin troppo saccheggiato, mentre interi quartieri soffocano nel cemento e la domanda di nuove abitazioni è crollata. La sentenza di ieri del Consiglio di Stato è un monito severo all'amministrazione pubblica e a quella parte della politica che scende in campo non con la prospettiva di governare il bene comune ma con il preciso mandato di gestire gli interessi delle lobby del mattone. E' questa commistione che va spezzata, come ci insegna anche la drammatica vicenda legata al crollo della palazzina di via Roma. Barletta non ha bisogno di nuove costruzioni. La nuova programmazione urbanistica dovrà puntare sulla ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio abitativo esistente oltre che sul recupero delle aree verdi , fondamentali per alzare i livelli della qualità della vita nella città».
«Una battaglia, quella di Rifondazione comunista, che si è infranta davanti alla deliberazione di quella parte del Consiglio comunale che, votando a favore, consegnò un altro pezzo di Barletta al partito del mattone. La Federazione della Sinistra – Sinistra per Barletta che ha appoggiato il secondo Governo Maffei non faceva parte di quella maggioranza ma i partiti che la compongono hanno sempre tenuto alta la guardia su diversi provvedimenti urbanistici di dubbia legittimità o palese illegittimità, proprio come quello sulla costruzione di 184 villette a Montaltino.
«Il territorio agricolo di Barletta è stato fin troppo saccheggiato, mentre interi quartieri soffocano nel cemento e la domanda di nuove abitazioni è crollata. La sentenza di ieri del Consiglio di Stato è un monito severo all'amministrazione pubblica e a quella parte della politica che scende in campo non con la prospettiva di governare il bene comune ma con il preciso mandato di gestire gli interessi delle lobby del mattone. E' questa commistione che va spezzata, come ci insegna anche la drammatica vicenda legata al crollo della palazzina di via Roma. Barletta non ha bisogno di nuove costruzioni. La nuova programmazione urbanistica dovrà puntare sulla ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio abitativo esistente oltre che sul recupero delle aree verdi , fondamentali per alzare i livelli della qualità della vita nella città».