Politica
Manovra finanziaria, «Bisogna abolire il debito pubblico»
Interviene il segretario provinciale del Pdci. Asservimento dei governi agli organismi finanziari
Italia - sabato 16 luglio 2011
«Il Parlamento greco ha approvato le misure imposte dal FMI, dalla BCE e dalla UE per far fronte al pagamento del debito pubblico in mano alle banche internazionali impegnandosi ai pagare interessi, rate in scadenza e commissioni altissime sui prestiti erogati dagli stessi soggetti». Interviene così Palmino Stefano Canfora, segretario provinciale del Partito del Comunisti Italiani.
«Per far fronte a questi impegni il governo si è impegnato a ridurre la spesa pubblica e aumentare le imposte e i tickets sui servizi, a svendere (mettere all'asta) beni pubblici (imprese e beni demaniali), a privatizzare le imprese pubbliche. Lo stesso stanno già facendo il governo portoghese e irlandese e in larga misura anche quello spagnolo. In Italia l'attuale governo sta portandoci sulla stessa strada. Il debito pubblico italiano è di circa 1.800 miliardi di euro (120% del PIL), paghiamo circa 100 miliardi/anno di interessi, di conseguenza abbiamo un deficit (uscite - entrate) di circa 60 miliardi/anno che fa aumentare ogni anno il Debito Pubblico. Con il Patto di Stabilità Europeo firmato in giugno in sede UE il governo attuale si è impegnato ad azzerare il deficit entro il 2014 e a ridurre il debito al 60% del PIL. Come si può tener fede a simili impegni? Spremendo le masse popolari e svendendo ai ricchi beni pubblici (imprese e beni demaniali). Sono i risultati dell'asservimento dei governi agli organismi finanziari del sistema imperialista mondiale. In questo contesto ogni politica, come le invocano Camusso, Ferrero e altri, di rilancio dell'economia tramite l'aumento della spesa pubblica e l'iniziativa dello Stato in campo economico, anche se non vi fossero altri ostacoli, è impossibile: comporterebbe di aumentare il Debito Pubblico. Qualsiasi governo che vorrà tenere fede agli impegni assunti nell'ambito della UE non potrà che assumere politiche restrittive come la manovra finanziaria del ministro Tremonti, su cui l'opposizione parlamentare da via libera "per il bene del Paese" Bisogna sfuggire da questa trappola abolendo il Debito Pubblico: non pagando più né gli interessi né le rate in scadenza, salvo tutelare quella piccola parte delle masse popolari che ha i suoi risparmi in Buoni e Certificati di Credito del Tesoro (BOT e CCT). Bisogna però esser pronti a far fronte alla reazione rabbiosa degli istituti finanziari, delle banche, dei governi delle potenze imperialiste che si gioveranno dell'appoggio delle banche, delle società finanziarie e dei ricchi italiani.
È possibile far fronte alla loro reazione rabbiosa? Certamente, basta essere decisi. Il primo provvedimento da assumere è mettere sotto controllo o direzione pubblica le banche e le istituzioni finanziarie operanti sul suolo italiano. Il secondo è di intervenire sulle catene di distribuzione dei beni alimentari, dei derivati del petrolio e delle forniture energetiche. Alla prevedibile reazione di un blocco degli scambi commerciali bisogna rispondere stabilendo relazioni di solidarietà, collaborazione e scambio con gli altri paesi governati da autorità che vogliono anch'esse sfuggire alla morsa del sistema imperialista mondiale. I paesi che hanno bisogno di sfuggire alla morsa del sistema imperialista mondiale sono molti e il loro numero aumenterà con l'aggravarsi della crisi del capitalismo e delle pretese imperialiste».
«Per far fronte a questi impegni il governo si è impegnato a ridurre la spesa pubblica e aumentare le imposte e i tickets sui servizi, a svendere (mettere all'asta) beni pubblici (imprese e beni demaniali), a privatizzare le imprese pubbliche. Lo stesso stanno già facendo il governo portoghese e irlandese e in larga misura anche quello spagnolo. In Italia l'attuale governo sta portandoci sulla stessa strada. Il debito pubblico italiano è di circa 1.800 miliardi di euro (120% del PIL), paghiamo circa 100 miliardi/anno di interessi, di conseguenza abbiamo un deficit (uscite - entrate) di circa 60 miliardi/anno che fa aumentare ogni anno il Debito Pubblico. Con il Patto di Stabilità Europeo firmato in giugno in sede UE il governo attuale si è impegnato ad azzerare il deficit entro il 2014 e a ridurre il debito al 60% del PIL. Come si può tener fede a simili impegni? Spremendo le masse popolari e svendendo ai ricchi beni pubblici (imprese e beni demaniali). Sono i risultati dell'asservimento dei governi agli organismi finanziari del sistema imperialista mondiale. In questo contesto ogni politica, come le invocano Camusso, Ferrero e altri, di rilancio dell'economia tramite l'aumento della spesa pubblica e l'iniziativa dello Stato in campo economico, anche se non vi fossero altri ostacoli, è impossibile: comporterebbe di aumentare il Debito Pubblico. Qualsiasi governo che vorrà tenere fede agli impegni assunti nell'ambito della UE non potrà che assumere politiche restrittive come la manovra finanziaria del ministro Tremonti, su cui l'opposizione parlamentare da via libera "per il bene del Paese" Bisogna sfuggire da questa trappola abolendo il Debito Pubblico: non pagando più né gli interessi né le rate in scadenza, salvo tutelare quella piccola parte delle masse popolari che ha i suoi risparmi in Buoni e Certificati di Credito del Tesoro (BOT e CCT). Bisogna però esser pronti a far fronte alla reazione rabbiosa degli istituti finanziari, delle banche, dei governi delle potenze imperialiste che si gioveranno dell'appoggio delle banche, delle società finanziarie e dei ricchi italiani.
È possibile far fronte alla loro reazione rabbiosa? Certamente, basta essere decisi. Il primo provvedimento da assumere è mettere sotto controllo o direzione pubblica le banche e le istituzioni finanziarie operanti sul suolo italiano. Il secondo è di intervenire sulle catene di distribuzione dei beni alimentari, dei derivati del petrolio e delle forniture energetiche. Alla prevedibile reazione di un blocco degli scambi commerciali bisogna rispondere stabilendo relazioni di solidarietà, collaborazione e scambio con gli altri paesi governati da autorità che vogliono anch'esse sfuggire alla morsa del sistema imperialista mondiale. I paesi che hanno bisogno di sfuggire alla morsa del sistema imperialista mondiale sono molti e il loro numero aumenterà con l'aggravarsi della crisi del capitalismo e delle pretese imperialiste».