La città
Litoranea di Ponente, panchine senza ruggine cercansi
E' arrivata l'estate, ma il problema resta irrisolto
Barletta - venerdì 20 giugno 2014
0.45
«Quelle panchine non le vorrebbe più neanche il "ferrivecchi"» il commento di due signori sui 70 anni che camminano sul Lungomare di Ponente ti accoglie e ti lascia attonito al tempo stesso in una mattina infrasettimanale di inizio estate: e a Barletta, se il clima che ci accompagna al solstizio si presenta grigio, non stanno messe meglio le panchine che fanno da contorno allo spazio tra la pista ciclabile, le palme e la ringhiera che distanzia dalla spiaggia. Ruggine, assi mancanti, un colore indefinibile e incuria le caratterizzano, rendendo vano il panorama compreso tra il Promontorio del Gargano, il mare e la costa della Sesta Provincia.
Avevamo messo in mostra la questione oltre due mesi fa, quando l'estate era solo un timido pensiero e le politiche a favore del celebre "water-front" (incompiuta barlettana) apparivano fervide idee per rivitalizzare quello che dovrebbe essere il fiore all'occhiello di una città che vuole accelerare anche attraverso il turismo. Ci troviamo allo "start" della stagione estiva e l'indecoroso decoro caratterizza, a occhio, il 40% delle sedute presenti in quel di Ponente, con una situazione in miglioramento solo nella coda del litorale, laddove le panchine diminuiscono numericamente ma perlomeno migliorano qualitativamente.
Un ostacolo serio, alla vista e alla comodità: già i cultori della corsa su strada a Barletta in riva al mare si confrontano con il ristretto marciapiede, largo non più di 3 metri, da condividere con le panchine e la pista ciclabile (disegnata per terra) occupata dai velocipedi, già si fatica a dare una dimensione familiare allo spazio, e se a questo aggiungiamo delle soste poco agevoli e piacevoli, allora il piatto è completo. E sufficiente a rendere indigesta la bella stagione. In tempi di magra per tutte le amministrazioni, due dita di vernice verde come il colore delle panchine-e della speranza-potrebbero essere il giusto palliativo. Le colpe, come è logico che sia, vanno condivise tra amministrazione e utenti: non si spiegherebbe altrimenti l'immondizia a corredo di alcune palme e la bottiglia di birra "incastrata" tra le assi da qualche genio dell'ultim'ora. Barletta guarda al mare, ma restano da fare un mare di piccole cose per Barletta.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Avevamo messo in mostra la questione oltre due mesi fa, quando l'estate era solo un timido pensiero e le politiche a favore del celebre "water-front" (incompiuta barlettana) apparivano fervide idee per rivitalizzare quello che dovrebbe essere il fiore all'occhiello di una città che vuole accelerare anche attraverso il turismo. Ci troviamo allo "start" della stagione estiva e l'indecoroso decoro caratterizza, a occhio, il 40% delle sedute presenti in quel di Ponente, con una situazione in miglioramento solo nella coda del litorale, laddove le panchine diminuiscono numericamente ma perlomeno migliorano qualitativamente.
Un ostacolo serio, alla vista e alla comodità: già i cultori della corsa su strada a Barletta in riva al mare si confrontano con il ristretto marciapiede, largo non più di 3 metri, da condividere con le panchine e la pista ciclabile (disegnata per terra) occupata dai velocipedi, già si fatica a dare una dimensione familiare allo spazio, e se a questo aggiungiamo delle soste poco agevoli e piacevoli, allora il piatto è completo. E sufficiente a rendere indigesta la bella stagione. In tempi di magra per tutte le amministrazioni, due dita di vernice verde come il colore delle panchine-e della speranza-potrebbero essere il giusto palliativo. Le colpe, come è logico che sia, vanno condivise tra amministrazione e utenti: non si spiegherebbe altrimenti l'immondizia a corredo di alcune palme e la bottiglia di birra "incastrata" tra le assi da qualche genio dell'ultim'ora. Barletta guarda al mare, ma restano da fare un mare di piccole cose per Barletta.
(Twitter: @GuerraLuca88)