Scuola e Lavoro
Libri di testo: «la speculazione continua»
Rete Studenti Medi organizza il mercatino del libro usato. «Ottima occasione per rinvigorire il sapere come diritto»
Barletta - lunedì 5 settembre 2011
20.14
Ricostruire una prospettiva a lungo termine dell'istruzione scolastica per le nuove e future generazioni implica la considerazione di processi e aspetti molteplici che hanno luogo su scale temporali e sociali diverse. Gli interventi realizzati e le principali azioni intraprese negli ultimi anni hanno reso il processo di formazione scolastica un peso economicamente gravante sulle famiglie italiane. È proprio in questo periodo che si ripresenta la necessità di acquistare i libri per l'anno scolastico venturo,la cui spesa, accompagnata a quella non indifferente dell'ulteriore materiale necessario allo studente, incrementa inevitabilmente il carovita già in atto. La logica delle adozioni dei libri scolastici continua difatti a presentare delle falle evidenti.
Il tetto massimo di spesa imposto dal Ministero della Pubblica Istruzione, impostato su valori accettabili a grandi linee, è spesso soggetto a rimaneggiamenti da parte dei singoli istituti che tendono a superare la soglia stabilita con prezzi spesso insostenibili per i testi consigliati. Da non tralasciare è il ruolo delle case editrici che, colluse con il Governo, ostacolano la "politica dell'informatizzazione della scuola" e l'uso di strumenti, quali ad esempio ebook, che siano in grado di abbattere quasi del tutto i libri di testo, riducendo progressivamente la speculazione economica che trova adito in tale ambito.
Perciò il Diritto allo studio, emblema di uno Stato libero che punti sui giovani come soggetti costituenti della società futura e già ampiamente minato dalla riforma "Gelmini" trova un'ulteriore limitazione. Seguendo dunque dei meccanismi che non agiscono nel medesimo canale di un'istruzione completa, fruibile e non soggetta a differenziazioni in classi, è evidente quanto venga incrementato il fenomeno dell'esclusione sociale in ambito scolastico non permettendo al ragazzo di proseguire nel proprio iter formativo.
Un mercato questo che può pertanto funzionare soltanto laddove si attui un programma orizzontale di diffusione dei beni necessari allo studente per assicurarsi una graduale crescita delle proprie conoscenze e delle proprie capacità cognitive in modo tale da non sovraccaricare in modo indistinto le varie situazioni familiare. Vista la situazione delle famiglie italiane, non è di certo raro trovare nuclei monoreddito con figli a carico ancora in formazione. Tenendo conto dei recenti dati Istat , con la recente manovra finanziaria , saranno 8 milioni gli italiani in stato di povertà relativa.
Questi 8 milioni di individui vivono con circa 946 € mensili ed è pertanto impossibile difendere il Diritto allo studio dato che il costo dei libri si aggira intono a 300 € per studente, senza considerare le tasse universitarie qualora lo studente non sia medio. È dalle problematiche esposte, accompagnate peraltro dall'assenza di un welfare cittadino e dalle ulteriori mancanze riscontrabili all'interno della scuola italiana, che nasce l'esigenza di un servizio che parta dagli stessi studenti e dalla loro esigenza di fornire concretezza ai propri bisogni.
L'idea di un mercatino del libro usato avanzata dalla Rete degli Studenti Medi Barletta (attivo fino al 31 Ottobre in via Nazareth 40, c/o il Circolo Arci Cafiero Barletta), come sindacato studentesco sempre attivo nel territorio e che si fa portavoce dei singoli studenti, è il primo passo di una serie di servizi facenti parte di quello stesso circuito di contingenze. Nonostante appaia unicamente come mezzo utilizzato al fine di agevolare l'acquisto dei testi scolastici, è inoltre un'ottima occasione per rinvigorire il "sapere" come diritto effettivo.
Il mercatino del libro usato non è soltanto un metodo di agevolazione per le famiglie per questa situazione di crisi, ma lo stesso rappresenta solo la punta dell'iceberg dei problemi legati al mondo degli studenti.
C'è la necessità di riaprire un dibattito molto più ampio sul welfare studentesco anche a livello locale, attraverso l'interlocuzione con le istituzioni locali e le scuole.
Il tetto massimo di spesa imposto dal Ministero della Pubblica Istruzione, impostato su valori accettabili a grandi linee, è spesso soggetto a rimaneggiamenti da parte dei singoli istituti che tendono a superare la soglia stabilita con prezzi spesso insostenibili per i testi consigliati. Da non tralasciare è il ruolo delle case editrici che, colluse con il Governo, ostacolano la "politica dell'informatizzazione della scuola" e l'uso di strumenti, quali ad esempio ebook, che siano in grado di abbattere quasi del tutto i libri di testo, riducendo progressivamente la speculazione economica che trova adito in tale ambito.
Perciò il Diritto allo studio, emblema di uno Stato libero che punti sui giovani come soggetti costituenti della società futura e già ampiamente minato dalla riforma "Gelmini" trova un'ulteriore limitazione. Seguendo dunque dei meccanismi che non agiscono nel medesimo canale di un'istruzione completa, fruibile e non soggetta a differenziazioni in classi, è evidente quanto venga incrementato il fenomeno dell'esclusione sociale in ambito scolastico non permettendo al ragazzo di proseguire nel proprio iter formativo.
Un mercato questo che può pertanto funzionare soltanto laddove si attui un programma orizzontale di diffusione dei beni necessari allo studente per assicurarsi una graduale crescita delle proprie conoscenze e delle proprie capacità cognitive in modo tale da non sovraccaricare in modo indistinto le varie situazioni familiare. Vista la situazione delle famiglie italiane, non è di certo raro trovare nuclei monoreddito con figli a carico ancora in formazione. Tenendo conto dei recenti dati Istat , con la recente manovra finanziaria , saranno 8 milioni gli italiani in stato di povertà relativa.
Questi 8 milioni di individui vivono con circa 946 € mensili ed è pertanto impossibile difendere il Diritto allo studio dato che il costo dei libri si aggira intono a 300 € per studente, senza considerare le tasse universitarie qualora lo studente non sia medio. È dalle problematiche esposte, accompagnate peraltro dall'assenza di un welfare cittadino e dalle ulteriori mancanze riscontrabili all'interno della scuola italiana, che nasce l'esigenza di un servizio che parta dagli stessi studenti e dalla loro esigenza di fornire concretezza ai propri bisogni.
L'idea di un mercatino del libro usato avanzata dalla Rete degli Studenti Medi Barletta (attivo fino al 31 Ottobre in via Nazareth 40, c/o il Circolo Arci Cafiero Barletta), come sindacato studentesco sempre attivo nel territorio e che si fa portavoce dei singoli studenti, è il primo passo di una serie di servizi facenti parte di quello stesso circuito di contingenze. Nonostante appaia unicamente come mezzo utilizzato al fine di agevolare l'acquisto dei testi scolastici, è inoltre un'ottima occasione per rinvigorire il "sapere" come diritto effettivo.
Il mercatino del libro usato non è soltanto un metodo di agevolazione per le famiglie per questa situazione di crisi, ma lo stesso rappresenta solo la punta dell'iceberg dei problemi legati al mondo degli studenti.
C'è la necessità di riaprire un dibattito molto più ampio sul welfare studentesco anche a livello locale, attraverso l'interlocuzione con le istituzioni locali e le scuole.