Politica
Lettera aperta di Mennea al presidente Vendola
Situazione drammatica della comunità "Frezza" di Barletta. Un esempio di solidarietà rischia di sparire
Barletta - venerdì 25 giugno 2010
17.37
Il consigliere regionale del Partito Democratico, Ruggiero Mennea, ha indirizzato una lettera aperta al Presidente della Regione, Nichi Vendola, per porre all'attenzione del Governatore e di tutta la classe politica, la situazione "drammatica" della comunità socio riabilitativa "Monsignor Vincenzo Frezza" di Barletta "uno splendido esempio di solidarietà e di amore che però rischia di chiudere i battenti a causa di una convenzione con la Asl che tarda ad arrivare":
"Ti scrivo per porre alla tua attenzione e chiedere un tuo intervento tempestivo sulla drammatica situazione che sta investendo la comunità socio riabilitativa "Monsignor Vincenzo Frezza" di Barletta. Si tratta di una struttura qualificata che, grazie all'attività di encomiabili volontari, accudisce e fornisce assistenza a disabili affetti da gravi patologie che non hanno una famiglia che si possa occupare di loro.
Nata ben otto anni fa per iniziativa di alcuni volontari che volevano offrire una casa, e soprattutto una famiglia, a persone disabili che per diverse ragioni ne erano rimasti privi, la comunità negli anni è diventata un imprescindibile punto di riferimento per le fasce sociali più deboli della popolazione. Grazie all'amore dei volontari, alle offerte dei cittadini ed alle donazioni di benefattori, come l'eredità lasciata da Mons. Vincenzo Frezza, cui la struttura è intitolata, nel maggio del 2008 si è avverato un sogno: la costruzione di una sede, costata 700mila euro, ampia e funzionale. Ottenuta l'autorizzazione definitiva al funzionamento dalla Asl e dal Comune di Barletta e l'iscrizione all'albo regionale delle strutture autorizzate da parte della Regione Puglia, la comunità rischia di chiudere i battenti a causa di una convenzione con la Asl che, attesa da un anno, tarda ad arrivare. I volontari, difatti, nonostante sforzi encomiabili, non riescono più a pagare con le offerte il personale qualificato assunto a gennaio scorso (otto dipendenti tra educatori, ausiliari, psicologi, tecnici della riabilitazione e operatori socio sanitari) in funzione dell'ottenimento della tanto sospirata convenzione, che consentirebbe di ottenere fondi vitali per il proseguimento dell'attività. Attualmente la struttura offre assistenza e un clima familiare a cinque ospiti, tutti in carrozzina, che versano in condizioni drammatiche, sia dal punto di vista della salute, sia sotto il profilo umano. Uno di loro è affetto da tetraparesi spastica da parto, ha un solo rene e probabilmente dovrà essere sottoposto a dialisi: ha 39 anni, sua madre è morta quando lo ha messo alla luce e suo padre uscirà di prigione nel 2016. Un altro paziente ha 21 anni, affetto da idrocefalo e spina bifida, non ha alcuna sensibilità dalla vita in giù, ha il papà schizofrenico e la mamma gravemente ammalata e disperata. Inoltre c'è una lista interminabile di pazienti che avrebbero bisogno dell'assistenza della comunità, che potrebbe ospitare fino ad undici pazienti ma che, allo stato attuale delle cose, non può accogliere altri disabili perché la legge imporrebbe un aumento del personale, che già ora si fatica tremendamente a pagare. Se la convenzione con la Asl non sarà sottoscritta in tempi brevi, la comunità "Monsignor Vincenzo Frezza" sarà costretta a cessare la sua attività e i cinque ospiti finirebbero in mezzo ad una strada. Definire questa situazione un'emergenza sociale è riduttivo, siamo di fronte alla distruzione di un sogno fatto di amore e solidarietà, ad una situazione raccapricciante che non si sblocca a causa di problemi burocratici, non tenendo presente che in ballo ci sono le vite di uomini e donne in condizioni disperate.
Confido nella tua sensibilità, nella tua umanità e nel tuo senso di responsabilità che sempre hai mostrato in questi anni, sono sicuro che prenderai a cuore questa vicenda delicatissima che tocca la sensibilità di tutti e interverrai perché si possa approdare in tempi stretti ad una soluzione definitiva".
"Ti scrivo per porre alla tua attenzione e chiedere un tuo intervento tempestivo sulla drammatica situazione che sta investendo la comunità socio riabilitativa "Monsignor Vincenzo Frezza" di Barletta. Si tratta di una struttura qualificata che, grazie all'attività di encomiabili volontari, accudisce e fornisce assistenza a disabili affetti da gravi patologie che non hanno una famiglia che si possa occupare di loro.
Nata ben otto anni fa per iniziativa di alcuni volontari che volevano offrire una casa, e soprattutto una famiglia, a persone disabili che per diverse ragioni ne erano rimasti privi, la comunità negli anni è diventata un imprescindibile punto di riferimento per le fasce sociali più deboli della popolazione. Grazie all'amore dei volontari, alle offerte dei cittadini ed alle donazioni di benefattori, come l'eredità lasciata da Mons. Vincenzo Frezza, cui la struttura è intitolata, nel maggio del 2008 si è avverato un sogno: la costruzione di una sede, costata 700mila euro, ampia e funzionale. Ottenuta l'autorizzazione definitiva al funzionamento dalla Asl e dal Comune di Barletta e l'iscrizione all'albo regionale delle strutture autorizzate da parte della Regione Puglia, la comunità rischia di chiudere i battenti a causa di una convenzione con la Asl che, attesa da un anno, tarda ad arrivare. I volontari, difatti, nonostante sforzi encomiabili, non riescono più a pagare con le offerte il personale qualificato assunto a gennaio scorso (otto dipendenti tra educatori, ausiliari, psicologi, tecnici della riabilitazione e operatori socio sanitari) in funzione dell'ottenimento della tanto sospirata convenzione, che consentirebbe di ottenere fondi vitali per il proseguimento dell'attività. Attualmente la struttura offre assistenza e un clima familiare a cinque ospiti, tutti in carrozzina, che versano in condizioni drammatiche, sia dal punto di vista della salute, sia sotto il profilo umano. Uno di loro è affetto da tetraparesi spastica da parto, ha un solo rene e probabilmente dovrà essere sottoposto a dialisi: ha 39 anni, sua madre è morta quando lo ha messo alla luce e suo padre uscirà di prigione nel 2016. Un altro paziente ha 21 anni, affetto da idrocefalo e spina bifida, non ha alcuna sensibilità dalla vita in giù, ha il papà schizofrenico e la mamma gravemente ammalata e disperata. Inoltre c'è una lista interminabile di pazienti che avrebbero bisogno dell'assistenza della comunità, che potrebbe ospitare fino ad undici pazienti ma che, allo stato attuale delle cose, non può accogliere altri disabili perché la legge imporrebbe un aumento del personale, che già ora si fatica tremendamente a pagare. Se la convenzione con la Asl non sarà sottoscritta in tempi brevi, la comunità "Monsignor Vincenzo Frezza" sarà costretta a cessare la sua attività e i cinque ospiti finirebbero in mezzo ad una strada. Definire questa situazione un'emergenza sociale è riduttivo, siamo di fronte alla distruzione di un sogno fatto di amore e solidarietà, ad una situazione raccapricciante che non si sblocca a causa di problemi burocratici, non tenendo presente che in ballo ci sono le vite di uomini e donne in condizioni disperate.
Confido nella tua sensibilità, nella tua umanità e nel tuo senso di responsabilità che sempre hai mostrato in questi anni, sono sicuro che prenderai a cuore questa vicenda delicatissima che tocca la sensibilità di tutti e interverrai perché si possa approdare in tempi stretti ad una soluzione definitiva".