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La città

Le rivincite della Storia

Dal berlusconismo di sinistra al cerchio magico. Maffei, Attolico e il Consiglio comunale inutile

La storia si prende a volte delle rivincite curiose. Ieri, proprio nel giorno in cui, al Circolo Unione, ViviBarletta e Aislo commemoravano Francesco Salerno, 8 consiglieri comunali del PD (su 11) rendevano pubblica una lettera in cui si chiede all'amministrazione Maffei un segno di discontinuità.

Discontinuità, per chi ha un minimo di memoria storica, è la parola d'ordine con cui fu lanciata sei anni e mezzo fa la candidatura di Maffei (preferendo lui ad altri papabili). Discontinuità rispetto alla gestione Salerno, appunto. A distanza di sei anni e mezzo forse la nostra classe politica, in parte identica ad allora, in parte rinnovata (ma solo anagraficamente, non nei metodi), dovrebbe riflettere. Maffei ha conservato tutti i difetti della gestione Salerno, senza ereditarne i meriti.

Si diceva allora che la maggioranza era balcanizzata. Partiti e fazioni si dividevano su tutto, per poi trovarsi compatti nella spartizione di posti di potere e sottopotere. Da mesi assistiamo alla lotta continua tra due ali della maggioranza. Psi e Federazione della Sinistra si scontrano apertamente, ma sono solo i più baldanzosi spadaccini della rispettiva fazione. A tratti sembra che Caracciolo e Maffei si scontrino per interposta persona attraverso queste due forze. Magicamente però tutti i partiti si rimettono in riga quando si tratta di lottizzare cariche. L'ultimo caso è di pochi giorni fa. Il Nucleo di valutazione dei dirigenti è stato portato a cinque componenti (rispetto ai tre previsti). Un organismo la cui funzione risulta vitale, oggi più che mai, dopo l'ennesimo affaire Attolico. E invece i partiti nominano loro uomini, contravvenendo perfino a quanto scritto nel bando: non ci dovevano essere esponenti, dirigenti, eletti di partiti politici. Per una ovvia questione di imparzialità e neutralità. Ma si sa: in questa città i titoli, la trasparenza, l'opportunità vengono dopo, molto dopo rispetto al criterio "a chi appartieni". E così, come per la Barsa erano stati PSI, PD e Fds a spartirsi la torta della municipalizzata dei rifiuti, per la Casa di riposo si erano accomodati rappresentanti di Sel, PD, Api, al Nucleo di Valutazione si sono affannati Sel, Idv, FdS. La vicenda della Lombardia e del Lazio sono solo geograficamente lontane e forse sarebbe il caso di ragionare sui rischi di mescolare amministrazione, partitocrazia e mondo economico.

Qualcuno arrivò allora a definire quello di Salerno "berlusconismo di sinistra". Intendendo con questa espressione un eccesso di concentrazione di potere, un decisionismo estremo, una mancanza di partecipazione alle deliberazioni. Anche qui non pare che si siano fatti grossi passi avanti. Il Consiglio comunale si fa trattare da servo sciocco. La lettera degli 8 dimostra la totale inadeguatezza dei consiglieri comunali a svolgere le minime funzioni di controllo e sorveglianza rispetto all'esecutivo. Ci si scandalizza, è il caso anche di SEL e Idv intervenute ieri, sempre dopo che i mezzi di comunicazione sollevano i casi. Ma allora a cosa servono i 32 consiglieri comunali? Anche i dettagli aiutano. Quando l'assessore della Buona Politica, Sabino Dicataldo, ha reso pubbliche le sue perplessità sulla vicenda delle ferie del dirigente Attolico, il suo appello è stato firmato dai rappresentanti del movimento di appartenenza. Escluso l'unico consigliere comunale della BP, Gennaro Calabrese. Il quale evidentemente non ha alcunché da obiettare ad Attolico e Maffei e non risponde nemmeno al movimento di cui è unico rappresentante in Consiglio. Ma queste sono inezie. Il punto è che se Salerno esercitava, secondo qualcuno, un berlusconismo di sinistra, Maffei applica invece il modello leghista. Il cerchio magico di Bossi. Un cerchio magico che para tutti i colpi. E così, invece di farsi intervistare da una tv locale, invece di rilasciare una chiara, comprensibile dichiarazione, invece di sottoporsi a domande chiare rispondendo con altrettanto chiare motivazioni, il primo cittadino fa partire il cerchio magico. L'assessore Terrone, la segretaria comunale, Maffei: tutti a difesa del quarto anello del cerchio magico, anzi il primo, Alessandro Attolico. In quella nota congiunta, buona forse per qualche azzeccagarbugli, nulla vi è sulla ragioni che hanno impedito ad Attolico di godere delle ferie al momento opportuno (a proposito: ma a suo tempo non aveva detto di aver frequentato l'Università usufruendo dei giorni di ferie?). C'è invece l'ammissione, grave, del mandato di pagamento anticipato. Tanto, ci dice la segretaria, avevamo già controllato la legittimità dell'atto. Insomma vale per Attolico ciò che non vale, purtroppo, per nessun imprenditore che lavora col pubblico: se ci sono i requisiti, prima dell'atto si può incassare la cifra stanziata. Quella nota da legulei contiene anche un altro particolare: il Comune ha agito in fretta temendo un'azione legale del dirigente. Sì, in effetti è credibile. Provate a immaginare Belsito o Rosy Mauro che intentano causa a Umberto Bossi.
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