Servizi sociali
Le prime dosi di vaccino nella Bat: «L'emozione negli occhi dei colleghi»
Francesco Maffei, coordinatore infermieristico del 118 della Asl Bt, racconta il V-Day
Barletta - lunedì 28 dicembre 2020
15.20
Prima l'attesa delle 80 dosi di vaccino destinate alla provincia Bat, poi l'indescrivibile sensazione di felicità. Un sentimento condiviso tra tutti gli operatori sanitari che ieri si sono recati ad Andria per le prime somministrazioni. «Provo ancora tantissima emozione, mi sento orgoglioso». A raccontare gli attimi storici del V-Day è il barlettano Francesco Maffei, coordinatore infermieristico del 118 della Asl Bt, tra i primi a ricevere il vaccino.
«L'aria che si respirava ieri era adrenalinica. Quando ho visto arrivare i vaccini ho capito che quell'adrenalina era emozione. L'ho capito dall'espressione dei miei colleghi, dagli occhi lucidi di chi in questi mesi ha lavorato sul campo, ha soccorso i pazienti e ha lottato contro il virus».
L'arrivo del vaccino e le prime somministrazioni sono un barlume di luce e un commosso sospiro di sollievo a chiusura di un anno difficile: «Abbiamo avuto colleghi ricoverati per Covid. Alcuni di loro hanno rischiato di lasciarci, ma fortunatamente sono riusciti ad uscirne, qualcuno con delle conseguenze. Ecco perché ieri l'arrivo delle 80 dosi di vaccino destinate alla Bat è stata una grande gioia».
Il V-Day del 27 dicembre resterà una data storica per tutta l'Europa, ma servirà anche a sensibilizzare i molti, anche tra il personale sanitario, ancora scettici. «Vaccinarsi è un dovere per chi lavora nell'ambito sanitario» osserva Francesco Maffei che aggiunge: «Mi hanno reclutato per fare il vaccino e non potevo tirarmi indietro, non avrei rispettato i colleghi che hanno rischiato la vita. I medici e gli infermieri hanno fatto un giuramento quando hanno intrapreso questa professione e il giuramento va mantenuto. Non dobbiamo risparmiarci, soprattutto in periodi di emergenza come questi. Dobbiamo dimostrare che il nostro lavoro lo facciamo fino alla fine».
Nell'attesa di vedere gli effetti della campagna vaccinale di massa che prenderà il via a partire da gennaio, la prima fase di vaccinazione avrà il merito di rendere più sereno il lavoro degli operatori sanitari, diminuendo anche il timore di portare il contagio a casa dopo essere entrati in contatto con casi sospetti durante le operazioni di soccorso. «Per questo ringrazio tutti i colleghi che, nonostante si siano sempre protetti e siano sempre stati adempienti sul posto di lavoro, hanno contratto il virus. A loro dico grazie perché non si sono risparmiati».
«L'aria che si respirava ieri era adrenalinica. Quando ho visto arrivare i vaccini ho capito che quell'adrenalina era emozione. L'ho capito dall'espressione dei miei colleghi, dagli occhi lucidi di chi in questi mesi ha lavorato sul campo, ha soccorso i pazienti e ha lottato contro il virus».
L'arrivo del vaccino e le prime somministrazioni sono un barlume di luce e un commosso sospiro di sollievo a chiusura di un anno difficile: «Abbiamo avuto colleghi ricoverati per Covid. Alcuni di loro hanno rischiato di lasciarci, ma fortunatamente sono riusciti ad uscirne, qualcuno con delle conseguenze. Ecco perché ieri l'arrivo delle 80 dosi di vaccino destinate alla Bat è stata una grande gioia».
Il V-Day del 27 dicembre resterà una data storica per tutta l'Europa, ma servirà anche a sensibilizzare i molti, anche tra il personale sanitario, ancora scettici. «Vaccinarsi è un dovere per chi lavora nell'ambito sanitario» osserva Francesco Maffei che aggiunge: «Mi hanno reclutato per fare il vaccino e non potevo tirarmi indietro, non avrei rispettato i colleghi che hanno rischiato la vita. I medici e gli infermieri hanno fatto un giuramento quando hanno intrapreso questa professione e il giuramento va mantenuto. Non dobbiamo risparmiarci, soprattutto in periodi di emergenza come questi. Dobbiamo dimostrare che il nostro lavoro lo facciamo fino alla fine».
Nell'attesa di vedere gli effetti della campagna vaccinale di massa che prenderà il via a partire da gennaio, la prima fase di vaccinazione avrà il merito di rendere più sereno il lavoro degli operatori sanitari, diminuendo anche il timore di portare il contagio a casa dopo essere entrati in contatto con casi sospetti durante le operazioni di soccorso. «Per questo ringrazio tutti i colleghi che, nonostante si siano sempre protetti e siano sempre stati adempienti sul posto di lavoro, hanno contratto il virus. A loro dico grazie perché non si sono risparmiati».