La città
Le bancarelle della Festa della Madonna: tradizione e polemiche
Incontriamo venditori ambulanti che ci raccontano la loro festa. Piccoli furti e grandi polemiche da consegnare alle cronache
Barletta - venerdì 13 luglio 2012
Le feste patronali hanno un sapore di vecchio, direi del secolo scorso, almeno per come appaiono oggi. Ma è quello l'intento di chi le organizza. Si è parlato e scritto molto sul fervente culto dei barlettani per la Madonna dello Sterpeto e San Ruggiero. Due patroni che certo non vengono dimenticati durante il secondo sabato, domenica e lunedì di luglio di ogni anno, con celebrazioni miste di sacro e profano, per alcuni eccessivamente barocche. Anche quest'anno è andata: il Comitato organizzatore ha incassato molti complimenti per lo spettacolo piro-musicale di domenica al Castello, per le 'luminarie' a molti piaciute ad alcuni no, e solite polemiche da bar.
Tra le costanti, che servono a reggere la tradizione, vi sono le bancarelle. Gestite perlopiù da persone di provenienza straniera, soprattutto africana, ma anche barlettani o venditori di città vicine. Per saperne di più della "Festa della Madonna" dal loro punto di vista, abbiamo incontrato una rappresentanza di venditori ambulanti, che in quei caldissimi giorni di luglio hanno trascorso 72 ore presso i loro banchi di vendita. Coloro con cui abbiamo parlato non vendevano alimenti o dolciumi, ma possono garantire che, com'è normale in tali situazioni, trovandosi a lavorare gomito a gomito con altri, non sarebbe potuta sfuggire nessuna notizia o qualche tipo di bizzarra avventura con insetti o animali vari. Infatti, ciò non è accaduto, se non nei limiti del sopportabile: è anche normale che tanta gente riunita, a quelle temperature, generi un po' di sporcizia e attiri qualche insetto, non più degli alti anni. Insomma nulla di clamoroso. Proprio a questo riguardo gli ambulanti hanno voluto sottolineare l'impegno del Comune, che con il suo servizio di pulizia provvedeva a spazzare e lavare due volte al giorno lungo il percorso della festa. A beneficio dei venditori lì accampati e dei tanti clienti, non solo barlettani. Infatti, la necessità di igiene è ambivalente. Plauso anche a quegli esercenti vicini che offrivano un minimo di ristoro agli ambulanti. La festa è anche questo: incontro, condivisione, dare una mano come si può per la buona riuscita delle giornate.
Non sono mancati i piccoli furti alle bancarelle, anche nottetempo, depauperando ulteriormente i già scarsi introiti delle vendite, che, peraltro, hanno registrato un notevole calo rispetto agli anni precedenti. Forse si dovrebbe investire qualche euro in più per i servizi compresa la vigilanza notturna, o la distribuzione di strumenti per la raccolta dei rifiuti, magari riducendo qualche eccesso.
Le autorizzazioni per posizionare regolarmente i propri banchi di vendita vengono richieste molto prima e seguendo una trafila burocratica. Alcuni restano fuori, anche se decidono di posizionarsi lo stesso, alla meglio. Di certo non sono le bancarelle "della madonna" ad aver causato un altro flop di vendite, quello della partenza dei saldi nei negozi, iniziati proprio in quei giorni.
Le critiche alle bancarelle sono utili, alcune anche veritiere, ma non siano sterili. Tutti siano vigili nel rispetto delle regole. Dobbiamo sforzarci di capire e apprezzare, magari parlandoci come abbiamo fatto noi, che il venditore ambulante è una persona, che sta lavorando anche pesantemente. Non siano queste occasioni per denigrare, boicottare, ma anche per capire.
Tra le costanti, che servono a reggere la tradizione, vi sono le bancarelle. Gestite perlopiù da persone di provenienza straniera, soprattutto africana, ma anche barlettani o venditori di città vicine. Per saperne di più della "Festa della Madonna" dal loro punto di vista, abbiamo incontrato una rappresentanza di venditori ambulanti, che in quei caldissimi giorni di luglio hanno trascorso 72 ore presso i loro banchi di vendita. Coloro con cui abbiamo parlato non vendevano alimenti o dolciumi, ma possono garantire che, com'è normale in tali situazioni, trovandosi a lavorare gomito a gomito con altri, non sarebbe potuta sfuggire nessuna notizia o qualche tipo di bizzarra avventura con insetti o animali vari. Infatti, ciò non è accaduto, se non nei limiti del sopportabile: è anche normale che tanta gente riunita, a quelle temperature, generi un po' di sporcizia e attiri qualche insetto, non più degli alti anni. Insomma nulla di clamoroso. Proprio a questo riguardo gli ambulanti hanno voluto sottolineare l'impegno del Comune, che con il suo servizio di pulizia provvedeva a spazzare e lavare due volte al giorno lungo il percorso della festa. A beneficio dei venditori lì accampati e dei tanti clienti, non solo barlettani. Infatti, la necessità di igiene è ambivalente. Plauso anche a quegli esercenti vicini che offrivano un minimo di ristoro agli ambulanti. La festa è anche questo: incontro, condivisione, dare una mano come si può per la buona riuscita delle giornate.
Non sono mancati i piccoli furti alle bancarelle, anche nottetempo, depauperando ulteriormente i già scarsi introiti delle vendite, che, peraltro, hanno registrato un notevole calo rispetto agli anni precedenti. Forse si dovrebbe investire qualche euro in più per i servizi compresa la vigilanza notturna, o la distribuzione di strumenti per la raccolta dei rifiuti, magari riducendo qualche eccesso.
Le autorizzazioni per posizionare regolarmente i propri banchi di vendita vengono richieste molto prima e seguendo una trafila burocratica. Alcuni restano fuori, anche se decidono di posizionarsi lo stesso, alla meglio. Di certo non sono le bancarelle "della madonna" ad aver causato un altro flop di vendite, quello della partenza dei saldi nei negozi, iniziati proprio in quei giorni.
Le critiche alle bancarelle sono utili, alcune anche veritiere, ma non siano sterili. Tutti siano vigili nel rispetto delle regole. Dobbiamo sforzarci di capire e apprezzare, magari parlandoci come abbiamo fatto noi, che il venditore ambulante è una persona, che sta lavorando anche pesantemente. Non siano queste occasioni per denigrare, boicottare, ma anche per capire.