Territorio
La tartaruga Arè torna a casa
Ieri mattina a largo di Barletta la liberazione di una tartaruga Caretta Caretta. Curata presso il Centro Recupero Tartarughe Marine Legambiente di Manfredonia
Barletta - lunedì 8 luglio 2013
15.58
È stata liberata ieri mattina al largo di Barletta Arè (Eraclio nel dialetto locale) la tartaruga "Caretta Caretta", lunga 55 centimetri, salvata tre mesi fa tra Margherita di Savoia e Barletta e curata presso il Centro Recupero Tartarughe Marine di Legambiente di Manfredonia. Arè è stata liberata a circa mezzo miglio di distanza dal porto di Barletta, dove in questi giorni è ormeggiata la Goletta Verde, la storica campagna di informazione e monitoraggio scientifico di Legambiente a salvaguardia del mare e delle coste italiane. Hanno collaborato alla liberazione la Capitaneria di Porto di Barletta e la Guardia di Finanza reparto aeronavale della Puglia.
Sono 640 tartarughe le tartarughe recuperate dalla nascita del Centro Recupero Tartarughe Marine di Legambiente di Manfredonia, 78 da gennaio a oggi. Più del 90 per cento di queste erano rimaste intrappolate nella reti usate per la pesca a strascico, tra Margherita di Savoia e Vieste. In 9 casi, invece, i problemi sono stati causati dalla plastica in mare, in uno dal catrame. In cinque casi le tartarughe liberate sono poi state ricatturate dai pescatori. Tre sono morte a seguito di complicazioni. Tutte le tartarughe recuperate dal centro sono inoltre oggetto di uno studio sulla genetica dell'università di Ancona, per valutare i flussi migratori, che analizza il Dna mitocondriale e nucleare.
La liberazione di Arè è in realtà un messaggio di speranza che Goletta Verde lancia per un mare che sia davvero e finalmente libero per tutti, a partire dai disabili, ma anche e soprattutto per ribadire il proprio sogno di fondali liberi dalla minaccia del petrolio. Anche quest'anno, infatti, la Goletta Verde di Legambiente è in prima linea per difendere il mare italiano da questo assalto che garantirebbe solo ricchi utili per le società petrolifere, senza tener conto non solo dei rischi per il turismo e la pesca in caso di incidente, ma anche del nuovo modo di produrre energia che deve sostituire quanto prima le fonti fossili.
"Arè è finalmente libera, così come liberi vorremmo i nostri fondali dalle minacce che arrivano dalle società petrolifere – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia -. Si tratta di progetti folli di ricerca di greggio che ipotecano lo sviluppo futuro della nostra economia, fondata sull'uso sostenibile del mare, sul turismo e sulla pesca. Questa deriva petrolifera nell'adriatico e nel mediterraneo ci preoccupa molto e deve essere assolutamente fermata. Si tratta di una scelta insensata sotto tutti i punti di vista anche quello economico, visto che si stanno cedendo migliaia di kmq di mare alle società petrolifere, in nome di una presunta indipendenza energetica che durerebbe appena 7 settimane, stando ai consumi attuali e alla stima delle riserve accertate sotto il mare italiane. Con la liberazione di questa tartaruga ribadiamo la nostra speranza di un mare "libero". Non vogliamo ipotecare il nostro futuro mettendo in pericolo ambiente, paesaggio, agricoltura, turismo e salute".
Goletta Verde ha deciso di condividere questo momento di liberazione con l'associazione Sportinsieme di Vela Solidale, per ribadire che le istituzioni, di ogni ordine e grado, devono impegnarsi per garantire l'accessibilità al mare e alla spiagge ai disabili, anche perché questo è quello che stabilisce la legge ed è un diritto inalienabile. "Questa associazione – spiega Giuseppe Cilli, presidente del circolo Legambiente di Barletta - ha già fatto molto per la città di Barletta, promuovendo lo sport e la vela per i disabili, anche riadattando diverse imbarcazioni per fare in modo che anche chi è costretto a muoversi in carrozzella possa fruire del mare. Sappiamo che il piccolo pontile che è stato attrezzato per l'accesso alle imbarcazioni da parte delle carrozzelle, sarà rimosso perché non conforme. Ci saranno sicuramente dei buoni motivi per farlo, ma chiediamo all'Autorità portuale del Levante di adoperarsi affinché congiuntamente alla rimozione venga subito concessa l'autorizzazione per l'istallazione di un nuovo pontile, con l'obiettivo di proseguire questa attività e garantire la libera fruizione del mare a tutti".
Sono 640 tartarughe le tartarughe recuperate dalla nascita del Centro Recupero Tartarughe Marine di Legambiente di Manfredonia, 78 da gennaio a oggi. Più del 90 per cento di queste erano rimaste intrappolate nella reti usate per la pesca a strascico, tra Margherita di Savoia e Vieste. In 9 casi, invece, i problemi sono stati causati dalla plastica in mare, in uno dal catrame. In cinque casi le tartarughe liberate sono poi state ricatturate dai pescatori. Tre sono morte a seguito di complicazioni. Tutte le tartarughe recuperate dal centro sono inoltre oggetto di uno studio sulla genetica dell'università di Ancona, per valutare i flussi migratori, che analizza il Dna mitocondriale e nucleare.
La liberazione di Arè è in realtà un messaggio di speranza che Goletta Verde lancia per un mare che sia davvero e finalmente libero per tutti, a partire dai disabili, ma anche e soprattutto per ribadire il proprio sogno di fondali liberi dalla minaccia del petrolio. Anche quest'anno, infatti, la Goletta Verde di Legambiente è in prima linea per difendere il mare italiano da questo assalto che garantirebbe solo ricchi utili per le società petrolifere, senza tener conto non solo dei rischi per il turismo e la pesca in caso di incidente, ma anche del nuovo modo di produrre energia che deve sostituire quanto prima le fonti fossili.
"Arè è finalmente libera, così come liberi vorremmo i nostri fondali dalle minacce che arrivano dalle società petrolifere – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia -. Si tratta di progetti folli di ricerca di greggio che ipotecano lo sviluppo futuro della nostra economia, fondata sull'uso sostenibile del mare, sul turismo e sulla pesca. Questa deriva petrolifera nell'adriatico e nel mediterraneo ci preoccupa molto e deve essere assolutamente fermata. Si tratta di una scelta insensata sotto tutti i punti di vista anche quello economico, visto che si stanno cedendo migliaia di kmq di mare alle società petrolifere, in nome di una presunta indipendenza energetica che durerebbe appena 7 settimane, stando ai consumi attuali e alla stima delle riserve accertate sotto il mare italiane. Con la liberazione di questa tartaruga ribadiamo la nostra speranza di un mare "libero". Non vogliamo ipotecare il nostro futuro mettendo in pericolo ambiente, paesaggio, agricoltura, turismo e salute".
Goletta Verde ha deciso di condividere questo momento di liberazione con l'associazione Sportinsieme di Vela Solidale, per ribadire che le istituzioni, di ogni ordine e grado, devono impegnarsi per garantire l'accessibilità al mare e alla spiagge ai disabili, anche perché questo è quello che stabilisce la legge ed è un diritto inalienabile. "Questa associazione – spiega Giuseppe Cilli, presidente del circolo Legambiente di Barletta - ha già fatto molto per la città di Barletta, promuovendo lo sport e la vela per i disabili, anche riadattando diverse imbarcazioni per fare in modo che anche chi è costretto a muoversi in carrozzella possa fruire del mare. Sappiamo che il piccolo pontile che è stato attrezzato per l'accesso alle imbarcazioni da parte delle carrozzelle, sarà rimosso perché non conforme. Ci saranno sicuramente dei buoni motivi per farlo, ma chiediamo all'Autorità portuale del Levante di adoperarsi affinché congiuntamente alla rimozione venga subito concessa l'autorizzazione per l'istallazione di un nuovo pontile, con l'obiettivo di proseguire questa attività e garantire la libera fruizione del mare a tutti".