Eventi
La “Partita dell’amicizia”, il trionfo di sport e solidarietà
Il Barletta Calcio ha sfidato i ragazzi del Centro Salute Mentale di Barletta
Barletta - sabato 25 gennaio 2014
Il maltempo e la pioggia non bloccano l'entusiasmo dei protagonisti (in campo e fuori) per la prima "Partita dell'amicizia". Al "Manzi-Chiapulin" i ragazzi del Centro di Salute Mentale di Barletta hanno sfidato il Barletta Calcio di mister Nevio Orlandi. Nell'occasione i biancorossi sono scesi in campo con la tenuta blu e con una formazione mista tra componenti della "Berretti" e degli "Allievi", ospiti di un'inedita formazione biancorossa composta da dottori, pazienti e infermieri del CSM. Un momento di grande divertimento per tutti i ragazzi barlettani, che hanno potuto vivere i propri personalissimi istanti di gloria al cospetto dei calciatori. Una partita che è innanzitutto un momento di sport, di condivisione e di aggregazione, in cui non sono mancati i sorrisi, in cui le emozioni erano sempre a portata di mano. L'iniziativa è solo l'apice di una serie di attività che il CSM e il dottor Ferrucci stanno promuovendo per sviluppare l'idea dello sport quale "medicina" per chi soffre di problemi di tipo psicologico. Il Barletta Calcio si è prestato volentieri a questa iniziativa, mostrandosi ancora una volta sensibile all'ambito sociale, nonostante le cose sul rettangolo di gioco (e non solo) non stiano girando per il verso giusto. Il commento del sodalizio di via Vittorio Veneto è affidato alle parole di un sorridente mister Orlandi: «Quando ci sono queste iniziative, è giusto esserci, e lo facciamo con sincerità e con grande rispetto. È giusto stare vicini a chi affronta delle difficoltà. È giusto che il Barletta sia in prima linea, lo farà oggi e lo farà sempre. Poi lo sport diventa sempre un momento di aggregazione, e se si trovano a confrontarsi due squadre come oggi è un modo per stare insieme, per fare attività, per fare sentire tutti alla pari. Queste manifestazioni ci restituiscono la realtà della vita, che è ben altra da quella che si vive in campo o sugli spalti. La vita nel sociale è un'altra cosa. Tutti devono essere attenti all'aspetto sociale, è un fatto anche di cultura: per quel che riguarda certe cose in Italia siamo un attimo indietro. Lo stesso modo di approcciarsi ad una partita di calcio "vera" è diversa. Ci vorrebbe una maturazione diversa, più alta, e vivere il sociale sotto questo aspetto è sicuramente motivo di maturazione».
Tanta la soddisfazione che si legge negli occhi dell'ideatore della manifestazione, il dott. Ferrucci, che ha così commentato al termine della partita e dei conseguenti calci di rigore:«Una partita vera. Le partite reali sono queste. In un periodo in cui nel calcio professionistico sentiamo parlare di grandi interessi, di calcioscommesse, oggi è stato il giorno in cui abbiamo dimostrato con il nostro lavoro quotidiano che lo sport è un veicolo forte di riabilitazione, è un veicolo forte di socializzazione, ma anche un veicolo per gioca a calcio di professione per dimostrare la propria professionalità. Oltre ad essere calciatori, è importante essere uomini e sportivi. I nostri ragazzi sono rimasti molto soddisfatti, per loro è stata un'esperienza nuova e speriamo che non sia l'unica, speriamo che con la collaborazione dell'Amministrazione comunale, della Società Barletta Calcio e dell'Azienda Sanitaria Locale si possa proseguire, che questo sia il punto d'inizio e non d'arrivo. Dobbiamo dimostrare che i nostri ragazzi sono come gli altri e a volte anche meglio di tanti altri». Per la cronaca, a vincere sono stati proprio i ragazzi del Centro di Salute Mentale di Barletta, ma nella realtà hanno trionfato davvero tutti.
Tanta la soddisfazione che si legge negli occhi dell'ideatore della manifestazione, il dott. Ferrucci, che ha così commentato al termine della partita e dei conseguenti calci di rigore:«Una partita vera. Le partite reali sono queste. In un periodo in cui nel calcio professionistico sentiamo parlare di grandi interessi, di calcioscommesse, oggi è stato il giorno in cui abbiamo dimostrato con il nostro lavoro quotidiano che lo sport è un veicolo forte di riabilitazione, è un veicolo forte di socializzazione, ma anche un veicolo per gioca a calcio di professione per dimostrare la propria professionalità. Oltre ad essere calciatori, è importante essere uomini e sportivi. I nostri ragazzi sono rimasti molto soddisfatti, per loro è stata un'esperienza nuova e speriamo che non sia l'unica, speriamo che con la collaborazione dell'Amministrazione comunale, della Società Barletta Calcio e dell'Azienda Sanitaria Locale si possa proseguire, che questo sia il punto d'inizio e non d'arrivo. Dobbiamo dimostrare che i nostri ragazzi sono come gli altri e a volte anche meglio di tanti altri». Per la cronaca, a vincere sono stati proprio i ragazzi del Centro di Salute Mentale di Barletta, ma nella realtà hanno trionfato davvero tutti.