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La Parola che genera la fede e salva chi sa riconoscersi bisognoso

Don Vito Carpentiere spiega il vangelo di oggi

Dal Vangelo secondo Luca: "Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l'anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».


Finalmente entriamo nel vivo del racconto lucano con la proclamazione del prologo e del brano programmatico del ministero di Gesù. L'evangelista Luca è molto attento e rispettoso a "raccontare con ordine" la testimonianza di chi è diventato poi "servo della Parola" perché è amato da Dio e quindi diventa suo amico. Chi può dirsi suo amico? Lo scopriremo! Gesù partecipa, come suo solito, alla liturgia sinagogale settimanale e come "figlio del comandamento" può proclamare la Scrittura e commentarla. È significativo che, una volta ricevuto il rotolo di Isaia, egli trovi ciò che ha cercato, ossia quel brano che dice:

«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l'anno di grazia del Signore».


Se ci mettiamo nei panni di un abituale partecipante alla liturgia comunitaria immaginiamo la sorpresa di questa persona che si è sentita puoi commentare: oggi sì è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita! È la prima omelia di Gesù che in quell'oggi evoca la realizzazione della promessa di Dio in sé. L'annuncio è lieto per chi è povero: realmente, psicologicamente, spiritualmente, culturalmente; è liberatore per chi si riconosce prigioniero; è luce per chi si scopre cieco; è libertà per chi si sente oppresso. Questo sarà il ministero di Gesù, l'adempimento della volontà del Padre espressa nell'Antico Testamento. E lo comincerà a svolgere nella sua Nazareth, città ai margini e quasi ritenuta atea. Oggi questa Parola risuona per noi: se saprò riconoscermi povero, risuonerà per me come un annuncio lieto. Se mi riterrò "a posto", la lascerò scivolare. Se scoprirò di essere prigioniero, questa Parola sarà per me liberazione. Se avverto di essere nelle tenebre, essa sarà luce. Se mi sento oppresso, essa sarà per me liberazione. Dio attende, con infinita pazienza e amore. Non lasciamo cadere invano quest'oggi salvifico! Buona domenica!

[don Vito]
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