Scuola e Lavoro
La crisi continua, aumenta l'aliquota Iva dal 21 al 22%
La nota di Co.Di.Com. Puglia: «Come difendere la piccola impresa?»
Puglia - martedì 1 ottobre 2013
19.36
Come ampiamente previsto l'aumento dell'Iva c'è stato, scrivono i responsabili di Co.Di.Com. Puglia, nonostante le strumentali campagne da taluni avviate nella speranza che si verificassero condizioni che tutti già a priori sapevano, da tempo, non avrebbero potuto verificarsi in un Paese come l'Italia. A nulla sono servite le raccolte firme dei quali i nostri governanti si fanno un baffo a colazione così come finiscono miseramente nel vuoto dichiarazioni elargite a larga manica da avventurieri dell'ultim'ora che si ergono a difesa delle categorie i cui problemi dimostrano ogni giorno di non conoscere e di ignorare, pur sapendoli sfruttare per usi personali.
La realtà, anche in questa occasione, è ben altra e anche questa volta il tutto si è svolto con i piccoli commercianti a guardare, indifesi e abbandonati al loro destino, alla finestra e soggetti passivi. Mentre qualcuno si affanna a sottolineare che l'aumento dell'iva non rappresenterebbe poi un gran danno, altri, come noi, manifestano enorme preoccupazione per questa scellerata e disastrosa situazione determinata a causa di una classe politica servile e asservita, inadeguata ed incapace di governare il nostro Paese. Uno scempio consumatosi approfittando anche della ormai consueta assenza di una minima reazione organizzata per difendere la piccola impresa ormai vittima sacrificata e sfruttata da opportunisti e personaggi in cerca di futura collocazione politica, cosa diventata ormai scontata e routinaria.
Le conseguenze di questa operazione, in realtà da tutti condivisa anche politicamente ma poi sballottata da una parte all'altra da chi non ha mai assunto su di sé la responsabilità delle proprie azioni, saranno molto più pensati delle centinaia di euro che vengono stimate da più parti in quanto questa volta il costo non potrà più essere ammortizzato quindi deve necessariamente essere scaricato sui consumatori che, anch'essi, si sono ormai affidati completamente ad opinionisti e showman. La conseguenza peggiore sarà anche quella che non si vede subito ma che si vedrà in futuro cioè l'ulteriore diminuzione del servizio prestato alla collettività dalle piccole imprese che continueranno a chiudere.
L'aumento dell'iva, unitamente alle altre numerose tasse ed imposte comunali e centrali che aumenteranno in modo esponenziale sin dall'inizio del prossimo anno, è la dimostrazione della deriva totale verso la quale è stata condotta l'economia italiana. Non bastano i suicidi quotidiani degli imprenditori in crisi; non bastano i ripetuti appelli di Papa Francesco; non basta l'enorme numero di fallimenti come non basta il dato relativo all'aumento della criminalità. Non basta neanche tutto questo a suscitare una minima reazione. Nulla di nulla. Tutti sembrano nascondersi dietro un dito per non manifestare la loro incapacità di rappresentare le fasce più deboli ed ecco che anche le Associazioni e i Sindacati di rappresentanza, invece di scendere in piazza a fianco degli imprenditori che pure stanno manifestando a difesa del lavoro, ignorati completamente dalla stampa e organi di informazione collusi e complici del sistema, si limitano oramai al ruolo di sondaggisti, avendo deciso, da anni, da decenni, di abdicare al loro ruolo e ai loro compiti assumendo il più vantaggioso e comodo status di spettatori consenzienti e muti.
La realtà, anche in questa occasione, è ben altra e anche questa volta il tutto si è svolto con i piccoli commercianti a guardare, indifesi e abbandonati al loro destino, alla finestra e soggetti passivi. Mentre qualcuno si affanna a sottolineare che l'aumento dell'iva non rappresenterebbe poi un gran danno, altri, come noi, manifestano enorme preoccupazione per questa scellerata e disastrosa situazione determinata a causa di una classe politica servile e asservita, inadeguata ed incapace di governare il nostro Paese. Uno scempio consumatosi approfittando anche della ormai consueta assenza di una minima reazione organizzata per difendere la piccola impresa ormai vittima sacrificata e sfruttata da opportunisti e personaggi in cerca di futura collocazione politica, cosa diventata ormai scontata e routinaria.
Le conseguenze di questa operazione, in realtà da tutti condivisa anche politicamente ma poi sballottata da una parte all'altra da chi non ha mai assunto su di sé la responsabilità delle proprie azioni, saranno molto più pensati delle centinaia di euro che vengono stimate da più parti in quanto questa volta il costo non potrà più essere ammortizzato quindi deve necessariamente essere scaricato sui consumatori che, anch'essi, si sono ormai affidati completamente ad opinionisti e showman. La conseguenza peggiore sarà anche quella che non si vede subito ma che si vedrà in futuro cioè l'ulteriore diminuzione del servizio prestato alla collettività dalle piccole imprese che continueranno a chiudere.
L'aumento dell'iva, unitamente alle altre numerose tasse ed imposte comunali e centrali che aumenteranno in modo esponenziale sin dall'inizio del prossimo anno, è la dimostrazione della deriva totale verso la quale è stata condotta l'economia italiana. Non bastano i suicidi quotidiani degli imprenditori in crisi; non bastano i ripetuti appelli di Papa Francesco; non basta l'enorme numero di fallimenti come non basta il dato relativo all'aumento della criminalità. Non basta neanche tutto questo a suscitare una minima reazione. Nulla di nulla. Tutti sembrano nascondersi dietro un dito per non manifestare la loro incapacità di rappresentare le fasce più deboli ed ecco che anche le Associazioni e i Sindacati di rappresentanza, invece di scendere in piazza a fianco degli imprenditori che pure stanno manifestando a difesa del lavoro, ignorati completamente dalla stampa e organi di informazione collusi e complici del sistema, si limitano oramai al ruolo di sondaggisti, avendo deciso, da anni, da decenni, di abdicare al loro ruolo e ai loro compiti assumendo il più vantaggioso e comodo status di spettatori consenzienti e muti.