La Cgil scrive a Gorgoni dell'Asl sul caso-assenteisti sollevato da "Striscia la notizia"
«Nel processo è emersa una nuova verità. Reintegri la lavoratrice e rinunzi all'opposizione»
Il segretario generale della Cgil Bat, Luigi Antonucci, e il coordinatore della Cgil Barletta, Francesco Corcella, hanno scritto al direttore generale dell'Asl Bt, Giovanni Gorgoni, per chiedere il reintegro di una delle lavoratrici, coinvolte nel caso-assenteisti, sollevato da un servizio di "Striscia la notizia" del gennaio scorso, in virtù del giudizio emesso dal Tribunale a settembre.
Di seguito, il testo della lettera:
Quattro licenziamenti e sette sospensioni temporanee dal servizio e senza retribuzione! Di questo si è parlato in città in questi ultimi mesi; e ancor più in tutta l'azienda asl, tra i dipendenti e gli utenti! Per qualche tempo ci si è perfino scordati delle lunghe liste d'attesa, di strumentazioni malfunzionanti e della impresentabilità di talune situazioni, ed è sembrato addirittura "giusto" invocare il licenziamento collettivo di questa massa di ingrati pseudo-lavoratori!
Lei, al pari di tutti i componenti la Commissione Disciplina aziendale, ha voluto offrire, all'opinione pubblica locale e nazionale, una insolita spettacolarizzazione dell'azione amministrativa per soddisfare e rispondere ad altra forma di fame di spettacolo criminalizzante la figura del pubblico dipendente: l'umiliazione della gogna mediatica alla quale sono stati sottoposti i dipendenti di questa asl con le famigerate "riprese" così grossolanamente effettuate e facilmente strumentalizzabili dal comune cittadino, da chi è ammalato, da chi è disoccupato. Con i provvedimenti disciplinari di mesi addietro, Lei ha danneggiato profondamente la dignità, la professionalità e l'immagine complessiva di lavoratori e lavoratrici di questa asl e delle loro famiglie, contribuendo a farli ritenere fannulloni immeritevoli di stima e di rispetto da chicchessia.
Aver rincorso l'evento mediatico (apparentemente e falsamente!) clamoroso, mettendo in atto una reazione scomposta, spropositata e sproporzionata come il licenziamento, non Le fa onore per niente e nasconde, semmai, una Sua verosimile debolezza nel non saper o voler affrontare alla radice problemi che affliggono un qualunque ambito lavorativo della pubblica amministrazione; ossia l'evanescente identificazione del datore di lavoro, il conseguente rischio di diffusa deresponsabilizzazione e, quindi, lo scarso controllo sulla condotta e sulla qualità dell'operato di ogni singolo addetto o la difficoltà materiale di verificare tutto ciò! E' un malessere diffuso che attanaglia tutta la P.A. in ogni dove e con forme ed intensità più o meno simili!
In questo contesto si capisce che, per il mantenimento di comportamenti improntati al dovere, alla "misura" e al buon senso, ci si affida alla coscienza individuale specie laddove le norme, le regole e regolamenti si fanno meno rigidi, meno vincolanti perché appaiono meno espliciti, meno chiari e meno perentori. Ed è proprio allora che i rischi di scantonamento dalle dette regole possono essere in agguato e degenerare in comportamenti "irregolari". Ma per prevenirli è sempre bene "ricordare" a tutti le regole, gli ambiti e gli strumenti entro cui la "regolarità comportamentale" dev'essere estrinsecata. E se tali regole, ambiti e strumenti non sono chiari e definiti…accade ciò che è accaduto a quelle lavoratrici e lavoratori: hanno "marcato" in posti diversi dal luogo di lavoro senza che mai nessuno abbia per lungo tempo osservato alcunché, lasciando consolidare usi e costumi ritenuti, pertanto, condivisi e condivisibili, insomma "normali". Non hanno mai detto nulla né i dirigenti di quelle lavoratrici e lavoratori e nemmeno Lei, giustamente impegnato a far "quadrare i conti della sanità", la cui azione di risanamento e di miglioramento complessivo della condizione aziendale e prestazionale, per la verità, restano a tutt'oggi non percepibili.
Mentre agli occhi di un superficiale, prevenuto o "pilotato" osservatore tutto è apparso scandaloso e vergognoso è onesto ribadire che tutto quel che "appare" non sempre corrisponde alla "realtà" effettuale! Ed in effetti è apparso che colui o colei che ha "marcato" il proprio badge in una postazione se n'è andato poi a spasso per altri lidi! No! Non è stato sempre e per tutti così! Molti di questi operatori hanno semplicemente raggiunto il loro specifico posto di lavoro, l'ufficio e il servizio ove quotidianamente prestano la loro attività lavorativa. Nulla di speciale né di scandaloso né di condannabile! Si sono comportati in quel modo facendo leva su una tolleranza protrattasi per anni; senza effettive contestazioni o richiami da parte di chicchessia a partire dal proprio dirigente. Trattasi, tra le altre considerazioni, di lavoratori senza precedenti provvedimenti disciplinari né recidiva.
Se ed in quanto l'illecito comportamento fosse stato effettivamente accertato – e non sempre lo è stato -, sarebbe bastata una sanzione ragionevolmente esemplare, irrogata, però, con progressività e proporzionalità in rapporto equilibrato, appunto, con l'entità della negligenza mostrata e documentata. Ma una sanzione così decisamente lapidaria e tranciante come il licenziamento… proprio no, è fuori luogo e fuori misura! Aver lasciato senza reddito da lavoro 4 famiglie…di questi tempi ci appare, francamente, ardito e spietato!
Il Suo è stato un comportamento assai differente da quello tenuto da quel sindaco che, dinanzi ad una analoga situazione, ha richiesto ed ottenuto il sequestro del "video" poiché si prestava ad una generalizzazione pericolosa e a grossolane e liquidatorie conclusioni sui dipendenti di quel comune! In fondo tutti i contratti di lavoro prevedono che questa extrema ratio sia messa in atto solo in presenza del venir meno di un definitivo e irrecuperabile rapporto di fiducia tra datore di lavoro e dipendente! Se Lei, con quelle punizioni estreme, ritiene di aver recuperato una immagine di buon amministratore pubblico Le ripetiamo semplicemente che …tutto quel che "appare" non sempre corrisponde alla "realtà" effettuale!
E non venga a ripeterci che in questo particolare momento in cui il lavoro è diventato il bene più prezioso della nostra società...bisogna portarne rispetto e tenerselo gelosamente stretto! Questo lo andiamo dicendo anche noi da tempo, specie ai lavoratori del pubblico impiego con i quali, su diverse questioni, è difficile intendersi! Nella consapevolezza che nel mondo del lavoro privato si agisce in modo totalmente diverso e si respira tutt'altra aria, in tutti i sensi; ma ben sapendo di avere a che fare, nella asl, con un ambito lavorativo nel quale si produce ben altro! Non certo scarpe di sicurezza né t-shirt ma salute, recupero psico/fisico e stato di benessere per tutti quei cittadini che lo richiedono e/o ne hanno bisogno.
Ci vien da chiederLe…Ma Lei quanti dipendenti dell'ASL BT ha avuto l'opportunità di conoscere personalmente in questi due anni di gestione!? Sa cosa fanno e in quali condizioni e con quali strumenti si trovano ad operare? E conosce sino in fondo le conseguenze prodotte sui cittadini dalla riduzione di posti-letto, la soppressione di servizi e la mancanza di turn-over del personale? Si è mai preoccupato, anche attraverso i vari dirigenti, di comprendere – al di là della puntualità e della correttezza della "timbratura" – la tipologia del lavoro svolto dai suoi dipendenti e dare, oltre al nome e al cognome, un "volto" e un "valore" umano e professionale agli stessi, manifestando loro, di tanto in tanto, anche un apprezzamento sui risultati prodotti dagli stessi nelle condizioni date!?
Ha mai pensato, nel corso di quei famigerati procedimenti disciplinari, che dinanzi a Lei e alla Commissione Disciplinare, potesse trovarsi una lavoratrice o un lavoratore che, per esempio, ha avuto la bravura di "recuperare" alla vita di relazione un tossicodipendente o un disagiato psichico, oppure di collaborare con padronanza e professionalità con lo specialista gastroenterologo durante una delicata colonscopia!? … o ha fatto fronte alle mille difficoltà operative della Commissione Invalidi, con illimitata cortesia e disponibilità verso il pubblico!? Nell'ufficio ove lavora uno dei sottoscrittori della presente, per necessità operative, abbiamo dovuto installare un telefono/fax di proprietà della CGIL e portarci dalla Camera del Lavoro raccoglitori, cartoncini, carta, fotocopie, spillatrice e perfino i caschi di protezione, e aver comprato - a spese degli operatori presenti - la carta igienica e l'acqua per bere!?
Se possiamo permetterci di darLe un consiglio, non segua la "piazza". Sia pur in ritardo, può ancora rimediare agli errori commessi da Lei e, prima ancora, dalla Commissione di Disciplina, e può farlo dando esecuzione ai provvedimenti resi (o che saranno resi) dal Tribunale, primo fra tutti quello del 23.09.2013 che ha accertato fatti ben diversi da quelli denunziati da "Striscia la Notizia" - (a dimostrazione del fatto che non tutto ciò che appare è reale!) - ed ha:
- annullato il licenziamento irrogato il 04.06.2013 alla dipendente F.L.;
- ordinato all'ASL BT resistente di reintegrare la ricorrente nel posto di lavoro occupato prima del licenziamento e a risarcirle il danno causatole dall'illegittimo licenziamento, pari alla retribuzione globale di fatto dovutale dal giorno del licenziamento sino a quello dell'effettiva reintegrazione, e comunque in misura non inferiore a cinque mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto, con maggiorazione della rivalutazione monetaria e degli interessi legali dal dovuto al soddisfo;
- condannata (la ASL BT) altresì al versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali dovuti per legge, dal momento del licenziamento all'effettiva reintegrazione della ricorrente, nei limiti della prescrizione, nonché a rifondere alla ricorrente le spese del giudizio!
Dal 23 settembre u.s. a tutt'oggi Lei non ha ancora provveduto a richiamare in servizio la lavoratrice F.L. pur essendo obbligato a farlo e a pagarla! Un perseverante atteggiamento denigratorio ed un ingiustificato accanimento nei confronti della dipendente rivelerebbe una logica gestionale che meriterebbe il ricorso alla Corte dei Conti – e non solo – affinché valuti più compiutamente il Suo operato, dal momento che tutte le risultanze delle prove testimoniali – non smentite dalla ASL - …"…sono corroborate anche da tutta l'ampia produzione documentale allegata agli atti di causa e depongono pacificamente per l'insussistenza del fatto come contestato (all'ASL) …lasciando davvero sconcertati per il trattamento particolarmente severo riservato alla stessa rispetto alle condotte accertate e, quindi contestate ad altri suoi colleghi, sempre nell'ambito del medesimo servizio…televisivo, e, … per i quali è stata comminata solo una sanzione di tipo conservativo.
In conclusione, così come – dopo la trasmissione di "Striscia la Notizia" – ha fatto propria la verità che da quel servizio sembrava scaturire, ora che nel processo è emersa una nuova verità, ne prenda atto, reintegrando la lavoratrice F.L. e rinunziando alla opposizione. Buon lavoro".