Nightlife
La carezza rock dei New Trolls
Una serata tra prog–rock e melodia. Rock e buone vibrazioni al Teatro Curci di Barletta
Barletta - lunedì 12 dicembre 2011
17.22
Metti una sera coi New Trolls. Il gruppo rock italiano è andato in scena al teatro Curci, catapultandoci nella grande stagione del rock progressivo. A cominciare dal preludio prog, dove si capisce già in quale direzione andrà il gruppo, tra chitarre apocalittiche, tastiere orchestrali, e batteria impeccabile. Sul palco sono in cinque, sembrano un'orchestra.
A fare da maestri di cerimonia, Vittorio De Scalzi e Nico Di Palo, rispettivamente voci e tastiere. Si continua col brano "Faccia di cane" (…in questa città che affoga senza il mare), una godibile concessione al pop scritta da Fabrizio De Andrè, interpretata con grande trasporto dal gruppo. Si ritorna sui sentieri del prog – rock con due suite estratte dal disco " Concerto Grosso" (1971), ovvero "Allegro", in cui il polistrumentismo del gruppo emerge dagli assolo di flauto traverso di Vittorio De Scalzi, le tastiere barocche di Nico di Palo, per poi proseguire con "Adagio" ( ..to die , to sleep, maybe to dream……), in cui gli intrecci tra musica barocca e rock sono ricamati in un testo onirico.
Si arriva a "Shadows" (…..always searching, never finding, my shadow in the dark……). Il gruppo ha preso gusto e si spreca anche in una suite tratta da "Concerto Grosso n.2". Si ritorna alla ballata crepuscolare con " Dance in the rain", flauto e chitarre acustiche. L'opera rock continua con "The seventh season", chitarre distorte in assoli magmatici, batteria tastiere al servizio delle voci polifoniche e potenti, per poi tornare, tra accelerazioni e riflessioni pianistiche.
Si torna indietro con "Una miniera" ( …Quando tornavo , tu eri felice di rivedere le mie mani nere di fumo, bianche d'amore….. ), struggente canzone profetica, che già nel 1969 denunciava la situazioni delle "morti bianche" sul lavoro, in cui Nico di Palo tira fuori il suo stile di canto a "falsetto", che utilizzera anche in altri brani. E' la volta di "Visioni" (…..risplende l'alba già ripenso ancora noi, a poche ore,fa, quando tu eri con me…), canzone in beat concessioni strumentali blues – rock. Si continua con "Signore, io sono Irish", "Davanti agli occhi miei", "Che Idea", una ballata soul ( ….dove il cielo è più chiaro, il mare più vero, lo sguardo di un uomo più puro.. ).
Tornano le voci limpide di De Scalzi e il falsetto di Di Palo, che lasciano per un attimo il prog e ci portano nell'essenza della melodia. La melodia prosegue con "Aldebaran" (….e sento sento sento nel cuore stelle... antiche e misteriose sorelle..), per poi approdare a "Quella carezza della sera". Canzoni conosciute a memoria dal pubblico che partecipa e incita i musicisti.
I New Trolls non si risparmiano nemmeno in " Musica" (…una cantina con vecchie chitarre, sognare e sognare l'America…), un boogie - rock a due chiatarre eccitate dal basso elettrico.
A fine concerto, i New Trolls ringraziano il pubblico, ma è il pubblico a ringraziarli per la bella serata.
A fare da maestri di cerimonia, Vittorio De Scalzi e Nico Di Palo, rispettivamente voci e tastiere. Si continua col brano "Faccia di cane" (…in questa città che affoga senza il mare), una godibile concessione al pop scritta da Fabrizio De Andrè, interpretata con grande trasporto dal gruppo. Si ritorna sui sentieri del prog – rock con due suite estratte dal disco " Concerto Grosso" (1971), ovvero "Allegro", in cui il polistrumentismo del gruppo emerge dagli assolo di flauto traverso di Vittorio De Scalzi, le tastiere barocche di Nico di Palo, per poi proseguire con "Adagio" ( ..to die , to sleep, maybe to dream……), in cui gli intrecci tra musica barocca e rock sono ricamati in un testo onirico.
Si arriva a "Shadows" (…..always searching, never finding, my shadow in the dark……). Il gruppo ha preso gusto e si spreca anche in una suite tratta da "Concerto Grosso n.2". Si ritorna alla ballata crepuscolare con " Dance in the rain", flauto e chitarre acustiche. L'opera rock continua con "The seventh season", chitarre distorte in assoli magmatici, batteria tastiere al servizio delle voci polifoniche e potenti, per poi tornare, tra accelerazioni e riflessioni pianistiche.
Si torna indietro con "Una miniera" ( …Quando tornavo , tu eri felice di rivedere le mie mani nere di fumo, bianche d'amore….. ), struggente canzone profetica, che già nel 1969 denunciava la situazioni delle "morti bianche" sul lavoro, in cui Nico di Palo tira fuori il suo stile di canto a "falsetto", che utilizzera anche in altri brani. E' la volta di "Visioni" (…..risplende l'alba già ripenso ancora noi, a poche ore,fa, quando tu eri con me…), canzone in beat concessioni strumentali blues – rock. Si continua con "Signore, io sono Irish", "Davanti agli occhi miei", "Che Idea", una ballata soul ( ….dove il cielo è più chiaro, il mare più vero, lo sguardo di un uomo più puro.. ).
Tornano le voci limpide di De Scalzi e il falsetto di Di Palo, che lasciano per un attimo il prog e ci portano nell'essenza della melodia. La melodia prosegue con "Aldebaran" (….e sento sento sento nel cuore stelle... antiche e misteriose sorelle..), per poi approdare a "Quella carezza della sera". Canzoni conosciute a memoria dal pubblico che partecipa e incita i musicisti.
I New Trolls non si risparmiano nemmeno in " Musica" (…una cantina con vecchie chitarre, sognare e sognare l'America…), un boogie - rock a due chiatarre eccitate dal basso elettrico.
A fine concerto, i New Trolls ringraziano il pubblico, ma è il pubblico a ringraziarli per la bella serata.