Politica
L'irresistibile legame tra politica e bellezza
Dalla Lady di Ferro a Francesco Salerno. Quale immagine dipingere della politica cittadina?
Barletta - giovedì 27 dicembre 2012
Mitterand è ancora un mito per il socialismo e la sinistra francese e non solo. Molto più prosaicamente Mitterand è passato (anche) alla storia come tombeur de femmes. Quando il presidente francese incontrò per la prima volta il primo ministro inglese, la Lady di ferro, Margaret Thatcher, il suo primo commento non fu sulla incommensurabile distanza politica che li divideva. L'occhio attento di un amante professionista sentenziò: "Ha gli occhi di Caligola e la bocca di Marilyn Monroe". E non fu l'unico a subire il fascino inaspettato della figlia del droghiere che rivoluzionò la Gran Bretagna e, assai prima del nostro Monti, si presentò come paladina della spending review.
Questa premessa insolita ci serve per discutere un argomento assai serio: il nesso irresistibile tra bellezza e politica. Un nesso che conosce sfaccettature diverse. Capita che la bellezza, l'aspetto fisico, il fascino funzionino da contraltare alle posizioni politiche professate. È il caso della citata Thatcher. In questi casi l'aspetto fisico mitiga un altrimenti dirompente azione di rottura sul piano ideologico, programmatico, dottrinale. Il corpo del politico funge da filtro, da ammortizzatore, da silenziatore. La vulgata che vuole il sindaco dimissionato Maffei "una brava persona" passa, siamo nel campo delle ipotesi, anche dal rassicurante ruolo svolto dalla folta barba. Come Babbo Natale, Freud, ma anche Sean Connery anziano. Tra i peli di quella barba rimangono impigliati i dubbi sulla gestione ondivaga, sul saltellare di liana in liana, sul presenzialismo alle celebrazioni e sulle assenze nelle deliberazioni.
A volte l'aspetto fisico, la bellezza in senso lato, funziona invece da elemento corroborante. Che Francesco Salerno fosse un gigante che si stagliava tra la folla di mediocri non è solo metafora. L'uomo Salerno era davvero un gigante. A renderlo ancora più alto e imponente una chioma leonina che assai presto era diventata candida. Riconoscibile perfino nelle foto di manifestazioni oceaniche.
Un po' icona di sé anche il consigliere regionale Mennea. Che delle lenti oscurate e dell'abbronzatura permanente ha fatto un marchio di fabbrica, ma anche un simbolo della vocazione di anti-leader (anti-Salerno, anti-Caracciolo, anti-Maffei). Il suo collega, Filippo Caracciolo, è invece assolutamente in linea con la struttura fisica del dalemiano DOC. Quando era a Palazzo Chigi, il mitico Max era soprannominato Mandrake. Per le abilità da mago, ma anche perché si circondava di consiglieri tutti calvi (Latorre, Minniti ecc): esattamente come Mandrake, baffetto, aveva come aiutante il calvo Lothar. Per rimanere nel vicinato, il pluriblasonato comunista, oggi esponente di spicco di SEL, il consigliere regionale e candidato alle parlamentarie Arcangelo Sannicandro sfrutta, coscientemente, un aspetto sovietico. Sembra un funzionario uscito dalle riunioni del comitato centrale del partito comunista russo dei tempi andati. E nessuno si stupirebbe di vedergli brandire una scarpa per attirare l'attenzione dell'uditorio come il mitico Kruscev.
Abbiamo parlato solo di uomini. Ma non mancano esempi rilevanti tra le donne. Stella Mele, la nostra concittadina più in alto nelle gerarchie nazionali di partito, addolcisce assai bene l'immagine truce del segretario del partito de La Destra Storace. Quasi un quadretto da La bella e la bestia, vien da dire. Così la già assessora di centrosinistra e candidata sindaco del centrodestra Mariagrazia Vitobello non ha mancato di segnare le proprie scelte (da labirintite, francamente) anche attraverso trasformazioni del look, dell'immagine, alla ricerca di sempre nuovo charme.
Che immagine, quale bellezza segnerà la nuova fase della politica cittadina, è ancora presto per saperlo. Di sicuro, anche questa volta, l'immagine del nuovo leader, della nuova leader suggerirà qualcosa.
Questa premessa insolita ci serve per discutere un argomento assai serio: il nesso irresistibile tra bellezza e politica. Un nesso che conosce sfaccettature diverse. Capita che la bellezza, l'aspetto fisico, il fascino funzionino da contraltare alle posizioni politiche professate. È il caso della citata Thatcher. In questi casi l'aspetto fisico mitiga un altrimenti dirompente azione di rottura sul piano ideologico, programmatico, dottrinale. Il corpo del politico funge da filtro, da ammortizzatore, da silenziatore. La vulgata che vuole il sindaco dimissionato Maffei "una brava persona" passa, siamo nel campo delle ipotesi, anche dal rassicurante ruolo svolto dalla folta barba. Come Babbo Natale, Freud, ma anche Sean Connery anziano. Tra i peli di quella barba rimangono impigliati i dubbi sulla gestione ondivaga, sul saltellare di liana in liana, sul presenzialismo alle celebrazioni e sulle assenze nelle deliberazioni.
A volte l'aspetto fisico, la bellezza in senso lato, funziona invece da elemento corroborante. Che Francesco Salerno fosse un gigante che si stagliava tra la folla di mediocri non è solo metafora. L'uomo Salerno era davvero un gigante. A renderlo ancora più alto e imponente una chioma leonina che assai presto era diventata candida. Riconoscibile perfino nelle foto di manifestazioni oceaniche.
Un po' icona di sé anche il consigliere regionale Mennea. Che delle lenti oscurate e dell'abbronzatura permanente ha fatto un marchio di fabbrica, ma anche un simbolo della vocazione di anti-leader (anti-Salerno, anti-Caracciolo, anti-Maffei). Il suo collega, Filippo Caracciolo, è invece assolutamente in linea con la struttura fisica del dalemiano DOC. Quando era a Palazzo Chigi, il mitico Max era soprannominato Mandrake. Per le abilità da mago, ma anche perché si circondava di consiglieri tutti calvi (Latorre, Minniti ecc): esattamente come Mandrake, baffetto, aveva come aiutante il calvo Lothar. Per rimanere nel vicinato, il pluriblasonato comunista, oggi esponente di spicco di SEL, il consigliere regionale e candidato alle parlamentarie Arcangelo Sannicandro sfrutta, coscientemente, un aspetto sovietico. Sembra un funzionario uscito dalle riunioni del comitato centrale del partito comunista russo dei tempi andati. E nessuno si stupirebbe di vedergli brandire una scarpa per attirare l'attenzione dell'uditorio come il mitico Kruscev.
Abbiamo parlato solo di uomini. Ma non mancano esempi rilevanti tra le donne. Stella Mele, la nostra concittadina più in alto nelle gerarchie nazionali di partito, addolcisce assai bene l'immagine truce del segretario del partito de La Destra Storace. Quasi un quadretto da La bella e la bestia, vien da dire. Così la già assessora di centrosinistra e candidata sindaco del centrodestra Mariagrazia Vitobello non ha mancato di segnare le proprie scelte (da labirintite, francamente) anche attraverso trasformazioni del look, dell'immagine, alla ricerca di sempre nuovo charme.
Che immagine, quale bellezza segnerà la nuova fase della politica cittadina, è ancora presto per saperlo. Di sicuro, anche questa volta, l'immagine del nuovo leader, della nuova leader suggerirà qualcosa.