Religioni
Ius soli e unioni civili: «Perchè la famiglia viene dimenticata?»
Il parere contrario di mons. Filippo Salvo con associazioni barlettane
Barletta - lunedì 10 novembre 2014
«Alcuni mesi addietro, l'Amministrazione Comunale aveva convocato la cosiddetta "società civile" per un confronto sulla delicata questione del registro delle unioni civili - scrive Mons. Filippo Salvo, Vicario Episcopale, in rappresentanza anche di una serie di associazioni firmatari della nota - In due incontri pubblici e durante un incontro presso Palazzo di città tra l'Amministrazione Comunale e le associazioni del terzo Settore, abbiamo più volte esplicitato il nostro punto di vista che, ragionevolmente, ci porta ad esprimere perplessità circa l'approvazione del Regolamento per le seguenti ragioni:
1) Dal punto di vista sociale:
Le difficoltà sociali ed economiche del momento indicano come non più rinviabile l'adozione di serie politiche familiari che – a partire dall'adeguamento delle tariffe dei servizi comunali ai reali carichi familiari – sappiano investire sulla risorsa famiglia, perno fondamentale dei meccanismi che stanno aiutando la nostra società a sopportare la grave crisi e che contribuiranno a far ripartire l'economia del Paese. È ormai noto che la famiglia, con la sua soggettività sociale ed economica, è il primo motore di ogni comunità organizzata, come sancito dalla nostra Costituzione e come riconosciuto anche dall'ONU, che nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo afferma che è "cellula naturale e fondamentale della società" e "ha diritto alla protezione della società e dello Stato". È la famiglia, in questo momento, a reggere il Paese e a dargli un futuro, educando, istruendo e sostenendo i figli ed i loro progetti. Allora ci chiediamo... perché non affrontare con la stessa incisività tutte le problematiche inerenti le politiche sociali, ivi comprese quelle legate alla famiglia? Perché la famiglia, ancora una volta, viene dimenticata?
2) Dal punto di vista giuridico:
Se l'obiettivo dei Comuni è estendere i propri servizi ai conviventi va sottolineato che già oggi i conviventi fruiscono di tutti i servizi erogati dagli enti locali e non è necessario istituire un registro, essendo sufficiente individuare quali prestazioni e servizi sono attualmente negati ai conviventi, per poi modificare i regolamenti comunali per estenderne l'accesso a questi ultimi, laddove si ritenga che la loro esclusione sia discriminatoria. La parificazione che il registro dichiara di voler realizzare, dunque, sul piano dei rapporti interni ai conviventi è priva di reali effetti, mentre sul piano dei rapporti con la civica amministrazione è iniqua e discriminatoria poiché crea una categoria di formazioni sociali i cui componenti sono titolari di soli diritti/prerogative/ benefici senza indicare alcun dovere corrispondente, disattendendo non solo l'art. 3 ma anche l'art. 2 della Costituzione che, nel riconoscere i "diritti inviolabili dell'uomo" richiede l' "adempimento dei doveri di solidarietà politica economica e sociale".
È pacifico che i Comuni non abbiano competenza per creare un nuovo "status" personale dei loro cittadini, perché l'art. 117 comma 2 lettera i) della Costituzione riserva esclusivamente alla legge statale la materia "stato civile e anagrafi". Ciò detto, notiamo, che con l'Amministrazione Comunale ci eravamo lasciati, prima dell'estate, con l'impegno di ulteriori incontri finalizzati ad arricchire il provvedimento in questioni prima che approdasse in Consiglio Comunale per la discussione.
Nessuno ci ha più convocati per tradurre le nostre osservazioni in concreti suggerimenti da inserire nella proposta di delibera di consiglio comunale.
Teniamo a precisare che, come sempre, continueremo a fornire, ove richiesto, il nostro supporto, il nostro contributo alla crescita culturale e sociale della nostra città sempre tenendo ben distinto il nostro operato da quello della politica che, nel prossimo consiglio comunale del 11/11/2014 in massima autonomia e con totale serenità, saprà approfondire la tematica relativa al registro delle Unioni Civili e decidere verso quale direzione proseguire su simili tematiche.
Ultima osservazione sul Regolamento per il conferimento della cittadinanza civica "Ius Soli". Per tale regolamento l'Amministrazione Comunale aveva anche qui auspicato un sereno confronto anche al fine di informare concretamente la cittadinanza sull'argomento che, ai più, resta del tutto sconosciuto... premettendo che Ius soli (in latino «diritto del suolo») è un'espressione giuridica che indica l'acquisizione della cittadinanza di un dato Paese come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul suo territorio indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori e che esso si contrappone allo ius sanguinis (o «diritto del sangue»), che indica invece la trasmissione alla prole della cittadinanza del genitore, facciamo rilevare che portare alla discussione del Consiglio Comunale il Regolamento per il riconoscimento delle "Unioni Civili" ed il Regolamento per il conferimento della cittadinanza civica "Ius Soli" potrebbe diventare fonte di grande confusione quasi che i due regolamenti debbano andare di pari passo e che il "pacchetto" sia unico cosa che, invece, così non è! I due regolamenti trattano materie evidentemente del tutto diverse che, al contrario, meritano una discussione autonoma, seria ed approfondita... rappresentando la nostra assoluta condivisione circa lo "ius soli" crediamo che sia utile ed opportuno portare alla conoscenza della cittadinanza il regolamento sullo "ius soli" e, con lo strumento degli istituti di partecipazione, aprire un serio confronto cittadino sull'argomento».
Aderiscono e sottoscrivono le seguenti associazioni:
1) Dal punto di vista sociale:
Le difficoltà sociali ed economiche del momento indicano come non più rinviabile l'adozione di serie politiche familiari che – a partire dall'adeguamento delle tariffe dei servizi comunali ai reali carichi familiari – sappiano investire sulla risorsa famiglia, perno fondamentale dei meccanismi che stanno aiutando la nostra società a sopportare la grave crisi e che contribuiranno a far ripartire l'economia del Paese. È ormai noto che la famiglia, con la sua soggettività sociale ed economica, è il primo motore di ogni comunità organizzata, come sancito dalla nostra Costituzione e come riconosciuto anche dall'ONU, che nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo afferma che è "cellula naturale e fondamentale della società" e "ha diritto alla protezione della società e dello Stato". È la famiglia, in questo momento, a reggere il Paese e a dargli un futuro, educando, istruendo e sostenendo i figli ed i loro progetti. Allora ci chiediamo... perché non affrontare con la stessa incisività tutte le problematiche inerenti le politiche sociali, ivi comprese quelle legate alla famiglia? Perché la famiglia, ancora una volta, viene dimenticata?
2) Dal punto di vista giuridico:
Se l'obiettivo dei Comuni è estendere i propri servizi ai conviventi va sottolineato che già oggi i conviventi fruiscono di tutti i servizi erogati dagli enti locali e non è necessario istituire un registro, essendo sufficiente individuare quali prestazioni e servizi sono attualmente negati ai conviventi, per poi modificare i regolamenti comunali per estenderne l'accesso a questi ultimi, laddove si ritenga che la loro esclusione sia discriminatoria. La parificazione che il registro dichiara di voler realizzare, dunque, sul piano dei rapporti interni ai conviventi è priva di reali effetti, mentre sul piano dei rapporti con la civica amministrazione è iniqua e discriminatoria poiché crea una categoria di formazioni sociali i cui componenti sono titolari di soli diritti/prerogative/ benefici senza indicare alcun dovere corrispondente, disattendendo non solo l'art. 3 ma anche l'art. 2 della Costituzione che, nel riconoscere i "diritti inviolabili dell'uomo" richiede l' "adempimento dei doveri di solidarietà politica economica e sociale".
È pacifico che i Comuni non abbiano competenza per creare un nuovo "status" personale dei loro cittadini, perché l'art. 117 comma 2 lettera i) della Costituzione riserva esclusivamente alla legge statale la materia "stato civile e anagrafi". Ciò detto, notiamo, che con l'Amministrazione Comunale ci eravamo lasciati, prima dell'estate, con l'impegno di ulteriori incontri finalizzati ad arricchire il provvedimento in questioni prima che approdasse in Consiglio Comunale per la discussione.
Nessuno ci ha più convocati per tradurre le nostre osservazioni in concreti suggerimenti da inserire nella proposta di delibera di consiglio comunale.
Teniamo a precisare che, come sempre, continueremo a fornire, ove richiesto, il nostro supporto, il nostro contributo alla crescita culturale e sociale della nostra città sempre tenendo ben distinto il nostro operato da quello della politica che, nel prossimo consiglio comunale del 11/11/2014 in massima autonomia e con totale serenità, saprà approfondire la tematica relativa al registro delle Unioni Civili e decidere verso quale direzione proseguire su simili tematiche.
Ultima osservazione sul Regolamento per il conferimento della cittadinanza civica "Ius Soli". Per tale regolamento l'Amministrazione Comunale aveva anche qui auspicato un sereno confronto anche al fine di informare concretamente la cittadinanza sull'argomento che, ai più, resta del tutto sconosciuto... premettendo che Ius soli (in latino «diritto del suolo») è un'espressione giuridica che indica l'acquisizione della cittadinanza di un dato Paese come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul suo territorio indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori e che esso si contrappone allo ius sanguinis (o «diritto del sangue»), che indica invece la trasmissione alla prole della cittadinanza del genitore, facciamo rilevare che portare alla discussione del Consiglio Comunale il Regolamento per il riconoscimento delle "Unioni Civili" ed il Regolamento per il conferimento della cittadinanza civica "Ius Soli" potrebbe diventare fonte di grande confusione quasi che i due regolamenti debbano andare di pari passo e che il "pacchetto" sia unico cosa che, invece, così non è! I due regolamenti trattano materie evidentemente del tutto diverse che, al contrario, meritano una discussione autonoma, seria ed approfondita... rappresentando la nostra assoluta condivisione circa lo "ius soli" crediamo che sia utile ed opportuno portare alla conoscenza della cittadinanza il regolamento sullo "ius soli" e, con lo strumento degli istituti di partecipazione, aprire un serio confronto cittadino sull'argomento».
Aderiscono e sottoscrivono le seguenti associazioni:
- Associazione Igino Giordani Barletta – Angelo Torre
- Associazione Nazionale Famiglie Numerose Bat – Rosaria e Salvatore Masia
- Azione Cattolica Diocesana – Antonio Citro
- Centro di Promozione familiare Insieme con la Coppia – Michele Debitonto
- Commissione cultura e comunicazioni sociali- Riccardo Losappio
- Commissione Famiglia e Vita, Barletta – Irene e Claudio Dimiccoli
- Comunione e Liberazione – Angelo Marzella
- Consiglio Pastorale Zonale di Barletta – Francesco Spera
- Rinnovamento nello Spirito – Angelica Illuzzi