Religioni
Istituito il servizio diocesano per l'accoglienza dei separati
Monsignor Pichierri: «Necessaria la vicinanza a chi vive questa esperienza»
BAT - martedì 5 aprile 2016
Comunicato Stampa
Nei giorni scorsi monsignor Giovan Battista Pichierri, con un decreto, ha istituito a livello diocesano, il 'Servizio per l'accoglienza dei fedeli separati', indicandone come responsabile Don Emanuele Tupputi. E ciò a seguito del "Motu Proprio Mitis iudex Dominus Iesus" ('Il Signore Gesù giudice clemente', sulla riforma del processo canonico di dichiarazione di nullità del matrimonio nel Codice di Diritto Canonico) e "Mitis et Misericors Iesu" ('Gesù clemente e misericordioso', sulla riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio nel Codice dei canoni delle Chiese orientali), ma anche come indicato dalla costituzione n. 66 del 1° Sinodo diocesano.
In una nota alla diocesi dell'11 marzo 2016, di cui si porge il testo integrale, monsignor Pichierri, afferma che "la riforma del documento pontificio" intende evidenziare che "la Chiesa è Madre ed ha a cuore il bene dei propri figli", che il medesimo documento vuole ribadire "la responsabilità del Vescovo diocesano come giudice nativo nella propria diocesi", e che pertanto è necessario "esprimere maggiore vicinanza tra il Vescovo e molti fedeli che vivono l'esperienza della separazione coniugale". Il servizio avrà la propria sede nella Curia Arcivescovile presso l'Ufficio del Tribunale Ecclesiastico diocesano. Nei prossimi giorni saranno resi noti i giorni e l'orario di funzionamenti del citato ufficio, nonché criteri e condizione per fruire del servizio di consulenza.
La recente riforma del processo matrimoniale, emanata da papa Francesco con Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus e Mitis et Misericors Iesus del 15 agosto, entrata in vigore l'8 dicembre 2015, tiene conto della situazione attuale, in cui un enorme numero di fedeli, pur desiderando regolare la propria posizione matrimoniale, troppo spesso si trova in difficoltà nell'accedere alle strutture giuridiche della Chiesa a causa della distanza fisica o è costretta ad una lunga attesa per avere una parola chiarificatrice riguardo al proprio stato di vita; recepisce, inoltre, le istanze venute al riguardo dalla maggioranza dei padri del Sinodo straordinario, tenutosi nel mese di ottobre del 2014, i quali sottolineavano la necessità di rendere più accessibili ed agili procedure per il riconoscimento dei casi di nullità (cfr. Relatio Synodi, 18 ottobre 2014, n. 48).
La riforma del documento pontificio, volta a mostrare che la Chiesa è madre ed ha a cuore il bene dei propri figli, presenta una novità pastorale, oltre che giuridica. Viene ribadita la responsabilità del Vescovo diocesano come giudice nativo nella propria diocesi; viene sollecitato un maggior inserimento della prassi giudiziale nella dimensione della pastorale familiare per esprimere maggiore vicinanza tra il Vescovo e i molti fedeli che vivono l'esperienza della separazione coniugale.
A tal proposito la Relazione Finale del Sinodo dei Vescovi al Santo Padre Francesco, dice: «L'attuazione [dei due Motu Proprio sulle cause di nullità del matrimonio] costituisce [...] una grande responsabilità per gli Ordinari diocesani, chiamati a giudicare loro stessi alcune cause e, in ogni modo, ad assicurare un accesso più facile dei fedeli alla giustizia. Ciò implica la preparazione di un personale sufficiente, composto di chierici e laici, che si consacri in modo prioritario a questo servizio ecclesiale» (Relatio finalis, 24 ottobre 2015, n. 82).
Per garantire la più compiuta attuazione di quanto previsto dalla recente norma pontificia e dalla Costituzione (Cost.) 66 del primo Sinodo diocesano, istituisco il Servizio per l'accoglienza dei fedeli separati con decreto Prot. n. 2602/16, che segue al presente Prot. n. 2601/16; e nomino Responsabile del predetto Servizio il Rev.do Don Emanuele Tupputi.
In una nota alla diocesi dell'11 marzo 2016, di cui si porge il testo integrale, monsignor Pichierri, afferma che "la riforma del documento pontificio" intende evidenziare che "la Chiesa è Madre ed ha a cuore il bene dei propri figli", che il medesimo documento vuole ribadire "la responsabilità del Vescovo diocesano come giudice nativo nella propria diocesi", e che pertanto è necessario "esprimere maggiore vicinanza tra il Vescovo e molti fedeli che vivono l'esperienza della separazione coniugale". Il servizio avrà la propria sede nella Curia Arcivescovile presso l'Ufficio del Tribunale Ecclesiastico diocesano. Nei prossimi giorni saranno resi noti i giorni e l'orario di funzionamenti del citato ufficio, nonché criteri e condizione per fruire del servizio di consulenza.
La recente riforma del processo matrimoniale, emanata da papa Francesco con Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus e Mitis et Misericors Iesus del 15 agosto, entrata in vigore l'8 dicembre 2015, tiene conto della situazione attuale, in cui un enorme numero di fedeli, pur desiderando regolare la propria posizione matrimoniale, troppo spesso si trova in difficoltà nell'accedere alle strutture giuridiche della Chiesa a causa della distanza fisica o è costretta ad una lunga attesa per avere una parola chiarificatrice riguardo al proprio stato di vita; recepisce, inoltre, le istanze venute al riguardo dalla maggioranza dei padri del Sinodo straordinario, tenutosi nel mese di ottobre del 2014, i quali sottolineavano la necessità di rendere più accessibili ed agili procedure per il riconoscimento dei casi di nullità (cfr. Relatio Synodi, 18 ottobre 2014, n. 48).
La riforma del documento pontificio, volta a mostrare che la Chiesa è madre ed ha a cuore il bene dei propri figli, presenta una novità pastorale, oltre che giuridica. Viene ribadita la responsabilità del Vescovo diocesano come giudice nativo nella propria diocesi; viene sollecitato un maggior inserimento della prassi giudiziale nella dimensione della pastorale familiare per esprimere maggiore vicinanza tra il Vescovo e i molti fedeli che vivono l'esperienza della separazione coniugale.
A tal proposito la Relazione Finale del Sinodo dei Vescovi al Santo Padre Francesco, dice: «L'attuazione [dei due Motu Proprio sulle cause di nullità del matrimonio] costituisce [...] una grande responsabilità per gli Ordinari diocesani, chiamati a giudicare loro stessi alcune cause e, in ogni modo, ad assicurare un accesso più facile dei fedeli alla giustizia. Ciò implica la preparazione di un personale sufficiente, composto di chierici e laici, che si consacri in modo prioritario a questo servizio ecclesiale» (Relatio finalis, 24 ottobre 2015, n. 82).
Per garantire la più compiuta attuazione di quanto previsto dalla recente norma pontificia e dalla Costituzione (Cost.) 66 del primo Sinodo diocesano, istituisco il Servizio per l'accoglienza dei fedeli separati con decreto Prot. n. 2602/16, che segue al presente Prot. n. 2601/16; e nomino Responsabile del predetto Servizio il Rev.do Don Emanuele Tupputi.