Politica
Invecchiare invano
La mancanza di saggezza del centrosinistra barlettano. Faide anche sul bilancio
Barletta - venerdì 31 agosto 2012
Il vino invecchiando migliora. Alcuni formaggi invecchiando migliorano. Altri prodotti umani invece invecchiano invano. Senza saggezza. L'amministrazione Maffei appartiene a quest'ultimo ordine di elementi. L'attuale Primo cittadino ha alle spalle più di sei anni di gestione amministrativa. Ma il suo agire, e quello della maggioranza che lo sostiene, invece di acquisire esperienza, giudizio, dimestichezza, rimane identico a se stesso. Maffei dunque non è un buon vino.
Mentre impazzano polemiche surreali su fornacelle, rifiuti di gozzoviglie, insulti ai barlettani porci e maiali e relativo richiamo al bon ton istituzionale, la Città attende ancora un bilancio. Settembre è alle porte. Non è, come per il poeta D'Annunzio, tempo di migrare; anche perché la stagione delle migrazioni (da un gruppo consiliare all'altro) è durata a lungo e pare sia finalmente conclusa.
La maggioranza, è ormai una tautologia, è divisa. Uniti e unanimi solo nei momenti della spartizione delle prebende, i rappresentanti del tavolo politico tornano ora a spaccare il capello in quattro. Oggetto del contendere a questo giro è l'ormai famoso o famigerato "pacchetto anti-crisi". Famoso o famigerato solo nel titolo. Sui contenuti ci sono solo indiscrezioni. Quindi ogni affermazione al riguardo dovrebbe avere come cappello: pare che.
Federazione della sinistra e SEL vorrebbero destinare una quota delle entrate previste con l'aumento delle imposte comunali a forme di sussidio varie: da buoni per i libri scuola a sostegno per gli affitti alle famiglie più disagiate. L'assessora ai servizi sociali Ricatti vorrebbe invece conservare per il proprio assessorato questo tesoretto, conteso da o condiviso con il collega di partito e di area (PD/Caracciolo) Fruscio (Attività produttive) che fantastica di misure sfavillanti: microcredito, sostegno alle nuove imprese e chi più ne ha, più ne metta. Il segretario del Psi Mezzina chiede invece che il pacchetto anti-crisi sia rivolto alla nuova occupazione: insomma soldi al commerciante che assume la commessa o all'imprenditore che assume l'operaio. Tutta questa vasta gamma (ma che carrozzone variopinto!) di posizioni si basava su un presupposto: aumentare le imposte per colmare il mancato introito dal Governo centrale.
Di fronte al saggio Re Salomone, le due donne si contendevano il bambino, ciascuna pretendendo di essere la madre legittima. Diversamente dal racconto biblico, qui prevale la provocatoria proposta del Re: si tagli a metà il neonato. E quindi dietrofront sull'aumento delle imposte e rebus del bilancio punto e a capo. Anche perché il Re non è Salomone e non è nemmeno saggio. Si schiera invece con una parte della propria maggioranza (FdS, Sel più il ticket Mascolo/Filannino di Idv) contro l'altra (PD, Psi, Lista Emiliano, Buona Politica), che ritiene egemonizzata dal concorrente del suo partito Filippo Caracciolo.
Ma una città senza bilancio non può ricevere finanziamenti dai livelli superiori, non avendo impegnato le somme della propria quota parte. E a Bari corrono trafelate delegazioni dell'amministrazioni per salvare l'insalvabile: dalla rievocazione della Disfida (un evento di richiamo internazionale che cambia data ogni settimana…) ai finanziamenti per le grandi opere di edilizia e urbanistica.
L'unico assessore senza preoccupazioni è l'assessore alla Cultura. Maffei, of course. La Cultura rischiava di subire forti tagli nei progetti di bilancio. E invece se, come ormai sembra chiaro, il bilancio sarà approvato in prossimità dell'ultima data utile (31 Ottobre), il "parsimonioso" Assessore alla Cultura potrà continuare a spendere in dodicesimi l'importo dello scorso anno. Maffei non è un buon vino. Ma quando si discute di patrocini e sponsorizzazioni per associazioni amiche, si pasteggia a champagne…
Mentre impazzano polemiche surreali su fornacelle, rifiuti di gozzoviglie, insulti ai barlettani porci e maiali e relativo richiamo al bon ton istituzionale, la Città attende ancora un bilancio. Settembre è alle porte. Non è, come per il poeta D'Annunzio, tempo di migrare; anche perché la stagione delle migrazioni (da un gruppo consiliare all'altro) è durata a lungo e pare sia finalmente conclusa.
La maggioranza, è ormai una tautologia, è divisa. Uniti e unanimi solo nei momenti della spartizione delle prebende, i rappresentanti del tavolo politico tornano ora a spaccare il capello in quattro. Oggetto del contendere a questo giro è l'ormai famoso o famigerato "pacchetto anti-crisi". Famoso o famigerato solo nel titolo. Sui contenuti ci sono solo indiscrezioni. Quindi ogni affermazione al riguardo dovrebbe avere come cappello: pare che.
Federazione della sinistra e SEL vorrebbero destinare una quota delle entrate previste con l'aumento delle imposte comunali a forme di sussidio varie: da buoni per i libri scuola a sostegno per gli affitti alle famiglie più disagiate. L'assessora ai servizi sociali Ricatti vorrebbe invece conservare per il proprio assessorato questo tesoretto, conteso da o condiviso con il collega di partito e di area (PD/Caracciolo) Fruscio (Attività produttive) che fantastica di misure sfavillanti: microcredito, sostegno alle nuove imprese e chi più ne ha, più ne metta. Il segretario del Psi Mezzina chiede invece che il pacchetto anti-crisi sia rivolto alla nuova occupazione: insomma soldi al commerciante che assume la commessa o all'imprenditore che assume l'operaio. Tutta questa vasta gamma (ma che carrozzone variopinto!) di posizioni si basava su un presupposto: aumentare le imposte per colmare il mancato introito dal Governo centrale.
Di fronte al saggio Re Salomone, le due donne si contendevano il bambino, ciascuna pretendendo di essere la madre legittima. Diversamente dal racconto biblico, qui prevale la provocatoria proposta del Re: si tagli a metà il neonato. E quindi dietrofront sull'aumento delle imposte e rebus del bilancio punto e a capo. Anche perché il Re non è Salomone e non è nemmeno saggio. Si schiera invece con una parte della propria maggioranza (FdS, Sel più il ticket Mascolo/Filannino di Idv) contro l'altra (PD, Psi, Lista Emiliano, Buona Politica), che ritiene egemonizzata dal concorrente del suo partito Filippo Caracciolo.
Ma una città senza bilancio non può ricevere finanziamenti dai livelli superiori, non avendo impegnato le somme della propria quota parte. E a Bari corrono trafelate delegazioni dell'amministrazioni per salvare l'insalvabile: dalla rievocazione della Disfida (un evento di richiamo internazionale che cambia data ogni settimana…) ai finanziamenti per le grandi opere di edilizia e urbanistica.
L'unico assessore senza preoccupazioni è l'assessore alla Cultura. Maffei, of course. La Cultura rischiava di subire forti tagli nei progetti di bilancio. E invece se, come ormai sembra chiaro, il bilancio sarà approvato in prossimità dell'ultima data utile (31 Ottobre), il "parsimonioso" Assessore alla Cultura potrà continuare a spendere in dodicesimi l'importo dello scorso anno. Maffei non è un buon vino. Ma quando si discute di patrocini e sponsorizzazioni per associazioni amiche, si pasteggia a champagne…