La città
In via Medaglie d'Oro, conferita la cintura di campione del mondo
Deiezioni canine e scarsa tenuta di nervi di un 75enne d'assalto. Nobile arte, ignobile reazione
Barletta - martedì 15 gennaio 2013
22.10
Match d'altri tempi in via Medaglie d'Oro. La nobile arte del pugilato sembra ancora manifestarsi per le avare strade di Barletta. Le motivazioni che un tempo animavano gli atleti erano delle più squisite e venivano sublimate in puro spirito sportivo. Oggi invece Barletta sembra stimolare ben altro, e i novelli pugili non sono più accompagnati dai loro secondi, un tempo tremuli di fronte al mossiere che nel XXVII secolo fungeva da arbitro, bensì da animali da compagnia definitivamente vere pietre della discordia.
La scena è pirandelliana: via Medaglie d'Oro, inverno tiepido e grigio come i capelli di uno dei contendenti, le 16:00 in punto di domenica scorsa; sferraglia il treno sulla vicina ferrovia, croce e delizia dei residenti inconsapevoli spettatori dell'evento del secolo. Al centro, uno dei due, a cui daremo come soprannome non già "lo stallone italiano", bensì "il giovane" nell'intento di essere portato a spasso da un cane di piccola taglia (e grande voglia di seguire i propri bisogni).
Il "giovane" subito si appropinqua ad una delle piccole aiuole per dar seguito al piccolo animale da compagnia, ed ivi attende escatologica conclusione. Giunge l'altro, 75enne (a quanto dimostrava), ma intrepido come un ventenne. Lo chiameremo "il vecchio leone". Impronunciabili improperi tradivano lo scarso gradimento verso l'attività canina, e di mero riflesso quella del padrone. Dialetti e italiani si mischiavano, nella più rusticana delle contese: i due erano pronti. E subito, senza arbitro né ring, colpo d'incontro! Tre rapidi pugni del "vecchio leone" sul viso del "giovane" che crolla frastornato a tappeto. KO tecnico.
«Porta a ….. tua sorella nell'aiuola», tradotto in italiano. E "il vecchio leone" saluta così la sua vittoria, lo sconfitto e noi cronisti, e va via con la consapevolezza del successo. Il "giovane" che non si attendeva una fine così ingloriosa, mostra sorrisi di circostanza piuttosto forzati, e anch'esso recuperato l'amato amichetto a quattro zampe (ma non qualcos'altro) lascia la via. E il nostro sconcerto.
Al tremante (?) vecchietto la cintura del campione, allo sconfitto solo l'oblio, a noi, come sempre, un occhio di riguardo sempre a terra, per vedere cosa calpestiamo.
La scena è pirandelliana: via Medaglie d'Oro, inverno tiepido e grigio come i capelli di uno dei contendenti, le 16:00 in punto di domenica scorsa; sferraglia il treno sulla vicina ferrovia, croce e delizia dei residenti inconsapevoli spettatori dell'evento del secolo. Al centro, uno dei due, a cui daremo come soprannome non già "lo stallone italiano", bensì "il giovane" nell'intento di essere portato a spasso da un cane di piccola taglia (e grande voglia di seguire i propri bisogni).
Il "giovane" subito si appropinqua ad una delle piccole aiuole per dar seguito al piccolo animale da compagnia, ed ivi attende escatologica conclusione. Giunge l'altro, 75enne (a quanto dimostrava), ma intrepido come un ventenne. Lo chiameremo "il vecchio leone". Impronunciabili improperi tradivano lo scarso gradimento verso l'attività canina, e di mero riflesso quella del padrone. Dialetti e italiani si mischiavano, nella più rusticana delle contese: i due erano pronti. E subito, senza arbitro né ring, colpo d'incontro! Tre rapidi pugni del "vecchio leone" sul viso del "giovane" che crolla frastornato a tappeto. KO tecnico.
«Porta a ….. tua sorella nell'aiuola», tradotto in italiano. E "il vecchio leone" saluta così la sua vittoria, lo sconfitto e noi cronisti, e va via con la consapevolezza del successo. Il "giovane" che non si attendeva una fine così ingloriosa, mostra sorrisi di circostanza piuttosto forzati, e anch'esso recuperato l'amato amichetto a quattro zampe (ma non qualcos'altro) lascia la via. E il nostro sconcerto.
Al tremante (?) vecchietto la cintura del campione, allo sconfitto solo l'oblio, a noi, come sempre, un occhio di riguardo sempre a terra, per vedere cosa calpestiamo.