La città
In pdf gli atti politici prima del crollo
I documenti, le immagini, i progetti futuri. L'esito di chi votò in quel consiglio comunale
Barletta - sabato 15 ottobre 2011
19.20
24 Febbraio 2006: Copia deliberazione del Commissario Prefettizio
27 Giugno 2007: Riadozione del Piano di recupero dell'immobile sito in Barletta in via Roma 22, 24, 26 e via Mura Spirito Santo 54, 56, 58
7 Gennaio 2008: Commissione Consiliare Permanente Programmazione e Pianificazione Territorio. Presenti: dr. Antonio Carpagnano, geom. Gennaro Calabrese, avv. Nicola DE Fazio, Arch. Giovanni Paparella. Assente Giuseppe Rizzi. Partecipano Ass. Edilizia sig. Franco Pastore, Dirigente settore arch. Francesco Gianferrini.
10 Gennaio 2008 : Approvazione del Piano di recupero dell'immobile.
Esito della votazione: Consiglieri assenti n.13 (Sindaco-Corvasce-Defazio-Delvecchio V.- Dicorato-Dipaola-Luzzi-Maffione L.- Nasca-Paparella-Seccia-Tupputi)
Voti a favore: n.19 (Caracciolo,Cafagna, Calabrese, Giannella, Cioce, Corcella, Damato, Delvecchio,B, Grippo, Lamberti- Maffione G.-Scelzi-Piccinni, Crudele, Mennea, Filannino, Tupputi-Ventura, Vitobello). Astenuti n.9 (Carpagnano, Dileo, Cannito, Soricaro, Lanotte, Alfarano, Di Bello, Rizzi, Damiani).
Nelle premesse di questo Consiglio veniva rilevato con che "Il Piano è carente dal punto di vista degli elaborati in quanto si limita a considerare il singolo immobile e non l'isolato o gli isolati di cui fa parte e non descrive in maniera puntuale l'inserimento puntuale dell'immobile esistente nella cortina esistente. Le estese preoccupate note sono di un privato cittadino le cui rimostranze le porge al Tar e al Consiglio di Stato ottenendo sempre sentenze negative, in pdf evidenziamo anche questa storia giudiziaria collegata.
Sicuramente mai un titolo di un articolo fu tanto lungo, ma tutti cercano la vittoria della giustizia e le parole inevitabilmente sono tante. La lettura dei documenti che proponiamo non è, vi assicuriamo, inutile esercizio. Inutile esercizio è il giustizialismo generalizzato non comprovato. Leggendo gli atti, tutti gli atti, si avverte, mai innocente, preoccupante la contraddizione politica sia in Commissione Pianificazione del Territorio, sia nei dibattiti dei due Consigli. Non è solo vivacità politica quella verbalizzata in ogni incontro sull'argomento - Piano di recupero dell'immobile -. Quella c'è sempre, in ogni seduta. In questo caso, sia coloro che hanno votato favorevolmente, sia gli oppositori del progetto, esca poi di una terribile tragedia, pare abbiano un buon collante di perplessità, fino a iscrivere nei verbali dichiarazioni contraddittorie. Alla ristrutturazione pensò dubbioso, in Commissione, il consigliere De fazio: "Ribadisco i motivi del voto contrario, già espresso in consiglio comunale. Il palazzo di cui si discute non è antico, ma sicuramente di un certo valore storico, e deve essere salvaguardato".
La pletora dei dubbiosi trovò pragmatico Cioce: "Questa sera i problemi vanno posti in maniera serena, non stiamo demolendo il Colosseo…. abbiamo la fortuna di avere il dirigente Gianferrini che dissiperà ogni dubbio e se ci convinceranno le argomentazioni, se saremo soddisfatti, il nostro gruppo voterà favorevolmente il provvedimento". Carpagnano polemico dopo l'intervento di Grippo: "Consigliere Grippo se tu voti per opportunità politica, io voto come te per opportunità politica; non ne parliamo più, votiamo e ce ne andiamo a casa. Di Corato: "Noi non siamo solo prigionieri dell'urbanistica, ma siamo anche prigionieri dei tecnici che governano l'urbanistica di questa città" Cannito richiamandosi all'intervento di Dicorato… "Io condivido, mi riferisco all'etica professionale degli architetti, degli ingegneri, dei geometri di questa città, che evidentemente indirizzano determinati aspetti urbanistici verso la maggiore possibilità di utilizzo, verso la speculazione edilizia, io lo devo dire, perché è così".
La sensazione di quel Consiglio è che ciascuno volesse contenere la propria spregiudicatezza, la più consueta arroganza dialettica. Certo è che la patente di moralità questa città , per la miopia cui vuole sottoporre Barletta, non la otterrà mai. La didascalia che accompagna questa nota, raffigura l'immobile destinato non al recupero ma alla demolizione e conseguente elevazione. Cosimo Giannini, amministratore unico dell'impresa costruttrice, raggiunto da avviso di garanzia insieme altri 8 indagati, già v e n d e v a appartamenti e sottani nuovi di zecca.
In una retorica trasmissione televisiva sull'argomento, dove l'unica sincerità ancora strillata è stata riportata dal giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Rino Daloiso, un eminente componente dell'amministrazione barlettana ha reclamato disperatamente indulgenza. Lo ha fatto senza scegliere il silenzio e l'assenza da qualsiasi paragrafo pubblicitario. L'assessore Pastore accusa la città di cercare il Mostro ad ogni costo. E allora? Non è sufficiente che il Giustizialismo collettivo di Barletta si sia civilmente placato ma non assopito?
Dopo la sepoltura dei morti inizia la viziata retorica politica oramai definitivamente insufficiente? Non troverà altri palchi che la asseconderanno, creda. E se sa chi verrà incarcerato, come ha predetto, vorrà dire che giustizia sarà compiuta e non sarà sommaria come il cedimento di un palazzo non sufficientemente controllato. Chi scrive sarà ancora più patetico e assoluto: cinque persone, quattro donne e una ragazzina, loro malgrado sono state dimesse dalla possibilità di essere felici. Ma altrettante cinque, appena dimostrative dimissioni dalla politica, quando arriveranno?
Sempre in Consiglio qualcuno affermava che in quella zona del crollo non c'è nessun pregio architettonico. Forse non è proprio così. Ogni isolato che va da piazza Aldo Moro, ex piazza Roma, questo asse che raggiunge il vecchio ospedale, è una cortina edilizia di grande pregio e ha grande valore ambientale in quanto è idealità delle mura di Barletta con una edilizia di tipo murattiano. Questa cortina ha avuto una vittima immobiliare oltre che umana. Termineremo con le accuse e la ricerca dei colpevoli, almeno noi. Ora c'è da salvare la memoria ambientale di quella zona, verificare che le zone di Barletta che non sono state inserite nel piano regolatore generale, siano in quel piano adottate. Capire cosa significa recupero del patrimonio edilizio esistente e approfondire le strategie e i metodi per restituire e conservare ogni isolato, datato fine '800, inizi del '900, con le prerogative armoniche facilmente riconoscibili. Restauro conservativo e recupero e non indiscriminati abbattimenti a macchia di leopardo.
27 Giugno 2007: Riadozione del Piano di recupero dell'immobile sito in Barletta in via Roma 22, 24, 26 e via Mura Spirito Santo 54, 56, 58
7 Gennaio 2008: Commissione Consiliare Permanente Programmazione e Pianificazione Territorio. Presenti: dr. Antonio Carpagnano, geom. Gennaro Calabrese, avv. Nicola DE Fazio, Arch. Giovanni Paparella. Assente Giuseppe Rizzi. Partecipano Ass. Edilizia sig. Franco Pastore, Dirigente settore arch. Francesco Gianferrini.
10 Gennaio 2008 : Approvazione del Piano di recupero dell'immobile.
Esito della votazione: Consiglieri assenti n.13 (Sindaco-Corvasce-Defazio-Delvecchio V.- Dicorato-Dipaola-Luzzi-Maffione L.- Nasca-Paparella-Seccia-Tupputi)
Voti a favore: n.19 (Caracciolo,Cafagna, Calabrese, Giannella, Cioce, Corcella, Damato, Delvecchio,B, Grippo, Lamberti- Maffione G.-Scelzi-Piccinni, Crudele, Mennea, Filannino, Tupputi-Ventura, Vitobello). Astenuti n.9 (Carpagnano, Dileo, Cannito, Soricaro, Lanotte, Alfarano, Di Bello, Rizzi, Damiani).
Nelle premesse di questo Consiglio veniva rilevato con che "Il Piano è carente dal punto di vista degli elaborati in quanto si limita a considerare il singolo immobile e non l'isolato o gli isolati di cui fa parte e non descrive in maniera puntuale l'inserimento puntuale dell'immobile esistente nella cortina esistente. Le estese preoccupate note sono di un privato cittadino le cui rimostranze le porge al Tar e al Consiglio di Stato ottenendo sempre sentenze negative, in pdf evidenziamo anche questa storia giudiziaria collegata.
Sicuramente mai un titolo di un articolo fu tanto lungo, ma tutti cercano la vittoria della giustizia e le parole inevitabilmente sono tante. La lettura dei documenti che proponiamo non è, vi assicuriamo, inutile esercizio. Inutile esercizio è il giustizialismo generalizzato non comprovato. Leggendo gli atti, tutti gli atti, si avverte, mai innocente, preoccupante la contraddizione politica sia in Commissione Pianificazione del Territorio, sia nei dibattiti dei due Consigli. Non è solo vivacità politica quella verbalizzata in ogni incontro sull'argomento - Piano di recupero dell'immobile -. Quella c'è sempre, in ogni seduta. In questo caso, sia coloro che hanno votato favorevolmente, sia gli oppositori del progetto, esca poi di una terribile tragedia, pare abbiano un buon collante di perplessità, fino a iscrivere nei verbali dichiarazioni contraddittorie. Alla ristrutturazione pensò dubbioso, in Commissione, il consigliere De fazio: "Ribadisco i motivi del voto contrario, già espresso in consiglio comunale. Il palazzo di cui si discute non è antico, ma sicuramente di un certo valore storico, e deve essere salvaguardato".
La pletora dei dubbiosi trovò pragmatico Cioce: "Questa sera i problemi vanno posti in maniera serena, non stiamo demolendo il Colosseo…. abbiamo la fortuna di avere il dirigente Gianferrini che dissiperà ogni dubbio e se ci convinceranno le argomentazioni, se saremo soddisfatti, il nostro gruppo voterà favorevolmente il provvedimento". Carpagnano polemico dopo l'intervento di Grippo: "Consigliere Grippo se tu voti per opportunità politica, io voto come te per opportunità politica; non ne parliamo più, votiamo e ce ne andiamo a casa. Di Corato: "Noi non siamo solo prigionieri dell'urbanistica, ma siamo anche prigionieri dei tecnici che governano l'urbanistica di questa città" Cannito richiamandosi all'intervento di Dicorato… "Io condivido, mi riferisco all'etica professionale degli architetti, degli ingegneri, dei geometri di questa città, che evidentemente indirizzano determinati aspetti urbanistici verso la maggiore possibilità di utilizzo, verso la speculazione edilizia, io lo devo dire, perché è così".
La sensazione di quel Consiglio è che ciascuno volesse contenere la propria spregiudicatezza, la più consueta arroganza dialettica. Certo è che la patente di moralità questa città , per la miopia cui vuole sottoporre Barletta, non la otterrà mai. La didascalia che accompagna questa nota, raffigura l'immobile destinato non al recupero ma alla demolizione e conseguente elevazione. Cosimo Giannini, amministratore unico dell'impresa costruttrice, raggiunto da avviso di garanzia insieme altri 8 indagati, già v e n d e v a appartamenti e sottani nuovi di zecca.
In una retorica trasmissione televisiva sull'argomento, dove l'unica sincerità ancora strillata è stata riportata dal giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Rino Daloiso, un eminente componente dell'amministrazione barlettana ha reclamato disperatamente indulgenza. Lo ha fatto senza scegliere il silenzio e l'assenza da qualsiasi paragrafo pubblicitario. L'assessore Pastore accusa la città di cercare il Mostro ad ogni costo. E allora? Non è sufficiente che il Giustizialismo collettivo di Barletta si sia civilmente placato ma non assopito?
Dopo la sepoltura dei morti inizia la viziata retorica politica oramai definitivamente insufficiente? Non troverà altri palchi che la asseconderanno, creda. E se sa chi verrà incarcerato, come ha predetto, vorrà dire che giustizia sarà compiuta e non sarà sommaria come il cedimento di un palazzo non sufficientemente controllato. Chi scrive sarà ancora più patetico e assoluto: cinque persone, quattro donne e una ragazzina, loro malgrado sono state dimesse dalla possibilità di essere felici. Ma altrettante cinque, appena dimostrative dimissioni dalla politica, quando arriveranno?
Sempre in Consiglio qualcuno affermava che in quella zona del crollo non c'è nessun pregio architettonico. Forse non è proprio così. Ogni isolato che va da piazza Aldo Moro, ex piazza Roma, questo asse che raggiunge il vecchio ospedale, è una cortina edilizia di grande pregio e ha grande valore ambientale in quanto è idealità delle mura di Barletta con una edilizia di tipo murattiano. Questa cortina ha avuto una vittima immobiliare oltre che umana. Termineremo con le accuse e la ricerca dei colpevoli, almeno noi. Ora c'è da salvare la memoria ambientale di quella zona, verificare che le zone di Barletta che non sono state inserite nel piano regolatore generale, siano in quel piano adottate. Capire cosa significa recupero del patrimonio edilizio esistente e approfondire le strategie e i metodi per restituire e conservare ogni isolato, datato fine '800, inizi del '900, con le prerogative armoniche facilmente riconoscibili. Restauro conservativo e recupero e non indiscriminati abbattimenti a macchia di leopardo.