Eventi
In mostra il mostro della droga
L’esposizione alla galleria del teatro “Curci” di Barletta fino al 7 settembre
Barletta - venerdì 5 settembre 2014
Droga: si sa tutto e non si sa niente. Si sa che fa male, che chi la commercia guadagna, che chi la compra ci perde, che chi la usa ci muore. Eppure ai sensi fa così bene! Fa talmente bene che i più bravi artisti e scrittori bohemiens ne hanno fatto uso, dando risultati eccellenti alla storia della cultura europea. Dall'oppio di Baudelaire e Coleridge, all'assenzio immortalato su tela da Picasso e Degas. Ma la mostra in esposizione alla galleria del Teatro Curci di Barletta non ha niente di figurativo: è un'esposizione che ha la pretesa di comunicare, tramite l'appello alla paura, quanto sia nociva l'assunzione di droga, alcool e cocktail mortali.
Non la solita ramanzina sugli effetti, né la solita condanna alle cause; non ci sono pitture o sculture raffiguranti visi scarniti, occhi scavati, narici incavate o braccia da campo minato. Non ci sono quadri, perché il quadro è unico, quella della lotta alla droga tramite informazione. E l'informazione richiede parole, numeri, statistiche, approfondimenti concettuali. Il percorso dell'esposizione parte dall'eziologia, dai motivi che spingono gli uomini a drogarsi, dai benefici che questi traggono e dalle brutture che ne conseguono. E man mano che si avanza nella galleria, lo spazio si fa più stretto, soffocante, pieno di cartelloni che emanano il rumore di tanti campanelli d'allarme, sincronizzati e assordanti. Eroina, metadone, oppio, marijuana, LSD, inalanti, crack, cocaina, metamfetamina, ecstasy e crystal meths sono solo alcuni dei protagonisti dello spettacolo spettrale diretto dalla regista Droga. Ogni singola sfumatura di questo spettro nero ha due effetti contrari: uno iniziale stimolante e uno sedativo più a lungo termine. Il mix di questi due effetti destabilizza lo stato psico-fisico del tossicodipendente, il quale ricorre con facilità ai farmaci curativi. Questi, però, sviluppano a loro volta un altro tipo di assuefazione, motivo per cui la US Drug Enforcement Administration li ha categorizzati alla stessa stregua di oppio e cocaina. Questi includono il Ritalin, il Dexedrine e antidolorifici come OxyContin, Demerol e Roxanol.
La prevenzione a mezzo informazione ha sempre un suo valore e la mostra si presenta ben al passo con i tempi; non si limita a riportare il "già risaputo" sulle droghe. Ogni droga ha un suo opuscolo informativo, contenente cenni storici, sinonimi gergali, reperibilità naturale, formule chimiche, i vari stati di aggregazione e i danni senza ritorno. Inoltre, per chi visita l'esposizione, c'è la possibilità di partecipare a seminari informativi atti all'approfondimento del tema-tabù. Pubblicazioni, mostre e convegni del genere sono la dimostrazione che la conoscenza è l'unica arma capace di combattere un fenomeno tanto silente quanto dilagante. L'approccio illustrativo e didattico, con un cenno all'arte pedagogica e figurativa, è il barlume di lucidità, di risalita, lasciato a una società che ha scelto la discesa della deriva morale.
Non la solita ramanzina sugli effetti, né la solita condanna alle cause; non ci sono pitture o sculture raffiguranti visi scarniti, occhi scavati, narici incavate o braccia da campo minato. Non ci sono quadri, perché il quadro è unico, quella della lotta alla droga tramite informazione. E l'informazione richiede parole, numeri, statistiche, approfondimenti concettuali. Il percorso dell'esposizione parte dall'eziologia, dai motivi che spingono gli uomini a drogarsi, dai benefici che questi traggono e dalle brutture che ne conseguono. E man mano che si avanza nella galleria, lo spazio si fa più stretto, soffocante, pieno di cartelloni che emanano il rumore di tanti campanelli d'allarme, sincronizzati e assordanti. Eroina, metadone, oppio, marijuana, LSD, inalanti, crack, cocaina, metamfetamina, ecstasy e crystal meths sono solo alcuni dei protagonisti dello spettacolo spettrale diretto dalla regista Droga. Ogni singola sfumatura di questo spettro nero ha due effetti contrari: uno iniziale stimolante e uno sedativo più a lungo termine. Il mix di questi due effetti destabilizza lo stato psico-fisico del tossicodipendente, il quale ricorre con facilità ai farmaci curativi. Questi, però, sviluppano a loro volta un altro tipo di assuefazione, motivo per cui la US Drug Enforcement Administration li ha categorizzati alla stessa stregua di oppio e cocaina. Questi includono il Ritalin, il Dexedrine e antidolorifici come OxyContin, Demerol e Roxanol.
La prevenzione a mezzo informazione ha sempre un suo valore e la mostra si presenta ben al passo con i tempi; non si limita a riportare il "già risaputo" sulle droghe. Ogni droga ha un suo opuscolo informativo, contenente cenni storici, sinonimi gergali, reperibilità naturale, formule chimiche, i vari stati di aggregazione e i danni senza ritorno. Inoltre, per chi visita l'esposizione, c'è la possibilità di partecipare a seminari informativi atti all'approfondimento del tema-tabù. Pubblicazioni, mostre e convegni del genere sono la dimostrazione che la conoscenza è l'unica arma capace di combattere un fenomeno tanto silente quanto dilagante. L'approccio illustrativo e didattico, con un cenno all'arte pedagogica e figurativa, è il barlume di lucidità, di risalita, lasciato a una società che ha scelto la discesa della deriva morale.