Istituzionale
In Consiglio comunale continua la vicenda Lidl al Castello
Si è discusso del post crollo in via Curci e dell'abbattimento del pino
Barletta - mercoledì 23 giugno 2021
18.44
Ieri pomeriggio presso l'aula consiliare in via Zanardelli si è tenuto il consiglio comunale. La seduta è stata aperta con le domande di attualità: prima su tutti il crollo dello scorso 16 giugno avvenuto in via Giuseppe Curci. Il sindaco ha deciso di informare la platea partecipante delle condizioni dei tre feriti, due dei quali sono state definite gravi perché sono peggiorate nella giornata di ieri.
Subito dopo la parola è passata all'assessora per le politiche sociali Maria Anna Salvemini, la quale ha informato i consiglieri che sin dal giorno successivo al crollo sono state individuate strutture ricettive per le persone sfollate. Si sono svolti poi, colloqui per l'analisi dei bisogni e successivamente la calendarizzazione di altri elementi di supporto, assegnando ad ogni famiglia un assistente sociale di riferimento e il servizio psicologico EMDR per la gestione di eventi traumatici - associazione che a livello nazionale si è occupata anche dei colpiti al crollo di Genova -. Ha ribadito il coordinamento con i vigili urbani per permettere alle vittime di tornare a casa per recuperare gli effetti personali. Il Comune ha confermato il suo impegno a livello economico, mettendo a disposizione una cifra notevole, attingendo dalle risorse per le emergenze.
Dopo un momentaneo di scostamento sul tema, si ritorna a parlare del tragico evento con l'intervento della consigliera Mariangela Carone sulla sicurezza del quartiere Sette Frati. La consigliara ha affermato che il quartiere pur essendo storicamente importante come il Centro Storico, non ha mai ricevuto le adeguate cure e attenzioni. «C'è bisogno, quindi, di ritornare a ragionarci perché le contraddizioni della città ci sono. Ci sono le abitazioni più popolari che riversano in una condizione di degrado, anche dal punto di vista sociale».
Un successivo intervento ha riguardato il cartellone per l'estate barlettana, con un dibattito che ha coinvolto i consiglieri Mazzarisi, Mennea e l'assessore Cilli sull'esclusione di alcuni gruppi.
La questione del pino invece, ha infiammato gli animi. È proprio in questa occasione che è partito uno scontro molto animato. Cefola ha confermato la notizia dell'abbattimento del pino, iniziato nella giornata di oggi 23 giugno. In merito alla richiesta avanzata da molti cittadini di spostare l'albero, Cefola dà notizia della cifra elevata per i costi di spostamento. Interviene Giuseppe Basile del M5S affermando che «sono stati favoriti gli interessi privati a quelli pubblici». La frase del pentastellato ha lasciato i partecipanti interdetti. Il primo a rispondergli è stato Cefola che le ha definite «affermazioni gravissime». Dopo alcune precisazioni del consigliere Bufo, è intervenuto anche il sindaco Cannito ricordando che, qualora l'albero fosse caduto, sarebbe spettato a lui rispondere alla responsabilità penale, perché nessuno dei pareri degli esperti ha detto con certezza che quell'albero non sarebbe mai caduto. Ricorda anche la sua partecipazione attiva e il coinvolgimento per permettere al pino di restare nel suo luogo natale e termina dicendo: «Anche noi subiamo questo provvedimento».
Più tardi è ritornato in aula il tema LIDL, in particolare sull'informativa al Consiglio comunale del parare dell'Avvocatura. L'avvocato Caruso, tra i membri dell'avvocatura comunale, ha sottolineato come la storia risalga a 20 anni fa. La questione ha agitato l'opinione pubblica barlettana negli ultimi mesi con proteste e contestazioni in seguito alle autorizzazioni comunali per costruire il supermercato al fianco del fossato del Castello.
Dice Cannito: «Là sopra non ci vogliamo un supermercato [..] sarà la magistratura a dire se quell'autorizzazione a costruire era legittima o no». La questione prevede un ulteriore passo in avanti perché «Noi vogliamo acquisire al patrimonio comunale quel terreno. D'altronde, nel DPP, approvato da quest'Amministrazione, quell'area viene identificata come contesto urbano storico da valorizzare» continua il primo cittadino. Per far ciò vi è la necessità di essere proprietari del terreno. La strada da perseguire sarà quella dell'espropriazione per pubblica utilità. Si spiega così la candidatura del terreno ad un finanziamento per la realizzazione di un teatro all'aperto.
«Entro 30 giorni il Consiglio comunale sarà chiamato per l'approvazione del vincolo di esproprio», anticipa il primo cittadino. Intanto, prosegue la trattativa di perequazione con l'azienda tedesca. Sul tavolo, ancora il terreno adiacente la chiesa di San Giovanni Apostolo. Lì, il Contratto di quartiere – che avrebbe potuto ostacolare la conclusione della trattativa - è stato revocato.
Subito dopo la parola è passata all'assessora per le politiche sociali Maria Anna Salvemini, la quale ha informato i consiglieri che sin dal giorno successivo al crollo sono state individuate strutture ricettive per le persone sfollate. Si sono svolti poi, colloqui per l'analisi dei bisogni e successivamente la calendarizzazione di altri elementi di supporto, assegnando ad ogni famiglia un assistente sociale di riferimento e il servizio psicologico EMDR per la gestione di eventi traumatici - associazione che a livello nazionale si è occupata anche dei colpiti al crollo di Genova -. Ha ribadito il coordinamento con i vigili urbani per permettere alle vittime di tornare a casa per recuperare gli effetti personali. Il Comune ha confermato il suo impegno a livello economico, mettendo a disposizione una cifra notevole, attingendo dalle risorse per le emergenze.
Dopo un momentaneo di scostamento sul tema, si ritorna a parlare del tragico evento con l'intervento della consigliera Mariangela Carone sulla sicurezza del quartiere Sette Frati. La consigliara ha affermato che il quartiere pur essendo storicamente importante come il Centro Storico, non ha mai ricevuto le adeguate cure e attenzioni. «C'è bisogno, quindi, di ritornare a ragionarci perché le contraddizioni della città ci sono. Ci sono le abitazioni più popolari che riversano in una condizione di degrado, anche dal punto di vista sociale».
Un successivo intervento ha riguardato il cartellone per l'estate barlettana, con un dibattito che ha coinvolto i consiglieri Mazzarisi, Mennea e l'assessore Cilli sull'esclusione di alcuni gruppi.
La questione del pino invece, ha infiammato gli animi. È proprio in questa occasione che è partito uno scontro molto animato. Cefola ha confermato la notizia dell'abbattimento del pino, iniziato nella giornata di oggi 23 giugno. In merito alla richiesta avanzata da molti cittadini di spostare l'albero, Cefola dà notizia della cifra elevata per i costi di spostamento. Interviene Giuseppe Basile del M5S affermando che «sono stati favoriti gli interessi privati a quelli pubblici». La frase del pentastellato ha lasciato i partecipanti interdetti. Il primo a rispondergli è stato Cefola che le ha definite «affermazioni gravissime». Dopo alcune precisazioni del consigliere Bufo, è intervenuto anche il sindaco Cannito ricordando che, qualora l'albero fosse caduto, sarebbe spettato a lui rispondere alla responsabilità penale, perché nessuno dei pareri degli esperti ha detto con certezza che quell'albero non sarebbe mai caduto. Ricorda anche la sua partecipazione attiva e il coinvolgimento per permettere al pino di restare nel suo luogo natale e termina dicendo: «Anche noi subiamo questo provvedimento».
Più tardi è ritornato in aula il tema LIDL, in particolare sull'informativa al Consiglio comunale del parare dell'Avvocatura. L'avvocato Caruso, tra i membri dell'avvocatura comunale, ha sottolineato come la storia risalga a 20 anni fa. La questione ha agitato l'opinione pubblica barlettana negli ultimi mesi con proteste e contestazioni in seguito alle autorizzazioni comunali per costruire il supermercato al fianco del fossato del Castello.
Dice Cannito: «Là sopra non ci vogliamo un supermercato [..] sarà la magistratura a dire se quell'autorizzazione a costruire era legittima o no». La questione prevede un ulteriore passo in avanti perché «Noi vogliamo acquisire al patrimonio comunale quel terreno. D'altronde, nel DPP, approvato da quest'Amministrazione, quell'area viene identificata come contesto urbano storico da valorizzare» continua il primo cittadino. Per far ciò vi è la necessità di essere proprietari del terreno. La strada da perseguire sarà quella dell'espropriazione per pubblica utilità. Si spiega così la candidatura del terreno ad un finanziamento per la realizzazione di un teatro all'aperto.
«Entro 30 giorni il Consiglio comunale sarà chiamato per l'approvazione del vincolo di esproprio», anticipa il primo cittadino. Intanto, prosegue la trattativa di perequazione con l'azienda tedesca. Sul tavolo, ancora il terreno adiacente la chiesa di San Giovanni Apostolo. Lì, il Contratto di quartiere – che avrebbe potuto ostacolare la conclusione della trattativa - è stato revocato.