Il verde di Barletta soffre e chiede aiuto
Secche e senza vita le foglie dei lecci dei giardini De Nittis. Il professor Quarto rilancia l'appello "Salvate i lecci"
Un paio d'anni fa, più volte, ho evidenziato lo stato di sofferenza del verde di Barletta. In particolare, quello dei lecci, seriamente ammalati, tanto da presentarsi rinsecchiti. Ovunque, in città, sugli alberi sempreverdi prevalevano le foglie secche, da viale Giannone a villa Bonelli, da via Libertà a viale Ippocrate. La situazione era molto grave nella villa di viale Giannone. Disperato, chiesi aiuto a tutti i cittadini, invitandoli ad inviare una mail al sindaco con su scritto "salvate i lecci". L'appello fu favorevolmente accolto e tante mail invasero il sito del comune. La risposta non si fece attendere e i lecci sono stati salvati con interventi efficaci, tra i quali anche quelli endoterapici, che li facevano apparire come tanti malati in coma con la flebo inserita.
Dopo un periodo di circa due anni di ripresa e relativo benessere di questi splendidi alberi, purtroppo, evidentemente sempre a causa dell'atavica incuria della politica verso l'ambiente, si notano segni evidenti di cedimento. Le foglie secche sono riapparse e, in taluni casi, hanno conquistato quasi tutti i rami. Ancora una volta la situazione comincia ad apparire drammatica per alcuni alberi sia di piazza Conteduca (Stazione FFSS) e sia dei giardini di viale Giannone. Qui, in particolare, i quattro lecci più grandi, veri e propri "patriarchi verdi", appaiono alquanto compromessi. Questi ultimi, ubicati tra la fontana e la scuola, fino a quando esisteva il giardino all'italiana erano incantevoli e rigogliosi. Dopo la ristrutturazione disastrosa del giardino, sopravvivono a stenti.
Capisco che nel momento che stiamo attraversando siamo presi da tanti gravi problemi generali e urbani, dalla crisi economica e occupazionale a quella politica, dall'urbanistica d'assalto al traffico asfissiante, dagli inquinamenti dell'aria a quelli delle acque, però penso che il decoro urbano e il verde siano fondamentali per il nostro vivere. Anche se le casse del comune languono, non possono mancare risorse per interventi straordinari mirati almeno alla salvaguardia del verde esistente. I "patriarchi", poi, fanno parte dell'ambiente urbano, evocano ricordi, ci riempiono il cuore di gioia.
Invito, pertanto, la Commissaria Dott. Manzone ad interessarsi di questo problema. Una passeggiata sui luoghi segnalati, un incontro con un agronomo e con i gestori del verde cittadino, una delibera urgente e, forse, riusciamo a salvare gli stupendi e irrinunciabili alberi.
Sono convinto che una dimostrazione di cura e amore verso un albero ci possa aiutare a darci serenità e a predisporci più amorevolmente verso l'umanità. Di sicuro, ci aiuta ad apprezzare i doni meravigliosi del Signore: da una parte la Natura (con gli splendidi patriarchi verdi) e dall'altra il nostro ingegno, capace di salvaguardarla. Commissaria, compia un atto d'amore sia verso i lecci e sia verso la sua nuova città d'adozione!
Ruggiero Quarto