Il sindaco Nicola Maffei: «Mi dimetto»

Alle 21:52 di ieri, mercoledì 29 giugno, sulla propria bacheca del social network Facebook (e qualche minuto dopo tramite un comunicato stampa), il sindaco Nicola Maffei ha dichiarato di voler rassegnare le dimissioni, a seguito degli inconcludenti lavori dell'odierno consiglio comunale. La dichiarazione del primo cittadino, pur non essendo ancora protocollata, appare una decisa presa di posizione, che potrà essere confermata o smentita nei prossimi 20 giorni, durante i quali non potrà essere indetto alcun altro consiglio.

Questo è il messaggio rilasciato dal sindaco Nicola Maffei: «Il Consiglio Comunale si è concluso, dopo una pausa dei lavori troppo lunga e dopo tre inutili tentativi di voto, senza l'elezione del Presidente. In queste condizioni non sono disposto a continuare a lavorare e non credo che la città meriti ulteriori ritardi e contrapposizioni politiche per il raggiungimento di obiettivi personali e posti a sedere. Dopo aver provato a determinare una accelerazione e una soluzione di intesa coi Segretari nominando una Giunta con criteri condivisi, sebbene criticabili, non avendo sortito effetti, ho deciso di rassegnare le mie dimissioni rimettendo all'intero Consiglio e alla mia maggioranza la responsabilità della risoluzione di questa inutile contesa. Auspico che nei prossimi giorni si possa ritrovare la serenità necessaria perché si possa cominciare a lavorare con serietà all'attuazione del programma per il quale questa città ci ha rinnovato la fiducia, iniziando dalla nomina del Presidente, dagli assetti di Giunta e dalla approvazione del Bilancio senza il quale pagheremo un prezzo carissimo alla particolare situazione economica nazionale. So che Barletta è matura per comprendere quanto avvenuto. Grazie a tutti».

Questa mattina alle ore 11:00 è convocata una conferenza stampa presso la Sala Giunta di Palazzo di Città nella quale, insieme ai segretari politici dei partiti che compongono la coalizione di Centrosinistra, Maffei spiegherà ai barlettani le ragioni delle sue dimissioni.