Il PD e il pesce da allevamento

Il tema della crisi della politica e soprattutto il crescente discredito verso i Partiti non possono lasciarci indifferenti. Si tratta di argomenti di grande rilevanza e attualità che, sia pur nelle diverse interpretazioni e valutazioni, ci riguardano indistintamente e segnano una fase drammatica per la vita del nostro Paese e delle nostre comunità.

Anni di mal governo, forse sarebbe più corretto dire "decenni di non-governo", di entrambi gli schieramenti, durante i quali è cresciuto il debito pubblico, l'evasione fiscale, la corruzione. Il tutto reso ancor più grave dalla recente recessione e dalla costante perdita di posti di lavoro.

Una crisi politica ben raffigurata nell'attuale conduzione "tecnica" del Governo del Paese che vede i partiti in una posizione marginale, quasi in "quarantena" per manifesta incapacità nel dare risposta ai problemi del Paese.

Ma se sul versante nazionale, grazie anche al provvidenziale intervento del Presidente Napolitano, si è riusciti in qualche modo ad evitare il baratro, in molti territori (senza alcuna differenza tra nord e sud) i casi di malgoverno e corruzione non accennano a diminuire e all'orizzonte non si intravedono soluzioni, né si capisce chi possa essere il "Napolitano" di turno.

Si registrano costanti arretramenti, e certe flebil speranze di cambiamento svaniscono una dietro l'altra. In questo quadro, le vicende pugliesi, data la vasta gamma di fenomeni, appaiono molto significative e rappresentative:

• Nella vicina Trani le primarie, speranza di coinvolgimento e partecipazione dei cittadini, si trasformano amaramente in barzelletta. Dalla mortificazione dei protagonisti, all'oltraggio nei confronti dei cittadini considerati ancora una volta poco più che marionette. Allora, almeno una domanda andrebbe posta soprattutto ai fantasiosi vertici del PD: ma gli "alti" vertici provinciali e regionali (Patruno e Blasi) che oggi chiedono a Ferrante di ritirarsi, quando si è deciso di fare quelle primarie "frettolose" quale ruolo hanno svolto ? Erano in missione all'estero o si stavano occupando con Monti dello Spread e del rapporto "Debito/Pil"?
• O ancora, una grande speranza, quella della Primavera barese-pugliese che, dopo alti e bassi, rischia paradossalmente di morire proprio nel mese di marzo, forse una tragica fatalità. Non è, e non può essere solo un fatto di "spigole e ostriche" (di cui sono ghiotti molti pugliesi) come taluni vorrebbero far credere. L'aspetto più grave e un po' taciuto consiste nell'aver consentito di far sottomettere le Istituzioni, e quindi l'interesse pubblico, all'interesse privato. Né Emiliano può sentirsi affrancato da ulteriori responsabilità per aver chiesto scusa per certi peccati di "gola"o perché in questo momento le indagini riguardano solo i Dirigenti. Il Sindaco è il punto più alto di comando e responsabilità di una Città. Il Sindaco non è uno spettatore, ne può dirsi completamente fuori dalle dinamiche gestionali. Sarebbe come un pastore che non conosce e non controlla il "gregge". Non è certamente il caso del Sindaco Emiliano, peraltro ex-Magistrato, a cui in tanti riconoscono doti intelligenza, autorevolezza, comando e destrezza nelle relazioni.
• Infine la triste realtà di Barletta. Una Città in quest'ultimo periodo funestata da omicidi, morti violente e attentati alle attività commerciali, che segnano un degrado pericolosissimo con la politica sempre meno attenta a certi fenomeni e con l'Amministrazione tuttora in "assetto provvisorio". In tutto questo caos non vi è dibattito, nè si sente la voce dei partiti nessuno escluso. Il governo del territorio nelle mani di una Giunta provvisoria o balneare che dopo aver superato estate, autunno e inverno, per completarne il ciclo si accinge a vivacchiare anche la bella stagione della primavera. Gli obiettivi non mancano, le priorità nemmeno, due su tutte: aggiustare con le necessarie "attenzioni" la gaudiosa macchina amministrativa, a partire dai Dirigenti, e affrontare "lancia in resta" l'evento dell'anno, la Disfida di Barletta, che a quanto pare ha già suscitato l'attenzione dei "tour operator" della lontana Cina.

Alcuni soggetti speranzosi sostenevano che a Barletta, dopo il Congresso del PD, tutto sarebbe stato risolto. E' trascorso circa un mese ma si è al punto di partenza. Non ci si accorge forse che la grave situazione che investe la Città imporrebbe un serio cambio di passo. Ma visto il tenore dei Consigli Comunali c'è il rischio che alcuni addetti ai lavori, dato l'approssimarsi della bella stagione, possano confondere il "cambio di passo", non già come rinnovata tensione morale e politica ma come l'ennesimo cambio di casacca o ancora come passi di qualche ballo caraibico.

Quello che accade intorno lascia supporre che forse non è nemmeno questione di congressi o di primarie, strumenti imbruttiti nelle mani sciatte dei partiti. Modalità che ovunque evidenziano sospette anomalie proprio a causa di una inspiegabile massiccia presenza di cittadini. Un protagonismo forse innaturale se rapportato agli esiti di diversi sondaggi secondo cui oltre il 90% dei cittadini dichiara di non avere fiducia nei partiti. C'è qualcosa che oggettivamente non torna. Sarebbe ora che ci si ponga il problema facendo una giusta autocritica per far emergere anche alcune scomode ma urgenti verità.

Le "spigole e le ostriche", benché molto sintomatiche del degrado etico e morale che caratterizza questa politica, sono solo elementi di colore o poco più.