Mare di Barletta
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La città

"Il Mar Adriatico, il Fiume Ofanto e la memoria dell’acqua"

Un breve racconto del professore barlettano Giuseppe Lagrasta, Presidente del Comitato Dante Alighieri di Barletta

Mentre la calda stagione estiva prosegue senza attimi di tregua, diamo spazio a un racconto tutto dedicato all'acqua e al mare, a firma del professor Giuseppe Lagrasta, Presidente del Comitato Dante Alighieri di Barletta.

"L'acqua è movimento continuo, forza vitale, respiro, fresco e dolce, viaggio enigmatico, immaginazione e sogni, metafora della maternità e della poesia della vita; l'acqua, germinazione di luci e di oscurità, di tempeste e di nebbia, di luce trasparente, di onde magnetiche e di teneri cristalli.

Acqua, memoria del mare, memoria antica e ribelle della Terra, nemica del fuoco e sorella della luna, anima gemella del cielo e del cuore umano; liquida memoria, memoria dell'acqua, mistero delle tenebre, alfabeto dei secoli, figura dei paesaggi marini, specchi dei calchi lunari.
La memoria dell'acqua del mare, è l'orologio liquido terrestre, e nel suo sciogliersi scopre tracce segrete nascoste nelle vene oscure delle sabbie, nascondimento di misteri, luoghi degli amori, delle tenerezze e delle nostalgie umane.
Nostalgia dell'acqua e delle corse sulle rive del Mare Adriatico e sulle rive del Fiume Ofanto, nostalgia d'infanzia per le tenere ombre dei pescheti e delle vigne arse dal sole tra i volti stupiti dei ciottoli posati sulle rive del Fiume Ofanto.
Cielo e terra, cuore e mente e incontri adolescenti sul cuore dell'acqua ascoltando dalla voce degli adulti i racconti, di gioia e paura, tra le voci delle madri e i sussurri dei padri e dei nonni, fino ad ascoltare i dettagli dei giovani imprudenti annegati, a causa di vortici e mulinelli, nel Fiume Ofanto immortale.

Ci sono stati giorni in cu l'Ofanto pulsava di giovinezza e furore, giorni in cui l'Ofanto è stato fiume di memoria interiore, calco di storie, invenzione dei giochi adolescenti, con le corse a nascondersi tra le forre per poi cercarsi, trasformando le verdi forre in veri labirinti d'amore. Spesso, molto spesso, osserviamo il Fiume Ofanto, ferito dall'incuria umana, dalla velocità del tempo occidentale, dall'indifferenza verso la natura.

Il Mare Adriatico e il Fiume Ofanto, con la memoria dell'acqua che li unisce e li avvolge, e ci avvolge, segreto liquido amniotico racconta nel corso del tempo, i vissuti, le circostanze, le coincidenze, gli eventi, il caso e le necessità, le esistenze e le umane avventure, la magia della musica dell'acqua: come parola poetica, come voce poetica d'acqua, suono che incanta.

Il Fiume Ofanto e il Mare Adriatico, luoghi antichi della memoria adolescente, momenti di storie di giovani inesperti, inquieti e ribelli; ma poi era piacevole trascorrere le sere, in piazza, a raccontare i gorghi, i mulinelli e le immagini pulsanti di un viaggio fatto a pelo d'acqua.

Ma i fiumi i mari e i laghi hanno memoria vegetale, memoria naturale, memoria del tempo e delle esistenze passate che hanno attraversato quei luoghi che ora fanno memoria alla storia e agli occhi abbandonati nella polvere.

L'orologio dell'acqua non ha numeri né suonerie, è il sole l'orologio dell'acqua, e l'orologio d'acqua si nasconde nel sorriso dei tramonti. E' un orologio eterno. Senza tempo, senza spazio ma con voce d'incanto.

Tempo d'acqua, movimento continuo tra eternità e destino. E così sarà, di continuo, l'orologio umano, a donare, inavvertitamente, la scansione temporale; mentre il mare, i fiumi e i laghi vivranno, senza orologio e senza tempo e racconteranno quella memoria che hanno attraversato: memoria del mare e dei fiumi e dei laghi, memoria liquida e immortale.

Che accoglie i naufraghi che perdono la vita e i naufraghi che sopravvivono, e così la memoria dell'acqua si fa onda d'esistenze passate e di esistenze salvate, tra dolore e scomparsa, tra resistenza e coraggio, mentre il cuore di chi resta si trasforma in uno scrigno oscuro di dolore, incommensurabile.

Memoria dell'acqua come memoria di desideri e di emozioni, come memoria che lega frammenti di racconti e di intrecci umani e vitali. E nel solco della luce e delle ombre, nel paesaggio d'armonie che il sole d'estate regala, la memoria dell'acqua avvolge i pensieri, le ipotesi, gli avvenimenti legando i significati di una esistenza: il desiderio di vivere e di lottare, la motivazione di continuare a nuotare nel mare della memoria storica, civile, esistenziale e naturale.

La memoria dell'acqua è intrecciata alla memoria umana, alla memoria dei gabbiani, dei pescatori e dei marinai, dei naviganti e dei nuotatori invisibili, dei pesci e delle alghe: è legata all'amore per la vita e per la luce, per il rifiuto della cenere e della polvere; è continuamente innamorata dell'umano e tenta di aiutare i naufraghi marini e quelli terrestri; è annodata alla memoria degli scogli, alla memoria delle barche, al battito del cuore dei remi, alla pulsione innamorata delle onde adolescenti.

La memoria dell'acqua è racchiusa in una conchiglia, in un cono d'ombra del Trabucco, negli occhi del Faro che dimora sul Porto a Levante, nel respiro continuo dei pesci, tra lo sguardo delle meduse e granelli di sabbia che anelano a ritornare nell'alto mare aperto.

Nel cuore della terra un seme e una goccia d'acqua, continueranno a dare luce all'umanità perduta tra i sentieri della Terra e i paesaggi marini, dove la forma dell'acqua e le parole della memoria continueranno a sventolare nel cielo, un celeste aquilone dai colori dell'arcobaleno".

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