Politica
Il doppio di cavallo: la prima buona mossa di Nicola Maffei
Responsabilità del Consiglio e prerogative del Sindaco. Una partita di scacchi tutta interna al Pd
Barletta - lunedì 30 aprile 2012
15.47
Il doppio di cavallo è un caso particolare di attacco doppio nel gioco degli scacchi. Il cavallo negli scacchi si muove ad L e questa sua caratteristica rende i suoi attacchi, i suoi salti particolarmente pericolosi. Famosi doppi di cavallo hanno messo in difficoltà e gettato scompiglio anche in giocatori esperti e blasonati.
Il comunicato stampa di Nicola Maffei è un perfetto esempio di doppio di cavallo. Il Sindaco ottiene in un sol colpo diversi effetti. In prima battuta Maffei attribuisce ai partiti la responsabilità dell'attuale congiuntura politica. Lo stato di incertezza, le trattative infinite, ma soprattutto la moltiplicazione di poltrone e spartizioni sono da addebitare al tavolo politico, ai segretari politici e non al Sindaco.
In secondo luogo Maffei distingue (e in questo ha a proprio supporto il dato di diritto) le competenze di attribuzione del Sindaco e quelle del Consiglio comunale (e attraverso i gruppi consiliari i partiti). La giunta è di nomina del Sindaco. Spetta a lui la parola finale sulla sua composizione. Dunque i partiti possono lecitamente fare proposte, ma altrettanto legittimamente il Sindaco può distaccarsi da esse. Si ritornerà su questo concetto. Il primo cittadino riesce anche in un altro intento: sottolineando la responsabilità dei partiti, si ritaglia il ruolo di garante della legge contro una visione predatoria del cosiddetto "sottogoverno". Invita il Consiglio e i partiti a misurarsi con l'elezione del Presidente del Consiglio e, almeno a parole, richiama a un maggiore rispetto per la sobrietà e le procedure nel caso delle partecipate e municipalizzate.
Ma il vero doppio di cavallo potrebbe essere in arrivo. Se, come pare probabile, la proposta di giunta del tavolo politico dovesse essere: 3 assessori al Pd e uno a tutti gli altri partiti di centrosinistra. Poiché il Pd dovrebbe presentare 3 assessori dell'area Bersani, Maffei potrebbe mettere mano alla lista della giunta togliendo all'assessore alla Lista Emiliano (assente al momento della competizione elettorale), Marcello Lanotte, e attribuire un assessore all'area Modem del Pd, Rosa Cascella. In questo modo il Sindaco dimostrerebbe una capacità di decisione che finora non ha dimostrato. E metterebbe in seria difficoltà i maggiorenti del suo partito.
Da un lato l'eliminazione della Lista Emiliano pesterebbe i calli allo sponsor esterno di quel movimento a Barletta, il consigliere regionale Pd Caracciolo. Che si troverebbe nella strana condizione di difendere un assessore per una lista diversa da quella in cui è stato eletto e a cui vantaggio andrebbe lo scambio. Dall'altro il salvataggio in extremis dell'area Modem costringerebbe l'altro capobastone del Pd, Mennea, a scegliere: allearsi con Maffei e accettare il favore; o rifiutare l'assessore per la sua area, venendo allo scoperto come avversario del primo cittadino. Per tornare alla metafora scacchistica, nel confronto tra slavi e russi in questa difficile trattative politica, Maffei tenta di giocare la parte dell'americano Bobby Fischer.
Il comunicato stampa di Nicola Maffei è un perfetto esempio di doppio di cavallo. Il Sindaco ottiene in un sol colpo diversi effetti. In prima battuta Maffei attribuisce ai partiti la responsabilità dell'attuale congiuntura politica. Lo stato di incertezza, le trattative infinite, ma soprattutto la moltiplicazione di poltrone e spartizioni sono da addebitare al tavolo politico, ai segretari politici e non al Sindaco.
In secondo luogo Maffei distingue (e in questo ha a proprio supporto il dato di diritto) le competenze di attribuzione del Sindaco e quelle del Consiglio comunale (e attraverso i gruppi consiliari i partiti). La giunta è di nomina del Sindaco. Spetta a lui la parola finale sulla sua composizione. Dunque i partiti possono lecitamente fare proposte, ma altrettanto legittimamente il Sindaco può distaccarsi da esse. Si ritornerà su questo concetto. Il primo cittadino riesce anche in un altro intento: sottolineando la responsabilità dei partiti, si ritaglia il ruolo di garante della legge contro una visione predatoria del cosiddetto "sottogoverno". Invita il Consiglio e i partiti a misurarsi con l'elezione del Presidente del Consiglio e, almeno a parole, richiama a un maggiore rispetto per la sobrietà e le procedure nel caso delle partecipate e municipalizzate.
Ma il vero doppio di cavallo potrebbe essere in arrivo. Se, come pare probabile, la proposta di giunta del tavolo politico dovesse essere: 3 assessori al Pd e uno a tutti gli altri partiti di centrosinistra. Poiché il Pd dovrebbe presentare 3 assessori dell'area Bersani, Maffei potrebbe mettere mano alla lista della giunta togliendo all'assessore alla Lista Emiliano (assente al momento della competizione elettorale), Marcello Lanotte, e attribuire un assessore all'area Modem del Pd, Rosa Cascella. In questo modo il Sindaco dimostrerebbe una capacità di decisione che finora non ha dimostrato. E metterebbe in seria difficoltà i maggiorenti del suo partito.
Da un lato l'eliminazione della Lista Emiliano pesterebbe i calli allo sponsor esterno di quel movimento a Barletta, il consigliere regionale Pd Caracciolo. Che si troverebbe nella strana condizione di difendere un assessore per una lista diversa da quella in cui è stato eletto e a cui vantaggio andrebbe lo scambio. Dall'altro il salvataggio in extremis dell'area Modem costringerebbe l'altro capobastone del Pd, Mennea, a scegliere: allearsi con Maffei e accettare il favore; o rifiutare l'assessore per la sua area, venendo allo scoperto come avversario del primo cittadino. Per tornare alla metafora scacchistica, nel confronto tra slavi e russi in questa difficile trattative politica, Maffei tenta di giocare la parte dell'americano Bobby Fischer.