Politica
Il diavolo si nasconde nei dettagli
Una delibera spacca a metà la giunta. Chi muove i fili di questa maggioranza?
Barletta - lunedì 4 giugno 2012
"Il diavolo si nasconde nei dettagli". È un pezzo di saggezza popolare. Ed è anche un ottimo antidoto contro il cosiddetto benaltrismo. Il benaltrismo è una sindrome sempre più diffusa soprattutto a sinistra. Si leggono le cronache locali,gli scandali di provincia e con smorfia annoiata si pronuncia la fatidica frase: "Ma che dite? I problemi della città sono ben altri!". Quali siano non è dato saperlo, perché in genere i benaltristi sono ermetici, ma tant'è. Invece il popolo, la civiltà contadina alla cui agonia Pasolini ha dedicato pagine meravigliose, molto tempo fa, aveva già compreso che è prestando attenzione alle piccole cose e ai lati apparentemente insignificanti che si capisce veramente una determinata situazione.
Ciò che è accaduto nell'ultima riunione di giunta è emblematico. Il diavolo si nasconde nei dettagli anche se si parla di preti. Una delibera di importo modesto, 7mila euro, destinata a finanziare ulteriormente (la prima tranche era di 10mila euro) una iniziativa di una parrocchia di periferia, ha portato Sindaco ed assessori a votare. Spaccando la giunta a metà. A favore del provvedimento: il Sindaco e gli assessori Terrone (PD), Andriani (Sel), Sciusco (Fds), Mascolo (Idv). Contrari gli assessori Fruscio (PD), Ricatti (PD), Lanotte (Lista Emiliano), Cannito (Psi), Dicataldo (Buona Politica).
Questo voto contiene indicazioni interessanti sulla attuale fase politica. In primo luogo il Pd si trova, ça va sans dire, per l'ennesima volta spaccato in due. Con l'area Modem fuori dall'esecutivo cittadino, lo scontro è ora tra il gruppo del consigliere regionale Caracciolo e quello del Sindaco. Ma la spaccatura all'interno della maggioranza si estende oltre i confini del Partito democratico. E se Maffei e gli assessori e i partiti che a lui si aggregano intendono continuare con il metodo politico sperimentato in questi sei anni di amministrazione, l'asse guidato da Caracciolo ha già avanzato la propria ricetta alternativa. Per uscire dal politichese: Maffei ha puntato e continua a puntare, soprattutto attraverso il capitolo Cultura e promozione del territorio, su contributi, patrocini, sponsorizzazioni a pioggia, in questo ambito, per rafforzare un certo elettorato; Caracciolo ha reso noto, attraverso il segretario del Pd ed esponente della sua area, Stefano Chiariello, che occorre una spending review e i capitoli da privilegiare sono Servizi sociali e Attività produttive (assessori di riferimento: Ricatti e Fruscio). Il Presidente del Consiglio Delvecchio è arrivato perfino a ipotizzare un rapporto di 7 a 3 tra queste due aree. Esistono delle valutazioni di merito.
È un fatto, ad esempio, che la spesa del Comune di Barletta per il capitolo Cultura sia stata in questi anni una spesa improduttiva. Nell'ultimo anno del primo mandato di Maffei, per ogni 3 euro spesi dall'Amministrazione, ne è rientrato appena 1. A Milano il rapporto è inverso (1 speso, 3 rientrati); nel Salento a Melpignano il rapporto è addirittura 1 speso 5 rientrati. È un fatto che il bilancio del Comune di Barletta sia dopato dagli oneri di urbanizzazione. E che, terminata la lunga fase di costruzioni, probabilmente anche Barletta dovrà fare i conti con bilanci più risicati, e in quasi tutti i Comuni il capitolo da difendere, con le unghie e con i denti, sia quello relativo alle Politiche sociali.
Al di là di queste valutazioni, però, ci sono questioni tutte politiche. Se il programma di Maffei è mutato, dovrebbe essere comunicato alla città. Se Maffei non ha più potere per indicare le linee di mandato, ma dovrà accettare quelle di Caracciolo e del suo gruppo, dovrebbe gettare la spugna e dimettersi. Sugli altri protagonisti (o presunti tali) è meglio stendere un pietoso velo di silenzio. Perché si sono schierati pro o contro quella delibera? Cosa tiene uniti Lanotte, Cannito e Dicataldo a Caracciolo e alla sua area del PD? Che cosa tiene uniti Sciusco, Andriani e Mascolo all'area del Sindaco e di Terrone? Il diavolo si nasconde nei dettagli…
Ciò che è accaduto nell'ultima riunione di giunta è emblematico. Il diavolo si nasconde nei dettagli anche se si parla di preti. Una delibera di importo modesto, 7mila euro, destinata a finanziare ulteriormente (la prima tranche era di 10mila euro) una iniziativa di una parrocchia di periferia, ha portato Sindaco ed assessori a votare. Spaccando la giunta a metà. A favore del provvedimento: il Sindaco e gli assessori Terrone (PD), Andriani (Sel), Sciusco (Fds), Mascolo (Idv). Contrari gli assessori Fruscio (PD), Ricatti (PD), Lanotte (Lista Emiliano), Cannito (Psi), Dicataldo (Buona Politica).
Questo voto contiene indicazioni interessanti sulla attuale fase politica. In primo luogo il Pd si trova, ça va sans dire, per l'ennesima volta spaccato in due. Con l'area Modem fuori dall'esecutivo cittadino, lo scontro è ora tra il gruppo del consigliere regionale Caracciolo e quello del Sindaco. Ma la spaccatura all'interno della maggioranza si estende oltre i confini del Partito democratico. E se Maffei e gli assessori e i partiti che a lui si aggregano intendono continuare con il metodo politico sperimentato in questi sei anni di amministrazione, l'asse guidato da Caracciolo ha già avanzato la propria ricetta alternativa. Per uscire dal politichese: Maffei ha puntato e continua a puntare, soprattutto attraverso il capitolo Cultura e promozione del territorio, su contributi, patrocini, sponsorizzazioni a pioggia, in questo ambito, per rafforzare un certo elettorato; Caracciolo ha reso noto, attraverso il segretario del Pd ed esponente della sua area, Stefano Chiariello, che occorre una spending review e i capitoli da privilegiare sono Servizi sociali e Attività produttive (assessori di riferimento: Ricatti e Fruscio). Il Presidente del Consiglio Delvecchio è arrivato perfino a ipotizzare un rapporto di 7 a 3 tra queste due aree. Esistono delle valutazioni di merito.
È un fatto, ad esempio, che la spesa del Comune di Barletta per il capitolo Cultura sia stata in questi anni una spesa improduttiva. Nell'ultimo anno del primo mandato di Maffei, per ogni 3 euro spesi dall'Amministrazione, ne è rientrato appena 1. A Milano il rapporto è inverso (1 speso, 3 rientrati); nel Salento a Melpignano il rapporto è addirittura 1 speso 5 rientrati. È un fatto che il bilancio del Comune di Barletta sia dopato dagli oneri di urbanizzazione. E che, terminata la lunga fase di costruzioni, probabilmente anche Barletta dovrà fare i conti con bilanci più risicati, e in quasi tutti i Comuni il capitolo da difendere, con le unghie e con i denti, sia quello relativo alle Politiche sociali.
Al di là di queste valutazioni, però, ci sono questioni tutte politiche. Se il programma di Maffei è mutato, dovrebbe essere comunicato alla città. Se Maffei non ha più potere per indicare le linee di mandato, ma dovrà accettare quelle di Caracciolo e del suo gruppo, dovrebbe gettare la spugna e dimettersi. Sugli altri protagonisti (o presunti tali) è meglio stendere un pietoso velo di silenzio. Perché si sono schierati pro o contro quella delibera? Cosa tiene uniti Lanotte, Cannito e Dicataldo a Caracciolo e alla sua area del PD? Che cosa tiene uniti Sciusco, Andriani e Mascolo all'area del Sindaco e di Terrone? Il diavolo si nasconde nei dettagli…