Territorio
Il corto "Medea" del regista barlettano Giuseppe Arcieri trionfa all'Out of Bounds Film Festival
Al lavoro prodotto dall’ Accademia di Belle Arti di Foggia, il Premio Disability Portrayal
Barletta - venerdì 20 dicembre 2024
9.57 Comunicato Stampa
"Medea", il cortometraggio diretto da Giuseppe Arcieri e prodotto dall' Accademia di Belle Arti di Foggia, ha conquistato il prestigioso Premio Disability Portrayal durante l'undicesima edizione dell'Out of Bounds Film Festival, svoltasi nella suggestiva cornice della Cittadella degli artisti a Molfetta.
La giuria ha premiato "Medea" con questa toccante motivazione: "Medea" di Giuseppe Arcieri si distingue per la sua rappresentazione innovativa e profonda della disabilità. Attraverso la rivisitazione di un mito classico, offre una prospettiva unica e toccante sulla maternità, la vendetta e la condizione umana. La scelta di affidare la regia a un regista con disabilità aggiunge autenticità e empatia, arricchendo notevolmente l'opera. "Medea" non si limita a rappresentare la disabilità, ma la utilizza come lente per esplorare temi universali come la sofferenza, la rabbia, la speranza e il perdono, regalando al pubblico un'esperienza emotiva e un'occasione di riflessione sulla condizione umana."
Un momento particolarmente significativo per Giuseppe Arcieri è stato il dialogo con i 200 studenti presenti alla proiezione, un pubblico giovane e curioso che ha interagito con il regista in un confronto aperto e arricchente. "Le loro domande e il loro coinvolgimento sono stati un regalo inestimabile," ha dichiarato Arcieri, sottolineando quanto questo scambio abbia dato ulteriore valore alla proiezione.
Arcieri ha voluto ringraziare con calore il team del festival: Domenico De Ceglia e Maria Filograsso. Un ringraziamento speciale è stato rivolto all' Accademia di Belle Arti di Foggia, al nuovo direttore Francesco Arrivo nonché responsabile e coordinatore del progetto e al direttore uscente Pietro Di Terlizzi.
"Questo premio non è solo un riconoscimento" ha affermato il regista, "ma un incoraggiamento a continuare a raccontare storie che possano fare la differenza." Con "Medea", Giuseppe Arcieri dimostra come il cinema possa essere uno strumento potente per affrontare temi
universali e promuovere l'inclusione, toccando il cuore del pubblico e generando un dialogo significativo su ciò che ci rende umani.
La giuria ha premiato "Medea" con questa toccante motivazione: "Medea" di Giuseppe Arcieri si distingue per la sua rappresentazione innovativa e profonda della disabilità. Attraverso la rivisitazione di un mito classico, offre una prospettiva unica e toccante sulla maternità, la vendetta e la condizione umana. La scelta di affidare la regia a un regista con disabilità aggiunge autenticità e empatia, arricchendo notevolmente l'opera. "Medea" non si limita a rappresentare la disabilità, ma la utilizza come lente per esplorare temi universali come la sofferenza, la rabbia, la speranza e il perdono, regalando al pubblico un'esperienza emotiva e un'occasione di riflessione sulla condizione umana."
Un momento particolarmente significativo per Giuseppe Arcieri è stato il dialogo con i 200 studenti presenti alla proiezione, un pubblico giovane e curioso che ha interagito con il regista in un confronto aperto e arricchente. "Le loro domande e il loro coinvolgimento sono stati un regalo inestimabile," ha dichiarato Arcieri, sottolineando quanto questo scambio abbia dato ulteriore valore alla proiezione.
Arcieri ha voluto ringraziare con calore il team del festival: Domenico De Ceglia e Maria Filograsso. Un ringraziamento speciale è stato rivolto all' Accademia di Belle Arti di Foggia, al nuovo direttore Francesco Arrivo nonché responsabile e coordinatore del progetto e al direttore uscente Pietro Di Terlizzi.
"Questo premio non è solo un riconoscimento" ha affermato il regista, "ma un incoraggiamento a continuare a raccontare storie che possano fare la differenza." Con "Medea", Giuseppe Arcieri dimostra come il cinema possa essere uno strumento potente per affrontare temi
universali e promuovere l'inclusione, toccando il cuore del pubblico e generando un dialogo significativo su ciò che ci rende umani.