La città
Il Castello di Barletta come prestigioso set cinematografico
Il racconto del giornalista Nino Vinella
Barletta - lunedì 19 agosto 2024
17.54
"Il Castello di Barletta come prestigioso "set" cinematografico. Mentre si è conclusa con un film dal titolo davvero emblematico nell'attuale momento politico-amministrativo ("Cattiverie a domicilio") la rassegna organizzata dalla SetteRue sul grande schermo nella Piazza d'armi, ripercorriamo l'album dei ricordi per raccontare come la fortezza di Carlo V sia stata prescelta da chi ha fatto il Cinema italiano nelle riprese al suo interno".
Così il giornalista Nino Vinella, che ha pubblicato numerosi servizi su "La Gazzetta del Mezzogiorno" da corrispondente, e che prosegue: "Giusto sessant'anni fa, nel 1964 fu Pier Paolo Pasolini per le scene della Passione di Cristo del suo "Vangelo secondo Matteo" in bianco e nero. Numerose furono le comparse selezionate dal regista e dai suoi più stretti collaboratori, testimoni ora meno giovani anagraficamente di un avvenimento rimasto nelle loro vite come memorabile esperienza giovanile. Infatti, il capolavoro pasoliniano è stato celebrato in chiave retrospettiva (mostra e costumi) dieci anni fa, nel cinquantesimo, purtroppo solo a Matera, dove i Sassi ospitarono le riprese della Crocifissione.
Nel 1985 Franco Zeffirelli, che vi era passato da studente di architettura e non lesinò polemiche contro il suo restauro, preferì gli esterni, le segrete ed i cupi sotterranei del Castello di Barletta per girare il suo "Otello" in technicolor su musiche di Giuseppe Verdi con Placido Domingo e la Katia Ricciarelli fidanzata segreta (ma non tanto) di Pippo Baudo. Una mega produzione americana, un intero mese di permanenza in città dell'intero cast, uomini e grandi mezzi al seguito, interni arricchiti da scenografie ben integrate agli ambienti delle antiche mura. Con ottime ricadute d'immagine nel circo mediatico di allora: ma, pur trascorsi quarant'anni da allora, pochi se lo sono ricordato quale occasione che poteva essere meglio sfruttata. Ed è tuttora giacente la proposta di intitolare al grande regista fiorentino i camminamenti nei sotterranei dove il film venne girato: meglio non rivangare…
Ma, ancora prima, era stato sempre il Castello di Barletta, in condominio con Trani e la sua meravigliosa Cattedrale, ad ospitare una troupe di cinema per il film "Flavia, la monaca musulmana" (1974) diretto da Gianfranco Mingozzi nelle atmosfere al confine fra crudele storia religiosa fine Quattrocento e simbolismi sexy di cassetta Anni Settanta. Protagonista la stupenda Florinda Bolkan, fra saio ed armatura di amazzone a cavallo nella sua piazza d'armi: e vi fu poi, da eretica condannata, torturata a morte dall'Inquisizione in uno dei bastioni sotterranei. Musiche del futuro "Premio Oscar", Nicola Piovani e montaggio di Ruggero Mastroianni.
Conclude il giornalista Vinella: "In questa carrellata sul Castello di Barletta come set cinematografico, va ricordato anche "I cavalieri che fecero l'impresa" (2001) imperniato su di un certo (od incerto) Medioevo delle Crociate, con un giovanissimo ma già figo Raoul Bova protagonista, regia di Pupi Avati, musiche di Riz Ortolani. Una co-produzione italo-francese, che ha mietuto riconoscimenti in Italia: nomination al David di Donatello 2002 per i migliori costumi a Nanà Cecchi che ricevette identica gratificazione nello stesso anno di realizzazione del film ai Nastri d'argento insieme a Pasquale Rachini (migliore fotografia) e Giuseppe Pirrotta (migliore scenografia). C'é anche cinema e cinema, ovvero le fiction televisive girate come veri film per il piccolo schermo, dove la mano del grande regista interviene e fa la differenza, specie se donna. Vedi il "Francesco" (finanziato dall'Apulia Film Commission) diretto da Liliana Cavani nel 2014, ospitato anch'esso nel Castello di Barletta, protagonista l'attore polacco Mateusz Kosciukiewicz.
Ma questo è tutto un altro capitolo…"
Così il giornalista Nino Vinella, che ha pubblicato numerosi servizi su "La Gazzetta del Mezzogiorno" da corrispondente, e che prosegue: "Giusto sessant'anni fa, nel 1964 fu Pier Paolo Pasolini per le scene della Passione di Cristo del suo "Vangelo secondo Matteo" in bianco e nero. Numerose furono le comparse selezionate dal regista e dai suoi più stretti collaboratori, testimoni ora meno giovani anagraficamente di un avvenimento rimasto nelle loro vite come memorabile esperienza giovanile. Infatti, il capolavoro pasoliniano è stato celebrato in chiave retrospettiva (mostra e costumi) dieci anni fa, nel cinquantesimo, purtroppo solo a Matera, dove i Sassi ospitarono le riprese della Crocifissione.
Nel 1985 Franco Zeffirelli, che vi era passato da studente di architettura e non lesinò polemiche contro il suo restauro, preferì gli esterni, le segrete ed i cupi sotterranei del Castello di Barletta per girare il suo "Otello" in technicolor su musiche di Giuseppe Verdi con Placido Domingo e la Katia Ricciarelli fidanzata segreta (ma non tanto) di Pippo Baudo. Una mega produzione americana, un intero mese di permanenza in città dell'intero cast, uomini e grandi mezzi al seguito, interni arricchiti da scenografie ben integrate agli ambienti delle antiche mura. Con ottime ricadute d'immagine nel circo mediatico di allora: ma, pur trascorsi quarant'anni da allora, pochi se lo sono ricordato quale occasione che poteva essere meglio sfruttata. Ed è tuttora giacente la proposta di intitolare al grande regista fiorentino i camminamenti nei sotterranei dove il film venne girato: meglio non rivangare…
Ma, ancora prima, era stato sempre il Castello di Barletta, in condominio con Trani e la sua meravigliosa Cattedrale, ad ospitare una troupe di cinema per il film "Flavia, la monaca musulmana" (1974) diretto da Gianfranco Mingozzi nelle atmosfere al confine fra crudele storia religiosa fine Quattrocento e simbolismi sexy di cassetta Anni Settanta. Protagonista la stupenda Florinda Bolkan, fra saio ed armatura di amazzone a cavallo nella sua piazza d'armi: e vi fu poi, da eretica condannata, torturata a morte dall'Inquisizione in uno dei bastioni sotterranei. Musiche del futuro "Premio Oscar", Nicola Piovani e montaggio di Ruggero Mastroianni.
Conclude il giornalista Vinella: "In questa carrellata sul Castello di Barletta come set cinematografico, va ricordato anche "I cavalieri che fecero l'impresa" (2001) imperniato su di un certo (od incerto) Medioevo delle Crociate, con un giovanissimo ma già figo Raoul Bova protagonista, regia di Pupi Avati, musiche di Riz Ortolani. Una co-produzione italo-francese, che ha mietuto riconoscimenti in Italia: nomination al David di Donatello 2002 per i migliori costumi a Nanà Cecchi che ricevette identica gratificazione nello stesso anno di realizzazione del film ai Nastri d'argento insieme a Pasquale Rachini (migliore fotografia) e Giuseppe Pirrotta (migliore scenografia). C'é anche cinema e cinema, ovvero le fiction televisive girate come veri film per il piccolo schermo, dove la mano del grande regista interviene e fa la differenza, specie se donna. Vedi il "Francesco" (finanziato dall'Apulia Film Commission) diretto da Liliana Cavani nel 2014, ospitato anch'esso nel Castello di Barletta, protagonista l'attore polacco Mateusz Kosciukiewicz.
Ma questo è tutto un altro capitolo…"