Attualità
Il barlettano Nicola Di Fidio consegue il "Premio nazionale Adolfo Parmaliana 2021"
Dalla brillante formazione ai principali successi
Barletta - sabato 7 agosto 2021
Classe 1991 e radici barlettane: stiamo parlando del ricercatore Nicola Di Fidio, che nel luglio scorso è stato insignito del "Premio nazionale Adolfo Parmaliana 2021" assegnato dal Gruppo Interdivisionale di Catalisi (GIC) della Società Chimica italiana alla miglior tesi di dottorato svolta sul tema "Catalisi per lo sviluppo sostenibile".
Ma chi è Nicola Di Fidio? Conosciamolo meglio!
Raccontaci il tuo percorso di formazione..
«Ho conseguito il diploma presso il Liceo Scientifico "Carlo Cafiero" di Barletta nel 2010 con voto 100 e lode. Mosso dal grande amore per la scienza ho intrapreso il mio percorso di studi universitario presso l'Università degli studi di Bari "Aldo Moro" conseguendo in primis la laurea triennale in Biotecnologie per l'innovazione di processi e prodotti e due anni dopo la laurea magistrale in Biotecnologie industriali e ambientali con voto 110 e lode.
È proprio presso l'Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA – Trisaia) a Rotondella (MT) in Basilicata, dove ho lavorato alla mia tesi magistrale che ho continuato a lavorare nel 2016 come collaboratore di ricerca, sotto la supervisione della Dott.ssa Isabella De Bari. Nel 2017 ho lavorato presso il Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Biofarmaceutica dell'Università degli Studi di Bari in qualità di assistente ricercatore. A partire dal 1° novembre 2017, dopo aver vinto il concorso pubblico, ho iniziato il Dottorato di Ricerca in Scienze Chimiche e dei Materiali presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa, durante il quale ho avuto l'opportunità di dedicarmi alla ricerca presso la "Wageningen University and Research" nella città di Wageningen (Olanda), sotto la supervisione dell'Ing. Richard Gosselink e del Dott. Ted Slaghek.
Lo scorso 27 aprile 2021 ho conseguito formalmente il titolo di Dottore di Ricerca in Scienze Chimiche e dei Materiali con giudizio ottimo con lode, dopo aver discusso la mia tesi di dottorato dal titolo "Innovative process for the conversion of residual biomass into high added-value products combining chemical and biological catalysis", ossia "Un processo innovativo per la conversione di biomasse residuali in prodotti a elevato valore aggiunto grazie alla combinazione della catalisi chimica e biologica".
Da gennaio 2021 lavoro presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa in qualità di Assegnista di Ricerca in Chimica Industriale».
Quali riconoscimenti hai ottenuto?
«Il riconoscimento più bello e prestigioso ricevuto finora è il premio "Adolfo Parmaliana" 2021 attribuito dal Gruppo Interdivisionale di Catalisi (GIC) della Società Chimica Italiana alla miglior tesi di dottorato sul tema "Catalisi per lo sviluppo sostenibile". Il premio, giunto alla dodicesima edizione, è stato istituito nel 2010 per onorare la memoria del professor Parmaliana, docente di chimica industriale presso l'Università di Messina, appartenente al GIC, scomparso nel 2008.
Ricevere questo riconoscimento nazionale è stato per me una gioia enorme che attesta il bellissimo percorso e il lavoro di qualità svolto durante i tre anni del mio dottorato di ricerca presso l'Università di Pisa in collaborazione con la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e il Centro Ricerche ENEA Trisaia. Un altro importante riconoscimento che ho ricevuto nel 2018 è stato il "Premio Speciale Solvay" in occasione della mia partecipazione alla finale del "Contest Giovani Innovatori" organizzato dal Comune di Rosignano Marittimo (LI).
Premio attribuito da parte della famosa società chimica Solvay al mio progetto innovativo "GREENTECHOIL – Bioraffineria integrata nel territorio", volto a valorizzare i rifiuti organici presenti in un territorio in oli combustibili di nuova generazione per produrre biodiesel, bioplastiche e biotensioattivi.
Infine, un altro importante successo europeo è stato la vittoria, nel 2019, di una "Short-Term Scientific Mission" all'interno del progetto internazionale "LignoCOST", ossia un finanziamento da parte dell'Europa per svolgere 6 mesi di lavoro di ricerca in Olanda, presso l'Università di Wageningen.»
Quali progetti hai in cantiere?
«Il mio sogno è quello di diventare un ricercatore senior e riuscire ad unire il mondo della ricerca e il mondo industriale all'insegna della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. La strada da fare per raggiungre questo obiettivo è ancora lunga ma mi reputo molto fortunato, poiché lavoro in un gruppo di ricerca fantastico il "Green Catalysis Lab" guidato dalla Prof.ssa Anna Maria Raspolli Galletti, e posso contare sul supporto e la collaborazione di tantissimi colleghi e colleghe in tutta Italia e in Europa.
Dal punto di vista scientifico, il mio progetto per il futuro è riuscire a ideare, implementare e ottimizzare dei moderni processi industriali di bioraffineria per trasformare delle risorse rinnovabili, come le piante o biomasse, e i rifiuti agro-industriali e/o urbani in prodotti utili per la società come ad esempio i biocarburanti. Biocarburanti e bioprodotti che ora più che mai sono fondamentali per attuare quella tanto sperata transizione ecologica verso un modello di società più rispettoso dell'ambiente e del nostro pianeta.
Ecco, il mio sogno più grande è poter dare un contributo in questo sforzo globale, per il bene della nostra generazione ma soprattutto dei nostri figli, dei nostri nipoti e più in generale delle generazioni futuri».
Ma chi è Nicola Di Fidio? Conosciamolo meglio!
Raccontaci il tuo percorso di formazione..
«Ho conseguito il diploma presso il Liceo Scientifico "Carlo Cafiero" di Barletta nel 2010 con voto 100 e lode. Mosso dal grande amore per la scienza ho intrapreso il mio percorso di studi universitario presso l'Università degli studi di Bari "Aldo Moro" conseguendo in primis la laurea triennale in Biotecnologie per l'innovazione di processi e prodotti e due anni dopo la laurea magistrale in Biotecnologie industriali e ambientali con voto 110 e lode.
È proprio presso l'Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA – Trisaia) a Rotondella (MT) in Basilicata, dove ho lavorato alla mia tesi magistrale che ho continuato a lavorare nel 2016 come collaboratore di ricerca, sotto la supervisione della Dott.ssa Isabella De Bari. Nel 2017 ho lavorato presso il Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Biofarmaceutica dell'Università degli Studi di Bari in qualità di assistente ricercatore. A partire dal 1° novembre 2017, dopo aver vinto il concorso pubblico, ho iniziato il Dottorato di Ricerca in Scienze Chimiche e dei Materiali presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa, durante il quale ho avuto l'opportunità di dedicarmi alla ricerca presso la "Wageningen University and Research" nella città di Wageningen (Olanda), sotto la supervisione dell'Ing. Richard Gosselink e del Dott. Ted Slaghek.
Lo scorso 27 aprile 2021 ho conseguito formalmente il titolo di Dottore di Ricerca in Scienze Chimiche e dei Materiali con giudizio ottimo con lode, dopo aver discusso la mia tesi di dottorato dal titolo "Innovative process for the conversion of residual biomass into high added-value products combining chemical and biological catalysis", ossia "Un processo innovativo per la conversione di biomasse residuali in prodotti a elevato valore aggiunto grazie alla combinazione della catalisi chimica e biologica".
Da gennaio 2021 lavoro presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa in qualità di Assegnista di Ricerca in Chimica Industriale».
Quali riconoscimenti hai ottenuto?
«Il riconoscimento più bello e prestigioso ricevuto finora è il premio "Adolfo Parmaliana" 2021 attribuito dal Gruppo Interdivisionale di Catalisi (GIC) della Società Chimica Italiana alla miglior tesi di dottorato sul tema "Catalisi per lo sviluppo sostenibile". Il premio, giunto alla dodicesima edizione, è stato istituito nel 2010 per onorare la memoria del professor Parmaliana, docente di chimica industriale presso l'Università di Messina, appartenente al GIC, scomparso nel 2008.
Ricevere questo riconoscimento nazionale è stato per me una gioia enorme che attesta il bellissimo percorso e il lavoro di qualità svolto durante i tre anni del mio dottorato di ricerca presso l'Università di Pisa in collaborazione con la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e il Centro Ricerche ENEA Trisaia. Un altro importante riconoscimento che ho ricevuto nel 2018 è stato il "Premio Speciale Solvay" in occasione della mia partecipazione alla finale del "Contest Giovani Innovatori" organizzato dal Comune di Rosignano Marittimo (LI).
Premio attribuito da parte della famosa società chimica Solvay al mio progetto innovativo "GREENTECHOIL – Bioraffineria integrata nel territorio", volto a valorizzare i rifiuti organici presenti in un territorio in oli combustibili di nuova generazione per produrre biodiesel, bioplastiche e biotensioattivi.
Infine, un altro importante successo europeo è stato la vittoria, nel 2019, di una "Short-Term Scientific Mission" all'interno del progetto internazionale "LignoCOST", ossia un finanziamento da parte dell'Europa per svolgere 6 mesi di lavoro di ricerca in Olanda, presso l'Università di Wageningen.»
Quali progetti hai in cantiere?
«Il mio sogno è quello di diventare un ricercatore senior e riuscire ad unire il mondo della ricerca e il mondo industriale all'insegna della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. La strada da fare per raggiungre questo obiettivo è ancora lunga ma mi reputo molto fortunato, poiché lavoro in un gruppo di ricerca fantastico il "Green Catalysis Lab" guidato dalla Prof.ssa Anna Maria Raspolli Galletti, e posso contare sul supporto e la collaborazione di tantissimi colleghi e colleghe in tutta Italia e in Europa.
Dal punto di vista scientifico, il mio progetto per il futuro è riuscire a ideare, implementare e ottimizzare dei moderni processi industriali di bioraffineria per trasformare delle risorse rinnovabili, come le piante o biomasse, e i rifiuti agro-industriali e/o urbani in prodotti utili per la società come ad esempio i biocarburanti. Biocarburanti e bioprodotti che ora più che mai sono fondamentali per attuare quella tanto sperata transizione ecologica verso un modello di società più rispettoso dell'ambiente e del nostro pianeta.
Ecco, il mio sogno più grande è poter dare un contributo in questo sforzo globale, per il bene della nostra generazione ma soprattutto dei nostri figli, dei nostri nipoti e più in generale delle generazioni futuri».