Fossato del Castello di Barletta. <span>Foto Mario Sculco</span>
Fossato del Castello di Barletta. Foto Mario Sculco
Eventi

Il 14 dicembre la presentazione del volume “Il guanto di sfida del re nel castello di Barletta"

Uno spaccato storico degli anni a ridosso del 1350

Si svolgerà sabato 14 dicembre alle ore 18.00 la presentazione del volume "Il guanto di sfida del re nel castello di Barletta. Grandi sfide nella città marinara e nel regno di Napoli", presso l'Auditorium Sala della Comunità S. Antonio.

"Lo scenario delle forze in campo - dal regno di Napoli al reame di Puglia - è di ordine internazionale - spiega Nicola Palmitessa (Centro studi: La Cittadella Innova) - Tra il 1348-9, dopo lo sfaldamento delle forze regie in Capitanata da parte delle forze Ungheresi, le città portuali di Barletta, Trani, Bisceglie, Molfetta, Giovinazzo e di Andria, saranno costrette ad una provvidenziale resa pacifica. Le sofferenze belliche delle città, si estenderanno per quattro anni (dal 1347 al 1350), coinvolgendo tutti i Comuni dell'attuale Provincia, (Barletta, Bisceglie, Canosa, Andria, Trani), compresi Corato e quelli baresi, con il ritorno del re ungherese un definitivo sostanziale epilogo in Barletta, capitale del reame di Puglia, con le due sfide dei Lombardi e parte dei Teutonici.

Voluta già dai Normanni come città orientata verso i Balcani e Terrasanta, confermata poi dagli Svevi e dai primi autorevoli re Angioini, con l'implosione del regno di Napoli imputabile all'assassinio di Andrea duca di Calabria nel settembre del 1345 (in attesa di essere confermato dal Papato re di Napoli), Barletta in una con Trani, assolverà con le sue forze a un doppio ruolo persuasivo: sia militare che da paciere, specialmente nella città di Corato, Bisceglie, Andria e Canosa.

Dopo la morte di re Roberto (1343), probabilmente il gelido vento ghibellino, avverso a quello del vero Papato e delle città, come Barletta già attaccata dal 1333 dai baroni regi, si tradurrà come una sorta di pernicioso "assalto al potere" del regno, estendendosi dalla Penisola a quasi tutta l'Europa. Tra alti personaggi dell'élite della corona, complici, mandanti, esecutori etc., di colpevoli del famoso assassinio se ne conterebbero almeno duecento. Nel regno una relativa quiete si avrà con l'elezione del primo Papa italiano (1376). Ma il grande Scisma della Chiesa è ormai alle porte (dal 1378 al 1418). Quindi il Trecento sarebbe il secolo ove si avvia la cosiddetta 'modernità' sociale, ossia società del controllo sociale, i cui prodromi si sarebbero già innescati proprio nel reame di Puglia.

Dopo alcuni anni dell'occupazione del regno, forse Barletta ha già perso il suo sindaco (il normanno Niccolò De Gattis), mentre le vendicative forze regie baronali faranno assassinare il Palatino, gran condottiere e strenuo difensore del reame di Puglia.

Tra mille sofferenze e incomprensioni all'interno dei Comuni – il grande evento avrà un lieto fine: la vittoriosa cacciata della compagnia di mercenari lombardi e Teutonici, in parte grazie anche agli sforzi tentati del re Luigi di Ungheria dal Castello di Barletta. Successivamente in tutta la penisola italica brillerà, a imperitura memoria, il 13 febbraio del 1503 con l'epico Certame della Disfida di Barletta. Il tutto, grazie anche a questa pregressa e gloriosa vittoria, propria dell'ardimento barlettani a suggellare nel tempo e nella storia le due grandi Sfide del 1350 (maggio e giugno)".
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