
Politica
I “neo-montiani” (già “spiniani”) della Bat
Dalla difesa della Bat al sostegno a Monti: conversione politica o sindrome di Stoccolma?. Ventola è ormai isolato. Il Pdl resta ancora in silenzio
BAT - martedì 5 febbraio 2013
10.11
Anche la Bat, ha i suoi "montiani". Neofiti della politica? No. Fuoriusciti dal centrodestra? Sì, e in particolare da La Puglia prima di tutto. Centro nevralgico di questa ultima emorragia politica: Bisceglie. A guidare il gruppo di "neo-montiani", lo stesso sindaco di Bisceglie Francesco Spina. Lo strappo dal centrodestra, ufficializzato domenica scorsa a Bisceglie, in un conferenza stampa, alla presenza del "montiano" (ma non ricandidato), Sen. Nicola Rossi, ha avuto come conseguenza, la nomina, al posto di Spina, del sindaco di Trani Luigi Riserbato, come nuovo coordinatore provinciale de La Puglia prima di tutto. Nel gruppo di "neo-montiani" (già "spiniani"), spiccano altri importanti esponenti biscegliesi, come l'assessore provinciale Pompeo Camero e il presidente del consiglio provinciale della Bat, Vincenzo Valente. Con loro anche gli altri consiglieri provinciali de La Puglia prima di tutto, Giovanni Abascià e Alfonso Russo. L'unico, come ha confermato telefonicamente a noi di Barlettalife, a non aver pronunciato ancora né un sì né un no, è il consigliere provinciale andriese Leonardo Lonigro.
Un nuovo paradossale scenario per la Bat. Per tutto il 2012, una delle province bersaglio del riordino deciso dal governo Monti. Oggi, nel 2013, ad elezioni politiche ormai imminenti, la "salita" in politica di Monti fa invece breccia nei cuori di alcuni degli stessi esponenti politici, che avevano nettamente contrastato Monti sul tema delle province. «La soppressione della Bat significherebbe la mortificazione di tutti i dieci comuni. Bisceglie è in prima fila per questo piano di difesa delle istanze del territorio». Così parlava il sindaco di Bisceglie Francesco Spina, nel corso della tappa biscegliese del tour "Agorà". Passati più di quattro mesi, passato anche il referendum di dicembre per la scelta tra area metropolitana barese e Bat-Foggia, oggi assistiamo ad un nuovo impensabile amore politico che sboccia.
C'è poi Vincenzo Valente, presidente del consiglio provinciale, che, nella stessa serata biscegliese di fine estate, parlava della bontà di una concertazione tra comuni, per poter riuscire a salvare la Bat. Valente è lo stesso, il cui nome, nelle scorse settimane, è apparso (5° alla Camera) e poi, il giorno dopo, magicamente scomparso, dalle liste pugliesi dei candidati a sostegno di Monti. Un avvistamento che si è poi rivelato essere così un sentore. E non è, come detto, l'unico "neo-montiano" nel governo della Bat. C'è anche Pompeo Camero, assessore provinciale all'Istruzione e al Lavoro: «Dal governo Monti non ci saremmo mai aspettati un'iniziativa "politica" di rilevanza costituzionale affrontata con superficialità - così scriveva Camero ad inizio ottobre scorso - V'è la sensazione che la mossa governativa sia stata dettata più da ragioni di immagine che di sostanza». A fine ottobre scorso, lanciava poi, come provocazione, l'idea di una nuova regione frutto dell'unione tra Bat e Foggia. Nessuno avrebbe mai certamente pensato che dietro Camero o Valente, potesse celarsi l'identikit del perfetto "montiano".
Ma, a proposito di pensieri, cosa pensa di tutto questo il presidente Ventola, e il suo partito, il Pdl? Silenzio assoluto, per il momento, anche se le domande che sorgono sono davvero tante. La Bat è quindi ora ufficialmente sostenuta dal centrodestra e dal centro "montiano"? Quale sarà il destino politico-amministrativo della Bat? Sono politicamente compatibili con la Bat esponenti che hanno presenziato a iniziative di difesa della provincia, e che ora sposano il progetto politico di Monti? E' una conversione politica o una strana variante della sindrome di Stoccolma? Quello che è certo, è che, mai come ora, Ventola appare ormai politicamente e irreversibilmente isolato.
Un nuovo paradossale scenario per la Bat. Per tutto il 2012, una delle province bersaglio del riordino deciso dal governo Monti. Oggi, nel 2013, ad elezioni politiche ormai imminenti, la "salita" in politica di Monti fa invece breccia nei cuori di alcuni degli stessi esponenti politici, che avevano nettamente contrastato Monti sul tema delle province. «La soppressione della Bat significherebbe la mortificazione di tutti i dieci comuni. Bisceglie è in prima fila per questo piano di difesa delle istanze del territorio». Così parlava il sindaco di Bisceglie Francesco Spina, nel corso della tappa biscegliese del tour "Agorà". Passati più di quattro mesi, passato anche il referendum di dicembre per la scelta tra area metropolitana barese e Bat-Foggia, oggi assistiamo ad un nuovo impensabile amore politico che sboccia.
C'è poi Vincenzo Valente, presidente del consiglio provinciale, che, nella stessa serata biscegliese di fine estate, parlava della bontà di una concertazione tra comuni, per poter riuscire a salvare la Bat. Valente è lo stesso, il cui nome, nelle scorse settimane, è apparso (5° alla Camera) e poi, il giorno dopo, magicamente scomparso, dalle liste pugliesi dei candidati a sostegno di Monti. Un avvistamento che si è poi rivelato essere così un sentore. E non è, come detto, l'unico "neo-montiano" nel governo della Bat. C'è anche Pompeo Camero, assessore provinciale all'Istruzione e al Lavoro: «Dal governo Monti non ci saremmo mai aspettati un'iniziativa "politica" di rilevanza costituzionale affrontata con superficialità - così scriveva Camero ad inizio ottobre scorso - V'è la sensazione che la mossa governativa sia stata dettata più da ragioni di immagine che di sostanza». A fine ottobre scorso, lanciava poi, come provocazione, l'idea di una nuova regione frutto dell'unione tra Bat e Foggia. Nessuno avrebbe mai certamente pensato che dietro Camero o Valente, potesse celarsi l'identikit del perfetto "montiano".
Ma, a proposito di pensieri, cosa pensa di tutto questo il presidente Ventola, e il suo partito, il Pdl? Silenzio assoluto, per il momento, anche se le domande che sorgono sono davvero tante. La Bat è quindi ora ufficialmente sostenuta dal centrodestra e dal centro "montiano"? Quale sarà il destino politico-amministrativo della Bat? Sono politicamente compatibili con la Bat esponenti che hanno presenziato a iniziative di difesa della provincia, e che ora sposano il progetto politico di Monti? E' una conversione politica o una strana variante della sindrome di Stoccolma? Quello che è certo, è che, mai come ora, Ventola appare ormai politicamente e irreversibilmente isolato.