Scuola e Lavoro
I lavoratori del multiservizi in piazza a Barletta: «Chiediamo un adeguamento retributivo»
Spera (Filcams Cgil): «È intollerabile che da circa 7 anni il contratto sia bloccato con retribuzioni lorde di 7 euro o poco più»
Barletta - mercoledì 21 ottobre 2020
16.07
Sono più di mezzo milione i lavoratori del settore multiservizi in Italia in attesa del rinnovo del contratto fermo da circa 7 anni fa. Per questo oggi, in tutte le province italiane, operatori ed operatrici, che sono stati in prima fila nel periodo dell'emergenza sanitaria per garantire sicurezza e salute, sono scesi in piazza.
Questo pomeriggio, a partire dalle 14:30, anche a Barletta una delegazione si è riunita all'esterno della Prefettura di Barletta-Andria-Trani per sottoporre al Prefetto le istanze dell'intero settore. «Il settore – spiega Domenico Spera, segretario provinciale della Filcams Cgil – occupa circa 600 mila lavoratori in tutta Italia che nel periodo dell'emergenza hanno operato per assicurare, presso enti pubblici e attività commerciali, igiene, salute e sicurezza. Riteniamo fondamentale e doveroso che il CCNL venga rinnovato quanto prima perché è intollerabile che da circa 7 anni il contratto sia bloccato con retribuzioni lorde di 7 euro o poco più. È opportuno che queste lavoratrici e questi lavoratori siano retribuiti nel giusto modo per il lavoro che svolgono».
In piazza fino alle 18:00 nella speranza che il Governo possa riattivare il tavolo delle trattative tra sindacati e associazioni imprenditoriali di categoria.
«Siamo in attesa che sua eccellenza il Prefetto possa ricevere una delegazione di lavoratrici e lavoratori – aggiunge Spera – in modo da poter portare le istanze di tutti colori i quali sono qui presenti in piazza perché è intollerabile che le paghe medie siano superiori poco più a 7 euro lordi.
Richiediamo quindi che venga riconosciuto un adeguamento retributivo, tenuto conto che nel periodo dell'emergenza ci sono state tantissime opere di sanificazione che hanno incrementato il lavoro per le aziende.
Riteniamo opportuno – conclude il segretario provinciale della Filcams Cgil – che la controparte datoriale riconosca questo aumento di lavoro e dia anche un riconoscimento dovuto e legittimo per tutte queste persone che potrebbe essere anche un incentivo a smuovere l'economia che forse si appresta a vivere un ulteriore periodo di stasi».
Questo pomeriggio, a partire dalle 14:30, anche a Barletta una delegazione si è riunita all'esterno della Prefettura di Barletta-Andria-Trani per sottoporre al Prefetto le istanze dell'intero settore. «Il settore – spiega Domenico Spera, segretario provinciale della Filcams Cgil – occupa circa 600 mila lavoratori in tutta Italia che nel periodo dell'emergenza hanno operato per assicurare, presso enti pubblici e attività commerciali, igiene, salute e sicurezza. Riteniamo fondamentale e doveroso che il CCNL venga rinnovato quanto prima perché è intollerabile che da circa 7 anni il contratto sia bloccato con retribuzioni lorde di 7 euro o poco più. È opportuno che queste lavoratrici e questi lavoratori siano retribuiti nel giusto modo per il lavoro che svolgono».
In piazza fino alle 18:00 nella speranza che il Governo possa riattivare il tavolo delle trattative tra sindacati e associazioni imprenditoriali di categoria.
«Siamo in attesa che sua eccellenza il Prefetto possa ricevere una delegazione di lavoratrici e lavoratori – aggiunge Spera – in modo da poter portare le istanze di tutti colori i quali sono qui presenti in piazza perché è intollerabile che le paghe medie siano superiori poco più a 7 euro lordi.
Richiediamo quindi che venga riconosciuto un adeguamento retributivo, tenuto conto che nel periodo dell'emergenza ci sono state tantissime opere di sanificazione che hanno incrementato il lavoro per le aziende.
Riteniamo opportuno – conclude il segretario provinciale della Filcams Cgil – che la controparte datoriale riconosca questo aumento di lavoro e dia anche un riconoscimento dovuto e legittimo per tutte queste persone che potrebbe essere anche un incentivo a smuovere l'economia che forse si appresta a vivere un ulteriore periodo di stasi».