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I labirinti misteriosi della biblioteca comunale di Barletta

Politica e cultura s'intrecciano: a quando una soluzione?. Storie di turni, coperture, contratti e straordinari

È possibile immaginare una città come Barletta senza biblioteca, senza cultura, senza possibilità di usufruire di tutta una serie di servizi che una biblioteca pubblica è in grado di fornire? A Barletta, evidentemente, le priorità sono altre, ma sono davvero tanti i cittadini preoccupati per il futuro della biblioteca comunale "Sabino Loffredo" di Barletta che, pur vantando cifre importanti per quel che concerne le utenze e gli iscritti, rischia di restare chiusa, o di vedere fortemente ridimensionata la gamma di servizi a disposizione del cittadino barlettano. La causa di questa continua serie di disservizi è prettamente economica: è scaduto il contratto di due collaboratrici esterne, e per di più gli altri dipendenti non percepiscono da mesi gli straordinari. Problemi su problemi, dunque, per le centinaia di utenti giornalieri che affollano i locali della biblioteca che, oltre a fronteggiare una sovente carenza di postazioni e dopo aver a lungo lottato al fine di ottenere orari consoni ad una frequentazione più adeguata, rischiano di non poter più usufruire dei servizi offerti dalla biblioteca. Una biblioteca che non è soltanto un luogo di studio, ma permette l'integrazione, la socializzazione e la crescita globale dei frequentatori, che riescono a formarsi anche grazie ad una vasta scelta di titoli a disposizione. Sono due esponenti politici a chiedere a gran voce il ripristino dei servizi di questo importante scrigno di libri e di cultura, che probabilmente, tra le voci in bilancio dell'amministrazione comunale, dovrebbe sempre esserci, a prescindere dalle congiunture economiche che non solo Barletta sta attraversando.

Sono i consiglieri regionali Pastore e Mennea ad accogliere le lamentele di gran parte dei fruitori del servizio-biblioteca che si svolge presso le sale del Castello Svevo. «Il problema – osserva Franco Pastore del Partito Socialista Italiano - è di natura economica e lo è pure il motivo per cui da un po' di tempo il sabato la biblioteca è chiusa. Mi auguro che si trovi una soluzione in tempi rapidi a tale disservizio, che si trovi una copertura economica per garantire l'apertura quotidiana della biblioteca e mi piacerebbe che a Barletta non si agisse sempre con la politica delle proroghe. Perché non ci si è organizzati in modo tale da avviare la gara prima, in concomitanza con la scadenza del contratto?»

Sulla stessa lunghezza d'onda si mantengono le dichiarazioni rilasciate dal consigliere regionale del Partito Democratico Ruggiero Mennea: «Non è ammissibile che Barletta resti senza biblioteca. Oggi gli studenti barlettani e gli assidui frequentatori della biblioteca rischiano di dover andare altrove per studiare, leggere, effettuare le proprie ricerche. Tutto questo per problemi di natura economica. Pur conscio delle difficoltà finanziarie in cui gli enti locali sono costretti a barcamenarsi, a causa del patto di stabilità e dei continui tagli da parte del governo nazionale, resto convinto che in alcuni casi non si possa agire solo nell'ottica di meri calcoli ragionieristici. La biblioteca comunale fa parte di quei luoghi che non possono restare chiusi».

Quel che, invece, sconcerta maggiormente, è un'evidente disparità di trattamenti: se infatti il Comune non ha fondi necessari per sopperire alle carenze sottolineate dall'utenza della biblioteca, sembra perfino dicotomico, fino ai limiti del grottesco, che la stessa amministrazione conferisca un contratto di collaborazione scientifica per un importo pari a 10.000 euro. A denunciare questa disparità di trattamento tra ambiti della cultura barlettana che scorrono paralleli ma hanno differente utilità per la comunità, è l'assessore provinciale del PdL Dario Damiani. «A fronte della probabile imminente chiusura dell'attività della biblioteca, si scopre invece che, in data 24 febbraio 2012, l'amministrazione ha avvertito la necessità di conferire un incarico di collaborazione scientifica, nella forma giuridica di un co.co.co., della durata di 5 mesi, alla dottoressa Emanuela Angiuli, già ex dirigente del Settore Beni e Servizi Culturali. L'importo da corrispondere alla suddetta esperta "per attività scientifica pinacoteca e museo civico", è pari a 10 mila euro. Ottenuta l'attestazione di copertura finanziaria in data 16 marzo, il contratto è stato poi sottoscritto dalle parti il 27 marzo 2012. In questo contesto di forte contrazione delle spese e degli investimenti pubblici, è vero che il settore culturale è spesso oggetto di tagli, ma evidentemente trattasi di una regola che non vale per tutti».

Una disparità di trattamento che, ancora una volta, danneggia gran parte della cittadinanza in uno dei servizi solitamente ritenuti "intoccabili". Era davvero impossibile per l'amministrazione comunale gestire la questione biblioteca in maniera diversa? La speranza di tutta l'utenza della biblioteca, a partire dagli universitari fino alle tante scolaresche, è che si intervenga quanto prima per ripianare una situazione al limite del parossistico.
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