Le bombe del pizzo a Barletta
Le bombe del pizzo a Barletta
Viva

I barlettani contro il racket estorsivo

Carente il pluralismo istituzionale per combattere il fenomeno criminoso. La strategia del terrore è arrivata in città

E' strategia del terrore quella che arriva dalla criminalità del racket estorsivo a Barletta. Proseguirà sicuramente subdola come i liquidi infiammabili che i criminali insinuano tra le fessure di saracinesche e gli indotti dell'aria condizionata di negozi "miti" e più indifesi di altri. La selezione terroristica, per ora, raggiunge bar, piccole caffetterie, mini realtà del tessuto urbano più indifeso. Per ora solo terrore solo esempi di azioni criminose più "importanti" nell'attesa di prossime esercitazioni ancora più distruttive e radicali. Avvertimenti significativi tesi a scoraggiare anche le volontà più forti e combattive di quanti potrebbero essere pronti alla forte denuncia. " Ecco di cosa siamo capaci", ammonisce il racket estorsivo prima di contattare l'agnello sacrificale, prossimo debole boccone della spietata armata delinquenziale che se non verrà arginata, diventerà invincibile esercito della paura.

E' sul senso di insicurezza collettiva che ben presto conterà la strategia del crimine, dilagando, espandendosi come lo stesso liquido intimidatorio che iniettano devastante in queste ore, nelle critiche fessure delle attività commerciali. La sfida criminale barlettana non la si può ritenere oramai episodica ma razionale. Facciamola risalire alle esplosioni di capodanno, alle deflagrazioni difficilmente confondibili con quelle più festose della ricorrenza che danneggiarono, ad oggi impunite, negozi di abbigliamento. Ma una più rispondente e velleitaria logica fa supporre che si debba partire, per fondarlo come pericolo radicato, da molto prima. I criminali del racket sono oculati sondaggisti delle realtà, dove intenderanno seminare prima e raccogliere poi, le risultanze degli illeciti. Sanno, percepiscono le fragilità sociali, le frantumazioni partitiche, le trascuratezze etico-morali, la debolezza della cultura della legalità.

Cocciuta nella linea editoriale, Barlettalife da sempre reclama per la città, quella trasparenza soprattutto morale delle istituzioni alla quale i cittadini amano riferirsi sempre. E' doveroso che i cittadini esprimano solidarietà ad una classe dirigente in difficoltà, ma che deve essere però impegnata a infondere sicurezza, consapevolezza e determinazione, deve esserci insomma. Il problema delle estorsioni non ha caratteristiche solo penali o di forza numerica di tutori dell'ordine. Prioritario, tra gli altri è l'atteggiamento complessivo delle forze politiche rispetto a questo tema. Non una classe politica disinteressata e mimata ma uomini, bene o male eletti, che dispongano di capacità e dimostrino scatti di responsabilità utili ai cittadino ora in grave difficoltà. La classe dirigente deve saper dimostrare che sa intessere un circuito virtuoso di rapporti con i cittadini. In questo, la classe politica barlettana ha forti carenze se non addirittura nessuna risposta adeguata per fronteggiare la criminalità sempre più organizzata. Per ora al senso di insicurezza epidemiologica che si sta avventando sulla città, si può solo opporre l'energia dei barlettani che esasperati dalle più variegate forme di criminalità (scippi, furti in appartamento, aggressioni, estorsioni), troveranno autonomamente la forza di liberarsi dal crimine, muovendosi d'istinto.

Un piccolo insegnamento, se non una bella energica reazione, l'abbiamo letta tra le parole della figliola dei titolari del bar Fuego, che le fiamme criminali hanno in gran parte devastato. Il suo nome è Alessandra. Sta rispondendo in chiaro, comunicando alla città, che in poche settimane l'attività ricomincerà, che l'unico sostentamento della sua famiglia ritroverà nuove e più consistenti energie. Ebbene vogliamo che sia Alessandra il simbolo fortificato di questa città lesionata nei muri e nell'anima. Sia lei la guida anti-racket; noi diventeremo frequentatori assidui di quel bar di periferia, lo diventi il Sindaco, lo diventi Dario Damiani che scrive allarmato, lo diventino i consiglieri comunali e regionali. Sicuramente non trascurabile ed è opinione largamente diffusa e già di recente illustrata, quanto scarsa numericamente e specializzata sia la presenza di agenti di polizia e carabinieri soprattutto durante le ore notturne. Questa carenza avvantaggia questo implacabile segmento criminale che deve essere radiato senza altri indugi da Barletta.
© 2001-2024 BarlettaViva è un portale gestito da InnovaNews srl. Partita iva 08059640725. Testata giornalistica telematica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
BarlettaViva funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.